Le storiche firm del calcio inglese: dai Millwall Bushwackers alla Red Army

Il calcio inglese è uno dei più affascinati del mondo. Oggi è tra i maggiori campionati mondiali più seguiti dai tifosi di tutto il globo. È un calcio moderno, bello da vedere, ben organizzato e soprattutto ordinato. Ma un tempo non era così, perché per decenni le squadre erano identitarie di una città, se non addirittura di un quartiere e questo portava alla creazione di fazioni, spesso anche violente, identificate nelle cosiddette firm, ovvero gruppi di ultras spesso legati alla violenza hooligan. È stato un capitolo controverso ma centrale nella cultura inglese. Dalle nebbie degli anni ’60 fino alle trasformazioni del XXI secolo, il calcio britannico si è trasformato e oggi al centro delle cronache c’è solo lo sport con le migliori squadre che si battono per vincere il titolo di campioni nazionali. Quest’anno anche secondo le scommesse Premier League live offrono un quadro super competitivo tra le squadre al top come Arsenal, Chelsea, Manchester City e Liverpool (sono queste le favorite dei pronostici). Ma un tempo sarebbe stato teatro di scontro tra hooligans. Un fenomeno che esplose tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, in un contesto sociale segnato dalla crisi industriale e dall’alienazione giovanile. Così le partite diventavano occasione di scontri identitari tra città, quartieri e classi sociali.

Era proprio questo il motivo di tanta acredine. C’era malcontento sociale, poco lavoro, situazioni economiche non dignitose, come anche le condizioni igieniche di molte case erano medievali. Così montava la rabbia negli operai, nei portuali, nei manovali e in tutte quelle classi sociali meno elevate, che trovavano nel calcio e specialmente nel tifo organizzato uno strumento di sfogo. E il calcio aveva, e ha, anche la caratteristica di aggregare un gruppo di persone e renderle un’unica forza. In questo caso la forza si è trasformata in violenza, da sfogare contro lo stato e le forze dell’ordine ma soprattutto contro le tifoserie avversarie. L’apice della violenza risale agli anni ’70 e ’80 dove dentro e fuori gli stadi si consumavano vere e proprie scene drammatiche di violenza urbana. Un problema che lo stato centrale inglese non poteva ignorare, tanto era consueto, forte e impattante per il Paese. Tanto più di fronte alle tragedie dell’Heysel nel 1985, e dell’Hillsborough nel 1989. Il governo guidato da Margaret Thatcher iniziò allora ad avere il pugno duro con una repressione senza precedenti: videosorveglianza negli stadi, biglietti nominativi, divieti di trasferta, carcere immediato per i violenti e sanzioni pesanti. La polizia mette in campo unità specializzate nella prevenzione del disordine, e le stesse società iniziano a prendere le distanze dai gruppi organizzati violenti. Oggi le cose sono molto diverse ma quali sono state le firm più note e iconiche nella drammatica storia di queste vicende?

Millwall Bushwackers

Iniziamo dai tifosi legati al Millwall football club. La firm in questione risale ai primi anni ’80 e come si può notare fa parte di quelle tifoserie di squadre che non erano tra le big del campionato. Per cui si nota come la violenza, il campanilismo, le prerogative di questi gruppi esulavano dai risultati sportivi della squadra. Erano però gli storici rivali del West Ham, squadra che faceva parte di quella frangia di tifosi al di là del Tamigi. Una violenza e un’avversione che parte già dagli inizi del novecento e purtroppo è proseguita anche in tempi recenti.

Inter City Firm

E passiamo infatti dall’altra parte del Tamigi con i tifosi del West Ham United. L’Inter City Firm era una delle più famose e temute, capace di trasformare i treni in “campi di battaglia” itineranti. Il nome sembra proprio derivare dall’abitudine che avevano gli hooligans del West Ham di muoversi in treni interregionali per raggiungere gli stadi delle gare da vedere. E lì spesso non andavano con sciarpe, maglie o bandiere, proprio per aggirare i controlli della polizia sui treni.

Red Army

Passiamo al Manchester United. Era una firm tra le più forti negli anni ’70, con migliaia di membri disposti a seguire i Red Devils ovunque. La particolarità di questa firm era però che più di altri, oltre alla violenza urbana su un fantomatico campanilismo calcistico, alcuni dei suoi membri erano dediti alla criminalità vera e propria. Tante indagini degli anni ’80 portarono alla scoperta di uno smercio di droga a livello internazionale, ma alcuni di loro si resero protagonisti anche di rapine a mano armata.

Headhunters

I tifosi del Chelsea erano arcinoti per la violenza e per i legami con movimenti di estrema destra. Erano rivali specialmente dell’Arsenal e del Tottenham. Storicamente la loro tendenza all’estrema destra li aveva avvicinati ai neonazionalisti scozzesi del Glasgow Ranger ma anche agli irlandesi del Linfield. I cacciatori di teste, questa la traduzione della poco amichevole tifoseria, non hanno disdegnato nella loro storia amicizie con gruppi estremisti come il National Front, l’English Party e il Combat 18.

Suicide Squad

Di estrema destra anche la tifoseria del Burley, ultranazionalista ma soprattutto ultraviolenta. Per far capire quanto a destra si schierava questa tifoseria è interessante citare un passaggio del libro dell’ex leader della suicide squad, Andrew Porter, oggi in carcere dove ha scritto un libro nel quale si vanta di “aver eliminato diversi skinhead tedeschi”, per proteggere la purezza dell’autentico nazismo. Questa tifoseria ha sempre allarmato le forze dell’ordine, anche in tempi recenti, come ad esempio nel 2009 quando si scatenò una guerriglia urbana con i sostenitori del Blackburn.