Dov’è la vittoria: una confutazione dell’ideologia a San Pietro in Vincoli

Il 27 marzo e il 28 marzo 2025 per la stagione teatrale di Fertili Terreni è andato in scena al teatro di San Pietro in Vincoli lo spettacolo Dov’è la Vittoria, testo scritto nel 2018 e interpretato dal collettivo BEstand. Articolo a cura di Leonardo Verna.

Dalla prima scena sembra che la storia racconti di una giovane, Vittoria Benincasa, che per avvicinarsi al ragazzo di cui si è innamorata acquisisce l’ideologia di un movimento giovanile di sinistra. Ben presto però verrà fuori il carattere metanarrativo dell’opera, cosa piuttosto comune in questa stagione teatrale.

I protagonisti in realtà sono infatti tre attori che cercano di inventarsi un personaggio politico, Vittoria, obbiettivo che si rivelerà più complesso del
previsto poiché il personaggio diventerà inafferrabile, voluttuoso ed elastico, opportunista, specchio dei politici italiani, senza che loro possano effettivamente controllarla. La vedremo infatti poi partire dal lato opposto, una cameriera che dà consigli alle teste calde di un movimento di estrema destra che si ritrovano nel locale dove lavora, diventerà un’attivista capendo come coordinare lo spirito combattivo del movimento con la diplomazia e arriverà fino a candidarsi alla presidenza del consiglio manipolando emotivamente il proprio elettorato e destreggiandosi tra xenofobia e ignoranza.

Questo controllo ossessivo della propria attitudine e della propria immagine verrà sfogato nella vita quotidiana, assolutamente memorabile una grottesca scena di sesso che strizza l’occhio ad Eyes Wide Shut di Kubrick. Lo spettacolo presenta degli intermezzi musicali quasi onirici, più coerenti con il percorso psicologico dei tre attori che con quello vittoria. Infatti entrando ed uscendo continuamente dalla parte i tre si troveranno a vivere uno strano malessere che sfonderà i confini tra materia narrata e realtà e che farà nascere, in contrasto all’ironia mantenuta per tutta
l’opera, momenti di monologo gravi e drammatici.

L’opera si conclude con un comizio elettorale di Vittoria o dell’attrice ormai diventate una cosa sola, comizio che si trasformerà in un discorso profetico sugli effetti che questa mancanza di serietà ideologica porterà all’Italia.

Articolo in collaborazione con Fertili Terreni e Scuola Holden