La favola nordica “Le Villi” di Puccini al Teatro Regio per l’appuntamento con l’Anteprima Giovani

Il 26 dicembre 1884 il primo successo di Giacomo Puccini debuttava al Teatro Regio di Torino, dopo un rimaneggiamento in tempi record avvenuto a pochi mesi dall’esordio al Teatro Dal Verme di Milano, registratosi a maggio del medesimo anno. E ora, dopo 140 anni esatti dalla sua prima apparizione, Le Villi è pronta per tornare sul palco più importante del capoluogo sabaudo in occasione della nuova Anteprima Giovani, in programma giovedì 18 aprile 2024 alle ore 20.

Opera-ballo in due atti, la prima opera del compositore lucchese – realizzata poco dopo essersi diplomato al Conservatorio di Milano – trae il proprio soggetto dal racconto di Alphonse Karr, Les Willis, del 1852, ispirato, a sua volta, al balletto Giselle musicato da Adolphe Adam nel 1841, su libretto di Théophile Gautier.

Prima di assumere la forma attuale, Le Villi fu oggetto, tra il 1884 e il 1889, di molteplici revisioni, tra cui quella sopracitata andata in scena al Teatro Regio e notevolmente ampliata rispetto alla prima (si veda, per esempio, l’introduzione della romanza di Anna Se come voi piccina, nel primo atto, e il monologo drammatico di Roberto – poi eliminato nell’ultima versione – Per te quaggiù sofferse ogni amarezza, nel secondo, oltre all’aggiunta di una quartina da far intonare al coro durante l’intermezzo sinfonico intitolato L’abbandono).

Prima di riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica, tuttavia, l’opera fu sottoposta al severo giudizio della commissione del concorso bandito dall’editore Sonzogno nel 1883, segnalato a Puccini dal suo insegnante, il compositore Amilcare Ponchielli. L’esito fu disastroso: su 28 partecipanti, il lavoro del compositore lucchese non si annoverò nemmeno tra i primi cinque (ossia quelli degni di menzione), complice una supposta “difficoltà” di interpretazione della grafia pucciniana. In realtà, è opinione comune che, alla base, vi sia stato un discorso strategico e un’evidente manovra editoriale: se avesse vinto, infatti, Puccini avrebbe potuto legarsi alla Casa Sonzogno, abbandonando, così, la Ricordi.

Nel complesso, la prima opera teatrale pucciniana presenta una melodia “dominata dall’elemento sinfonico”, come afferma Verdi, “né moderna né antica”, caratterizzata dall’influenza wagneriana nell’abbondante presenza di temi-guida e pagine sinfoniche.

Nello specifico, si può notare un contrasto tra elementi melodici poco maturi, dovuti alla fase di apprendistato, e scelte di arrangiamento e armoniche di notevole spessore, le quali rappresentano un’immagine chiara della successiva fase di maturità musicale del compositore. Rispetto ai suoi contemporanei, inoltre, il linguaggio armonico di Giacomo Puccini è contraddistinto da figure e strutture più ardite, che fungono da nesso semantico tra la struttura coerente e le tematiche dell’opera.

Ma di che cosa parla il primo successo di Puccini? Quella delle Villi – creature ultramondane e spietate vendicatrici d’amore – è un’antica leggenda originaria dell’Europa centrale, particolarmente nota in Austria, che, per la prima volta, ricevette una veste letteraria in Über Deutschland II: Elementärgeister und Dämonen, il saggio che Heinrich Heine pubblicò nel 1834 e dedicò agli spiriti e ai demoni della Germania.

Siamo in primavera, e in un villaggio della Foresta Nera sono in corso i festeggiamenti per il fidanzamento di Roberto e Anna, figlia del ricco possidente Guglielmo Wulf. La ragazza, però, non partecipa alla gioia generale, perché pensa alla partenza imminente del fidanzato per Magonza, a causa di un’eredità lasciatagli da un’anziana parente.

I presentimenti e i turbamenti di Anna, in effetti, si avverano, come si apprende da un narratore, il quale racconta che Roberto, a Magonza, si è invaghito di una “sirena” dimenticando la fidanzata, morta, nel frattempo, per il dolore. Lasciato, in seguito, dalla sirena, Roberto decide di ritornare – ormai troppo tardi – dalla fidanzata, della quale ignora la morte, con la speranza di essere perdonato.

Una notte d’inverno, nel frattempo, il vecchio Guglielmo, attanagliato dal dolore e restio a dimenticare la figlia morta, si reca a chiedere l’aiuto delle Villi, creature magiche che, nelle notti di luna piena, fanno danzare in modo frenetico i traditori d’amore fino a farli morire. Una notte, dunque, Roberto, tornato al villaggio e assalito dalla nostalgia e dal rimorso, vede il fantasma di Anna che, ricordandogli le promesse fattele, lo accusa del tradimento. Egli cerca di andare verso di lei, ma viene afferrato da una schiera di Villi che lo coinvolgono in un ballo sfrenato fino a lasciarlo ormai senza vita, quando, all’alba, si dileguano.

La nuova produzione è curata da Pier Francesco Maestrini, originario di Firenze e per la prima volta al Regio, che, dal suo debutto nella regia d’opera nel 1993, ha messo in scena oltre 100 produzioni in Italia e nel mondo, spaziando dal repertorio barocco al verismo italiano. Il regista è animato dal desiderio di esplorare il mondo ultramondano e demoniaco.

La conduzione dell’Orchestra e del Coro del Regio (istruito, quest’ultimo, da Ulisse Trabacchin) è affidata a Riccardo Frizza, specialista del repertorio, mentre a prestare il volto e la voce ai protagonisti vi saranno il soprano palermitano Roberta Mantegna (Anna),  il tenore tedesco-brasiliano Martin Muehle (Roberto) e il baritono di spicco Simone Piazzola (Guglielmo Wulf).

L’opera andrà in scena dal 19 al 26 aprile 2024.

I prossimi appuntamenti con l’Anteprima Giovani saranno, invece, i seguenti:

  • Der fliegende Holländer – Mercoledì 15 maggio, ore 20;
  • Il trittico – Martedì 18 giugno, ore 19.30.