[REPORT + PHOTO] Daniele Silvestri: come acrobati sospesi | Teatro Metropolitan

“Acrobati in Tour” di Daniele Silvestri sbarca al Teatro Metropolitan di Catania, con l’organizzazione di Musica & Suoni. Una band numerosa accompagna il cantautore romano per uno spettacolo che racchiude in sé teatro e musica.

di Emanuela Castorina –Va bene cominciamo, che prima concludiamo e prima posso andare via” sono le parole di Prima di essere un uomo, canzone con cui Daniele Silvestri dà il benvenuto al pubblico catanese che affolla il Teatro Metropolitan. Si potrebbe pensare che abbia fretta di concludere il tour del nuovo discoAcrobati, che vede come ultime tappe le città siciliane Catania e Palermo, ma in realtà saranno tre ore intense di musica, parole e racconti. Il cantautore romano si rammarica di non avere una casa a Catania, città in cui ama tornare tutte le volte, ed è per questo che il palco presenta una scenografia simile a un piccolo borgo, con case, una piazza e un pozzo al centro, nel quale si nasconde il pianoforte. E’ la sua casa nella quale poter ospitare il pubblico e attraverso la quale poter raccontare le nuove storie contenute nell’album.

Il live si presenta come un vero e proprio spettacolo teatrale, si divide in due atti nei quali le scene e i costumi cambiano e con esse anche la scelta della scaletta segue un filo logico. I racconti si susseguono: La mia casa, Un altro bicchiere, Quali alibi, La mia routine, L’orologio, Monolocale sono alcuni dei nuovi pezzi che lasciano spazio anche a vecchie storie come Cose in comune, Il mio nemico, Monetine, Il flamenco della doccia. Alle sue spalle c’è la porta di una casa animata da video e immagini che accompagnano le sue parole.
Il cantautore romano sa come raccontare in musica la storia contemporanea del nostro paese, storie di personaggi reali o inventati, lo fa con un’inconfondibile ironia a tratti pungente. C’è spazio per la riflessione nel momento in cui compare l’immagine di Falcone e Borsellino, e il pubblico si alza in piedi per rendere loro omaggio con un assordante applauso. Nel frattempo il primo atto è concluso, a sipario aperto la scenografia cambia in pochi minuti e dal piccolo borgo si passa all’interno di un tendone da circo. È in questo momento che Silvestri mostra maggiormente le sue doti di ottimo intrattenitore e prova anche fare un esperimento: gli otto elementi della band divisi in quattro coppie, ognuna contraddistinta da un cono di luce colorata, come un domatore di leoni sarà Daniele a decidere quale colore suonerà. Il palco si illumina una volta di verde, rosso, giallo e viola e poi tutti insieme, l’effetto è strabiliante.
Quel che segue da quel momento in poi è un crescendo di intensità ed empatia con il pubblico, si susseguono sempre nuove e vecchie storie ma sono soprattutto i brani dei primi album ad essere oggetto di richiesta del bis ed è così che si trova costretto a suonare dopo tanto tempo Amore mio, Occhi da orientale e Aria.
È con Cohiba che la band si appresta ai saluti,  si raccoglie attorno alle due sezioni ritmiche a far suonare ogni tipo di percussione, scambio di abbracci e inchino finale sanciscono la conclusione di uno spettacolo che ha saputo regalare momenti intensi e confermare anche con questo nuovo tour la bravura e lo stile unico di Daniele Silvestri.

Galleria fotografica a cura di Vittorio Montauro.

(17/05/2016)

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