Le verità comode di un Daniele Fabbri quarantenne

Erano due anni he Daniele Fabbri non portava uno spettacolo nuovo a Torino, e francamente ci mancava. Il racconto dello spettacolo ad OFF TOPIC organizzati da Torino Comedy Lounge. A cura di Alessandro Giura. 

Il comico, nato in provincia di Brescia ma di fatto romano visto che vive da diversi anni nella Capitale, si era preso una pausa per ripartire. Una pausa che è anche l’incipit per introdurre il suo nuovo spettacolo dal titolo Verità Scomode, la cui S è sbarrata da un croce rosse a mo’ di correzione scolastica. Nella locandina Fabbri ha in bocca un ciuccio blu, chiaro riferimento al suo spettacolo ‘Trentatrè Trentenni’, datato 2013. Ma è un Fabbri diverso nell’aspetto, come fa notare lui stesso all’inizio dello spettacolo. Oggi la barba è più folta e bianca e i capelli non ci sono più, ma è solo l’aspetto ad essere cambiato, perché il Daniele Fabbri quarantenne è esilarante e satirico quanto quello trentenne. La sua ilarità con il microfono in mano non è cambiata affatto, come il ciuccio della locandina.

Verità Scomode, andato in scena per due sere di fila, 6 e 7 febbraio, all’OFF Topic gremito come al solito, è uno spettacolo in cui Fabbri parla proprio di questo nuovo se stesso più vecchio e diverso. E ne parla utilizzando il quotidiano, le cose semplici, senza cercare di scomodare troppo i massimi sistemi della società.  

Dall’irriverenza un po’ incazzata dei trent’anni con cui è diventato uno dei migliori stand-up comedian dello stivale, questa volta ha deciso di abbracciare l’apparente rallentamento rilassato degli ‘anta. Non per forza la cose pungenti, cose in cui Fabbri si è sempre sentito a proprio agio nel dire, ma cose più personali, tipo il corpo che cambia e i consigli degli amici sull’andare in palestra nonostante un fisico da giocatore di Playstation. Poi andare al supermercato, girare con lo scooter, il rapporto con la compagna e con il gatto.

La bravura di un comico sta anche nel raccontarsi usando i propri riferimenti, sminuzzandoli e sviscerandoli per trovare il lato più ironico delle proprie verità, che può voler dire anche prendere in giro la propria compagna davanti a oltre 100 persone. Ma il vero tema che Fabbri ci teneva a raccontare è il suo rapporto con la terapia, un percorso che ha intrapreso proprio nell’anno lontano dal palco. Sviscerare le verità comode che apprendi con l’aiuta di un terapeuta, è un tema di moda, ma che è in grado di offrire tanto materiale e argomenti intimi che entrare in empatia con il pubblico. Momenti seri che ti dicono molto di te, che creano la tensione giusto per la punchline, quando Fabbri si smaschera tornando il solito esilarante scorretto.

Sarà anche invecchiato ma sul palco Fabbri si dimostra il solito mostro nella tecnica, grazie alla sua mimica facciale ben architettata e vincente nel momento della battuta e l’utilizzo del microfono come strumento comico. Nell’utilizzarlo Fabbri è uno degli esempi migliori in Italia, che sia per sbatterselo in fronte o per rendere l’idea di un pene che si trovi al posto del sedere. Insomma cambiano gli argomenti e l’estetica ma non la bravura di Fabbri, ormai un veterano che ha affinato la sua comicità. Chissà per lo spettacolo dei cinquant’anni cosa avrà in serbo.