Uscito il 19 aprile scorso, Nel torbido ha esordito dal vivo con un live emozionante al Magazzino sul Po di Torino. Articolo a cura di Valerio Veneruso.
Preciso, sincero e spietato: è così che suona dal vivo Nel torbido, l’ultimo disco da solista di Paolo Spaccamonti appena uscito sotto Liza, la sua nuova etichetta. Presentato per la prima volta la sera dell’11 maggio al Magazzino sul Po di Torino, l’album ha potuto finalmente rivelare tutto il suo impeto attraverso la costruzione di una calma apparente spesso interrotta da frustate di chitarra in grado di farsi strada tra la folla come farebbe un fulmine con la chioma di un albero.
Accompagnato dai ritmi elettronici di Andrea Cauduro, tanto abissali quanto calzanti ed energici, Spaccamonti ha dato così vita a un’esibizione pulita e solenne come la sua stessa presenza sul palco.
Alternandosi fra brani tratti dalla sua ultima fatica e altri del suo repertorio – come Ablazioni, dall’album del 2019 Volume quattro, e Sam, dalla colonna sonora del film di Fabio Bobbio, I Cormorani –, il compositore torinese ha saputo assumere le sembianze di un Caronte elettrificato capace di far ondeggiare il pubblico nell’ardua impresa di avanzare tra le spire di acque torbide, appunto. Anche se un’affermazione simile può sembrare azzardata, di fatto si è trattato di un vero e proprio viaggio verso zone d’ombra molto familiari fatto di spasmi e rilassamenti, momenti di furia e di riflessione: un dualismo emotivo che obiettivamente attraversa tutto il disco diventando particolarmente esplicito con l’esecuzione di brani dal sapore lynchiano quali L’amore che strappa e Nel torbido.
Osservando e ascoltando l’approccio di Paolo Spaccamonti al fare musica non si può far finta di notare il rapporto simbiotico che lo lega alla sua Diavoletto Gibson SG, un sentimento così forte da trasformare due elementi in una cosa sola. Avvinghiato alle corde di quello strumento, il musicista si è infatti mosso serpeggiando fra atmosfere che ora ricordano i Jackie ‘O Motherfucker, ora i Nine Inch Nails dei quattro capitoli di Ghosts restituendo un’esperienza sentita e genuina. Volumi altissimi a parte, esperienze simili fanno bene sia al fisico che alla mente poiché rappresentano qualcosa di estremamente prezioso data l’aridità culturale e affettiva del tempo nel quale viviamo.
Scaletta:
1. Nottuari
2. L’amore che strappa
3. Nel torbido
4. No blues
5. Ablazioni
6. Nessun codardo tranne voi
7. Sam
8. Diagonal
9. I sogni non servono
10. Ha ragione la notte
11. Paul (no) dance