[REPORT + PHOTO] A lezione con Afterhours e Sorge | Flowers Festival

È arrivata l’estate per cui è tempo di lasciarsi andare a canzoni stupide e motivetti semplici ed orecchiabili. Sbagliato. Al Flowers festival la pensano diversamente per fortuna e nella fresca e tranquilla cornice del parco della certosa di Collegno arrivano due pilastri dell’underground italiano: Emidio Clementi e Manuel Agnelli.

di Nicola Bovio – Il leader dei Massimo Volume presenta il primo album del suo nuovo progetto Sorge accompagnato da Marco Caldera. Le tracce de La Guerra di Domani esaltano straordinariamente le doti di Clementi. Il suo pianoforte accompagna i testi scanditi dall’autore con il suo classico stile ed è impossibile non ascoltare ogni singola parola pronunciata in maniera quasi solenne. Caldera condisce sapientemente tutto questo con le sue basi e con dei beat ora più calmi ora più aggressivi che rendono l’esibizione davvero ipnotica.

Puntuali come un orologio svizzero entrano poi in scena gli Afterhours, al loro trentunesimo anno di carriera. Reduci dall’abbandono dei membri storici Giorgio Prette e Giorgio Ciccarelli, portano sul palco il nuovo doppio disco Folfiri o Folfox, titolo ispirato dal nome di due trattamenti chemioterapici a cui è stato sottoposto il padre di Agnelli. Si comincia subito con quattro brani del nuovo LP (“Grande”, “Ti cambia il sapore” e i singoli “Il mio popolo si fa” e “Non voglio ritrovare il tuo nome”) per poi cominciare a viaggiare nella lunghissima discografia del gruppo milanese.

“I nuovi brani mostrano come Agnelli sia capace di guardarsi dentro dopo tutto questo tempo”

È con “Ballata per la mia piccola iena” che il pubblico mostra tutto il suo calore. L’età anagrafica della maggior parte delle persone suggerisce che si tratti di fan di vecchia data che ancora riescono a godersi un concerto senza alzare cellulari al cielo e contribuiscono non poco a rendere migliore un live che andrebbe bene già così. Metà della scaletta è composta da brani dell’ultimo lavoro continuamente intervallati da quelli che ormai sono dei classici intramontabili come “Male di miele” e “Non è per sempre” e la cosa più evidente è che invecchiare non è qualcosa di associabile agli Afterhours. I nuovi brani mostrano come Agnelli sia capace di guardarsi dentro dopo tutto questo tempo per scrivere testi sempre importanti e da quella profondità esce ancora la voce energica e carica che lo contraddistingue. I gruppi emergenti dovrebbero assistere a concerti come questo come fossero delle lezioni. Clementi e gli Afterhours sono ancora in splendida forma e hanno da insegnare ancora moltissimo a tutti quanti coloro si accingono a far musica.

Gallery a cura di Nicolò Caruso 

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