Carmelo Pipitone, Golpe e Regno_ al Magazzino sul Po per Sberdia Night

Sberdia Night è un mini-festival andato in scena al Magazzino sul Po per conto della Sberdia Live, realtà di management e produzione musicale indipendente torinese nata nel 2021. Abbiamo assistito alla prima serata sotto le arcate del Magazzino sul Po, con ospiti Carmelo Pipitone, i Golpe e Regno_: un performer sempre intenso e due realtà emergenti da tenere d’occhio. Report a cura di Mario Lo Curzio. 

Arriviamo puntuali per l’inizio dei concerti, entrando al Magazzino accompagnati dalla dolce chitarra acustica di Carmelo Pipitone, storico chitarrista e mente musicale dei Marta Sui Tubi, oltre che chitarrista dei Dunk, che vede al suo interno anche Luca Ferrari dei Verdena, e degli internazionali O.R.k. insieme a Colin Edwin dei Porcupine Tree e Pat Mastelotto di King Crimson. Dopo “Cornucopia” e “Segreto pubblico”. Il musicista marsalese ha pubblicato il suo terzo lavoro “Piedi in acqua”, dichiarando già dal titolo un lavoro permeato di immagini fiabesche e sognanti, un bosco fatato di cui Pipitone si fa cantastorie blasfemo e politicamente scorretto, ma al tempo stesso delicato e intimo, un boato di rabbia e dubbi esistenziali incastrato in una dimensione onirica, una dicotomia quanto mai azzeccata e che ben rappresenta la personalità dell’autore.

Il live è travolgente e, nonostante la presenza di soli due chitarristi sul palco, l’aria è densa e tracimante di energia.

Pipitone presenta praticamente per intero il suo ultimo disco, sicuramente dal vivo molto più ruggente e tonante che in studio, frutto della gigantesca personalità del musicista. Le canzoni seguono tutte un andamento folk moderno e alternano testi in italiano a testi in siciliano, testi molto personali e che sembra sempre diano spazio all’introspezione alle persone spettatrici. Fra i pezzi più acclamati decisamente le siciliane Penzieri e U’ Riavulo, e le sferragliate ai limiti del prog-folk Sono stato e Il re è nudo. A colpirci maggiormente, però, è stata soprattutto l’assorta e mantrica title-track dell’album.

Salutato Pipitone, è il turno dei Golpe, band emergente torinese composta da Matteo Bellitto (chitarre, voce), Zevi Bordovach (piano, tastiere, sintetizzatori, flauto traverso), Michele Bussone (batteria, percussioni), Andrea Marazzi (basso), Giulia Pecora (violino, tastiere, voce) e Luca Neri (sassofono tenore, sintetizzatori), quest’ultimo sostituito per il live da Claudio Lorusso (chitarra, sintetizzatori).

Forse ancora leggermente acerbi nell’amalgama generale, mostrano comunque un tasso tecnico notevole e delle idee ben precise, fondendo jazz, un post-rock a tratti Black Country New Road, atmosfere prog anni ’60 e testi di cantautorato italiano a là Luigi Tenco, raccontando le cupe matasse politiche delle prime due Repubbliche italiane.

La serata si conclude con il live di Regno_, progetto capitanato da Alberto Laezza, che fonde egregiamente synth-pop, italodisco e musica tropicale, con ritmi e ritornelli catchy e funzionali: la gente infatti balla e si diverte con la band. L’accoglienza all’inizio è timida (forse anche a causa della notevole differenza stilistica con i gruppi precedenti), poi tre fan sfegatati dell’artista piemontese hanno contagiato tutto il dancefloor, che si è dunque avviato verso l’energica chiusura a tinte techno della serata.

“Senza manipolazione alcuna” è lo slogan della serata e del festival: musica veicolata senza troppi fronzoli, con un approccio sincero e una vibe contagiosa. Ne vogliamo ancora.

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