Un gradevole odore di pioggia mi accompagna all’uscita dal teatro Carignano, ma camminando tra le luci di piazza San Carlo il mio passo cadenzato mi ricorda in modo inquietante le parole appena ascoltate e in mente riecheggia una sola parola: atroce.
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_di Elena Fassio
Atroce come la voce di Primo Levi, che da oltre settant’anni racconta Auschwitz con parole di fuoco. Atroce come la voce di Valter Malosti, direttore del Teatro Piemonte Europa, regista e interprete di Se questo è un uomo, che a cent’anni dalla nascita di Levi porta in scena, interamente a memoria, una recitazione del romanzo stesso.
Voci dal timbro inconfondibile, miti ma salde. Voci che nella loro nudità restituiscono il rumore della fabbrica di morte che sono stati i lager nazisti. Un ricordo che oggi alcuni vogliono evitare di guardare in faccia e che proprio per questo viene proposto a tantissimi alunni delle scuole secondarie.
Voci da brividi, che raccontano un mondo senza senso, ma che è la logica conseguenza di un pensiero portato al suo più coerente estremismo.
“Un’opera acustica e visiva”, come la definisce lo stesso Malosti, con cori lirici ideati da Gup Alcaro e una scenografia concettuale, che è più un’installazione d’arte visiva, di Margherita Palli.

L’esame di chimica, il canto di Ulisse, la Buna, l’infermeria, la liberazione, parole che rimangono scolpite nella pietra:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Se questo è un uomo sarà in scena al teatro Carignano fino all’11 maggio.

