Torino ha un legame profondo con il caffè. Non solo per le sue storiche caffetterie, ma anche perché è qui che, da oltre un secolo, prende forma una delle realtà più riconosciute dell’alta torrefazione italiana. Nel 2025 Costadoro celebra 135 anni di attività, un traguardo che racconta la longevità di un’azienda capace di crescere restando fedele alla propria identità, pur aprendosi al mondo con sguardo sempre più internazionale.
Una storia che parte da via Pietro Micca…
Il viaggio inizia nel 1890, nella Torino che si muoveva tra tradizione ottocentesca e modernità industriale: è lì che apre la prima torrefazione, destinata a diventare un riferimento cittadino per gli amanti del caffè. Nel corso dei decenni la realtà cresce, attraversa fusioni e passaggi generazionali, fino a strutturarsi nell’azienda moderna che conosciamo oggi.
Gli anni Novanta rappresentano una svolta decisiva, con nuovi stabilimenti e investimenti tecnologici che rendono la produzione più efficiente e sicura, aprendo la strada a un processo di internazionalizzazione che nel nuovo millennio porta Torino a dialogare con Francia, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti e Asia. Oggi, la presenza in oltre 40 Paesi affonda le sue radici in una dimensione ancora fortemente artigianale, fatta di selezione accurata delle materie prime e attenzione meticolosa alla filiera, un approccio che ha trasformato il rito quotidiano del caffè in un’esperienza culturale, sensoriale e sempre più consapevole.

2025–2026: Rinnovamento e Consapevolezza
L’anno che si chiude è stato particolarmente dinamico per l’azienda. In ambito domestico, Costadoro ha rinnovato la sua presenza nella grande distribuzione con una gamma dedicata a moka e filtro composta da tre proposte 100% Arabica: un monorigine brasiliano, una miscela biologica e un decaffeinato pensato per mantenere intatta la complessità aromatica. Anche il settore del vending ha visto un restyling importante, con tre nuove miscele — Break, Relax e Chill — ideate per rendere il caffè da distributore un momento più personalizzato e qualitativamente più alto rispetto agli standard abituali.
Se il 2025 è stato l’anno del rinnovamento dell’offerta, il 2026 sarà quello della cultura. L’azienda punta infatti a una maggiore informazione del consumatore finale: comprendere l’origine dei chicchi, la selezione, la tostatura e ciò che determina il valore reale di un prodotto sta diventando un elemento decisivo in un mercato che chiede sempre più trasparenza. Secondo Costadoro, un cliente informato è un cliente capace di scegliere con maggiore responsabilità, riconoscendo il valore del lavoro lungo la filiera e distinguendo un caffè eccellente da uno semplicemente standardizzato. Anche per questo, accanto alla tradizionale formazione rivolta ai baristi, l’azienda sta investendo molto in attività divulgative per appassionati e coffee lover.
Formazione e Sostenibilità: il Cuore della Cultura Costadoro
Nella sede di Lungo Dora Colletta, un’area di oltre 300 metri quadrati è dedicata alla formazione: corsi, prove pratiche, seminari ed eventi che coinvolgono professionisti del mondo Ho.Re.Ca., ma anche curiosi che vogliono approfondire ciò che c’è dietro una tazzina ben fatta. Lo spazio è riconosciuto come Punto di Formazione Permanente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano e l’azienda è socia della Specialty Coffee Association, due elementi che ne confermano la credibilità internazionale.
Tra gli aspetti più rilevanti del percorso recente c’è l’impegno ambientale e sociale. Non si tratta solo di ridurre sprechi o valorizzare sottoprodotti, ma anche di misurare l’impatto reale delle attività attraverso un Report annuale pubblicato in ottica di trasparenza. Le certificazioni — tra cui il prestigioso riconoscimento B Corporation — attestano la volontà di muoversi in una direzione che coniughi etica, qualità e responsabilità.
Se oggi il caffè è uno dei simboli più immediati dell’italianità nel mondo, aziende come Costadoro dimostrano come una tradizione radicata possa evolvere senza smarrire la propria essenza. A 135 anni dalla nascita, il percorso continua, tra innovazione, sostenibilità e un impegno crescente verso chi il caffè non vuole solo berlo, ma capirlo.

Articolo a cura di Gianmarco Blasi @jimmymangiamondo.
