Il primo Salone del Vermouth di Torino è stato una piacevole sorpresa

Snobbato per anni, oggi il Vermouth sembra godere di una nuova reputazione e di una seconda vita. Ottima infatti la risposta di pubblico al primo salone sabaudo dedicato all’infuso alcolico, che in questi giorni è stato un po’ la “Cenerentola del ballo” al Museo del Risorgimento. Reportage a cura di Gianmarco Blasi ovvero Jimmy Mangiamondo. 

Prima di raccontare quello che è stato il Salone in questi giorni, facciamo un attimo chiarezza su cos’è il Vermouth. Si tratta di un cosiddetto vino “fortificato” ovvero un prodotto composto da almeno 75% da vino,  aromatizzato con un’infusione alcolica composta da erbe e droghe, tra le quali deve obbligatoriamente essere presente l’Artemisianelle varietà Pontica e Absinthium. Ovviamente ogni produttore è libero di arricchire questa base con diversi elementi al fine di offrire diverse sensazioni al consumatore finale. Per esempio, nella maggior parte dei Vermouth si riconoscono dei sentori più agrumati, floreali oppure balsamici, speziati fino a d arrivare a quelli più intensi della tostatura.

Si è appena concluso con successo il primo Salone del Vermouth di Torino, una manifestazione che ha coinvolto sia i grandi che i piccoli produttori di Vermouth e rallegrato il weekend della nostra città con degustazioni, workshop interattivi, numerosi talk tenuti dai migliori professionisti del settore e racconti di cultura popolare legati al vino aromatizzato nato a Torino nel 1786.

A prepararci per l’evento e creare il giusto hype ci ha pensato il FuoriSalone che dal 19 al 23 febbraio ha portato il culto del vermouth in tutta Torino con una settimana ricca di appuntamenti e visite guidate nei luoghi simbolo della città come il Museo Carpano e cene con degustazione in abbinamento nei migliori ristoranti di Torino come Opera o Giù Da Guido.

Il vero fulcro del Salone del Vermouth sono stati i produttori e gli espositori che hanno avuto l’occasione di raccontare ad un pubblico nuovo e diversificato il loro prodotto che, per quanto sia apprezzato non solo qui a Torino, ma anche in tutto il resto della penisola e all’estero, non ha ancora il posto di rilievo che merita nel panorama di settore.

Dopo anni in cui il Vermouth è stato considerato un vinaccio da vecchi o un dopo pasto di scarsa qualità, negli ultimi anni è stato molto rivalutato sia grazie alla nuova leva di produttori coraggiosi che hanno avuto la lungimiranza di investire su questo prodotto, sia grazie al mondo della Mixology e a molti bar tender che ne hanno compreso le potenzialità e deciso di includere il nostro vino aromatizzato tra gli ingredienti per comporre cocktail ricercati e di qualità.

Infatti è evidente che una delle caratteristiche principali del vermouth sia la versatilità, dai classici rosso, dry e bianco, fino a versioni esotiche, prodotte con erbe, spezie, fiori, radici e cortecce. Ognuna di queste varietà infatti può dar tutto un altro sapore al drink che si vuole andare a preparare ma tra i più comuni troviamo l’Americano composto da Vermouth rosso, Campari e soda oppure il Negroni fatto con Gin, Campari e Vermouth rosso.

La ciliegina sulla torta di questa kermesse è senza dubbio la location. Siamo nelle sale del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, all’interno di Palazzo Carignano, nel cuore della città, in Piazza Carlo Alberto, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Grazie a To Be Events e MT Magazine che presentano la prima edizione di questo Salone abbiamo avuto l’opportunità imperdibile di immergerci nel mondo del Vermouth, esplorando la sua evoluzione attraverso il tempo e scoprendo le sfumature uniche che emergono dalle diverse produzioni.