Le “cretine” di Serena Dandini sul palco del Teatro Colosseo

«Perché ricordatevi: dietro a una grande cretina spesso si nasconde una donna troppo intelligente per farlo vedere». Inizia così il vorticoso, brillante e riflessivo spettacolo di – e con – Serena Dandini, Vieni avanti, cretina. Next!, andato in scena giovedì 16 maggio 2024 al Teatro Colosseo. Articolo a cura di Roberta Scalise. 

Il palco di via Madama Cristina ha visto, infatti, un susseguirsi di comiche di altissimo livello cedersi la scena per mostrare a una platea e a una galleria gremite fino al sold out la “stupidera” femminile, troppo spesso ignorata e bistrattata. Come ha ricordato la conduttrice, autrice televisiva e scrittrice romana, appunto:

Visto che per essere accettate noi dobbiamo sempre dimostrare qualcosa, essere super-woman, laureate eccellenti, geni… con questo format teatrale vogliamo dire basta alla sindrome di Ginger Rogers, che deve fare tutto quello che fa Fred Astaire ma sui tacchi e camminando all’indietro: è arrivato il momento di rivendicare la nostra stupidera.

E così è stato, in un turbinoso rincorrersi di battute, considerazioni più o meno amare sulla condizione femminile e riflessioni sul mondo contemporaneo, che non hanno avuto timore di menzionare e criticare la disparità di genere, il gender pay gap, il carico mentale all’interno del nucleo familiare, le discriminazioni sessuali e l’ingerenza della politica sull’autodeterminazione delle donne (commovente, in questo senso, il momento di “buio” dominato dalle testimonianze fuori campo e dai numeri delle obiezioni di coscienza subite in tutta Italia e sostenute, a livello scenico, dalle “ancelle” di Margaret Atwood, che hanno circondato Dandini con i loro messaggi di oppressione, controllo e abuso).

Uno show che, nonostante le tematiche più o meno grevi – ma assolutamente necessarie -, scorre fluido e offre agli spettatori anche momenti di genuina “cretineria”, come quelli in cui Martina dell’Ombra, alter ego di Federica Cacciola, interloquisce con Dandini e inciampa in considerazioni conservatorie, errori in scaletta e personali variazioni del politically correct.

Oltre a Cacciola, a calcare il palco vi sono state, inoltre, anche Cristina Chinaglia, Marianna Folli, Germana Pasquero, Rita Pelusio e Gioia Salvatori, tra racconti di maternità e famiglie queer, imitazioni e parodie (magistrale quella di Franca Leosini di Pasquero), critiche sagaci – e neanche tanto velate – alla burnout culture e simpatiche e irriverenti invettive contro alcuni “capolavori” della letteratura, quali Madame Bovary e 50 sfumature di grigio.

Il tutto condito con ritmi, stili e registri dissimili, ma accomunati dall’essere puntuali, coinvolgenti ed esilaranti: un mondo stratificato e caleidoscopico di “stupidera al femminile” che non può non conquistare con la sua gioia, la sua autenticità e, anche, la sua acutezza intellettuale.

Merito, naturalmente, di Serena Dandini, da sempre attenta ai nuovi talenti della comicità italiana e capace di circondarsi di donne “di spessore” (o “ciccione”? come direbbe Martina dell’Ombra), in grado di decostruire il vecchio adagio secondo cui “Le donne non fanno ridere” e di delineare una nuova scena della comicità nostrana, costellata di comiche intelligenti, corrosive e divertenti. E, soprattutto, finalmente e irrimediabilmente “cretine”.

Proprio come gli uomini. E, a volte, anche un po’ di più.