Tra i più grandi producer di sempre, dopo anni “Preemo” torna finalmente a suonare in Italia per il concerto organizzato da Django Concerti e Jazz Re:Found: da New York a Bologna, parlando sempre la lingua dell’hip-hop. Reportage di Filippo Santin.
Se si parla di cultura hip-hop, Bologna è stata una delle città fondamentali – se non “la” città fondamentale – per la sua diffusione in Italia. Attraverso centri sociali come l’Isola nel Kantiere e le cosiddette “posse” che qui gravitavano, ha dato vita a una scena rap che nei Novanta è stata d’esempio per chiunque ambisse a diventare un mc. Tuttavia con il passare degli anni, man mano che il rap veniva finalmente accettato nel mainstream, Milano ha preso il controllo di quasi tutte le grandi produzioni nel genere. Ma questo non significa che a Bologna la cultura hip-hop si sia assopita, tutt’altro. Perlopiù continua a vivere nell’underground, lontana dall’attitudine più commerciale, e legata a un suono – oltre che a un modo di vivere l’hip-hop – spesso ancora vicino a quello della “vecchia scuola”.
Con le dovute proporzioni, è vagamente ciò che è successo a New York, lì dove tutto questo ha avuto origine. I successi da classifica provengono ormai da anni più dal sud degli Stati Uniti, ovvero dai territori dove si è sviluppata la trap, ma la Grande Mela conserva ancora orgogliosamente una certa maniera di vivere l’hip-hop e ne difende l’eredità – un po’ come a Bologna. Ecco perché così tante figure del rap d’oltreoceano che stazionano nell’underground o che hanno vissuto il loro apogeo soprattutto nei Novanta – l’era del “Boom Bap” – vengono sempre accolte con entusiasmo nel capoluogo emiliano, più che altrove.
È il caso per esempio di Dj Premier, vera e propria leggenda di questa cultura, che venerdì 31 maggio si è esibito al Dumbo di Bologna.
L’evento, organizzato da Django Concerti e Jazz Re:Found, ha riunito in massa amanti dell’hip-hop da tutta Italia. Già appena entrati nell’ex-capannone ferroviario del Dumbo, che con la sua aria berlinese ospita di solito eventi di musica elettronica, si notava subito la grande affluenza di persone accorse – forse ancor più di quanto pronosticato. Tant’è che Dj Premier, salito sul palco intorno alle 22:30, è sembrato subito entusiasta della quantità di pubblico e della loro risposta, accolto com’è stato al grido di “Preemo! Preemo!”, suo altro soprannome.
Si parte con i caratteristici scratch, quelli che hanno forgiato il suo sound unico, capace di definire il rap anni Novanta, e dare linfa vitale al Boom Bap, ancora oggi patrimonio di chiunque voglia mostrare le sue abilità tecniche nel rappare.
Uno dei primi pezzi che decide di suonare per fomentare le “hip-hop heads” – incitate di continuo anche al microfono – è “Mc’s Act Like They Don’t Know” di KRS-One, tra le sue produzioni più famose. Ma diciamo che Preemo, lungo una carriera che dura ormai da più di trent’anni, ha dalla sua un repertorio piuttosto corposo da cui scegliere, avendo collaborato con decine e decine di rapper diventate icone: da Jay-Z a Notorious B.I.G., da Mos Def a Rakim, e tanti altri. Uno dei rapper che però è più legato al suo nome è sicuramente Nas. Non a caso infatti Preemo decide di introdurlo facendo prima suonare una delle sue canzoni più recenti, per poi proporre classici da lui prodotti come “Nas Is Like”, che fanno letteralmente impazzire i fan del rapper del Queensbridge.
Premier però non sceglie di suonare solo pezzi a cui lui ha lavorato – come “N 2 Gether Now” dei Limp Bizkit o “Real Hip-Hop” dei Das EFX – ma anche altri che sono veri e propri banger senza tempo, tipo “Ante Up” degli M.O.P., oppure “Shook Ones” dei Mobb Deep, fra i classici dell’hip-hop da lui omaggiati. Preemo d’altronde è ancora innamorato di questa cultura che lui ha contribuito in gran parte a far crescere, e non vuole soltanto intrattenere un pubblico di persone innamorate quanto lui, ma anche “educare”, cercando di far sì che lo spirito originario dell’hip-hop, così tanto connesso anche all’idea di comunità e rispetto, non vada perdendosi. Tant’è che a volte lo ha pure ricordato al microfono, indicando il pubblico ed esclamando:
“In questo momento voi siete l’hip-hop!”.
Durante il set c’è stato ovviamente spazio anche per le canzoni più rappresentative dei Gang Starr, duo in cui ha militato per davvero tanti anni, ricordando non solo il compianto Guru, rapper purtroppo scomparso nel 2010, ma anche altri, fra cui Big L, già citato nella loro “Full Clip” e che il 30 maggio avrebbe compiuto cinquant’anni – al punto che Premier lo ha omaggiato chiedendo al pubblico di intonargli “happy birthday”, mostrando anche una “L” al cielo formata da indice e pollice.
Tra gli spettatori presenti c’erano inoltre vari nomi del rap italiano, vicini al suono di Preemo: Madbuddy, Egreen, Mistaman, Johnny Marsiglia e Dj Shocca – quest’ultimo non per nulla definito spesso “il Premier italiano”.
La serata si conclude con alcune hit del Wu-Tang Clan, altro nome inciso negli annali del rap di New York, e soprattutto quando parte “Method Man” il pubblico sotto al palco è così esaltato da lasciarsi andare anche a un accenno di pogo, davanti agli occhi soddisfatti di Premier.
Senz’altro quindi una serata parecchio riuscita questa, in grado di mostrare ancora che, malgrado gli anni che passano e le mode che cambiano, lo spirito hip-hop non vuole proprio saperne di morire, grazie anche a città come Bologna che, pur cambiando anche lei, nel profondo rimane sempre la stessa.