In Italia la cannabis è ancora vista come un tabù, una sostanza da cui stare alla larga e da controllare rigidamente attraverso apposite normative.
Le eccezioni sono poche e piuttosto recenti e si limitano ai prodotti che appartengono all’universo della canapa light, come l’erba legale e facilmente trovabile su siti dedicati come l’italianissimo Justbob. Al di là di questo, però, l’intero mondo della cannabis rappresenta ancora un orizzonte proibito per i più.
Eppure, dall’altra parte dell’oceano una singolare iniziativa risalente a 6 anni fa ha dato origine a un’organizzazione che sembra impossibile possa esistere: la Chiesa della Cannabis.
Nel seguente articolo approfondiremo questo tema spiegando in che cosa consiste questa iniziativa e come si è inserita nel panorama religioso e culturale degli Stati Uniti.
Com’è nata la Chiesa della Cannabis?
La Chiesa della Cannabis è stata fondata ufficialmente il 20 aprile 2017, una data scelta non a caso: il 20 aprile (o 4/20) è un numero significativo nella cultura della cannabis, simbolo di celebrazione e condivisione per gli appassionati di questa pianta e dalle curiose origini che, come spiega Vice, non coincidono con quella che è la convinzione diffusa tra il pubblico.
La scelta di questa data simbolica sottolinea il profondo legame tra la chiesa e la comunità di consumatori di cannabis, posizionando l’istituzione in una relazione diretta con la cultura più ampia della cannabis
La struttura che ospita la chiesa sorge nel quartiere Washington Park di Denver. In origine destinato a diventare un complesso di appartamenti, l’edificio è stato trasformato in un luogo di culto grazie all’iniziativa di Steve Berke, co-fondatore della chiesa, insieme ai suoi genitori e amici. Questa trasformazione non è stata solo fisica ma anche simbolica, segnando il passaggio da un luogo tradizionalmente religioso a uno spazio spirituale progressista e contemporaneo.
Il contesto locale di questa fondazione è altrettanto significativo.
Il Colorado, Stato pioniere nella legalizzazione della marijuana ricreativa nel 2012, offre un terreno fertile per iniziative come la Chiesa della Cannabis. Tuttavia, la chiesa opera entro i limiti legali: il consumo di cannabis è consentito solo in eventi privati e non durante le aperture pubbliche dell’edificio, rispettando le normative che vietano il fumo in spazi pubblici.
Questa la struttura organizzativa della Chiesa della Cannabis
La Chiesa Internazionale della Cannabis adotta una struttura organizzativa insolitamente flessibile e inclusiva.
Contrariamente alle tradizionali istituzioni religiose che spesso presentano gerarchie ben definite, si distingue per la sua mancanza di una gerarchia formale. Questo approccio non solo sfida il modello convenzionale di organizzazione religiosa, ma rispecchia anche la filosofia inclusiva e aperta che sta alla base dell’Elevationism, la corrente spirituale praticata all’interno della chiesa.
Al centro della comunità della Chiesa della Cannabis ci sono gli Elevationists, i membri che aderiscono ai principi e alle pratiche della chiesa. Unico nel suo genere, il loro credo non esige la conversione da altre fedi; piuttosto, viene visto come un complemento alle convinzioni spirituali preesistenti. Questo aspetto inclusivo permette agli individui di diverse fedi e sfondi culturali di partecipare alle attività della chiesa senza rinunciare alle loro credenze originarie.
La chiesa pone un’età minima di 21 anni per partecipare alle sue attività, in linea con le leggi statali sul consumo di cannabis.
In termini di crescita dei membri, la Chiesa della Cannabis ha sperimentato un’espansione notevole fin dalla sua apertura. Inizialmente, la comunità contava circa 50 membri, ma l’attenzione dei media e la crescente curiosità pubblica hanno contribuito a un aumento rapido e sostanziale. Nei soli primi due mesi dall’apertura, il numero dei membri è salito a 500, riflettendo un’ampia gamma di interessi e sfondi, uniti dalla comune venerazione per la cannabis come strumento di crescita spirituale e personale.
Uno sguardo al risultato artistico degli sforzi del patrono della Chiesa dedicata alla Cannabis
La Chiesa, situata nel pittoresco quartiere di Washington Park a Denver, Colorado, è alloggiata in un edificio che è un vero e proprio simbolo di storia e trasformazione. Questo storico edificio, originariamente una chiesa luterana di 113 anni, è stato trasformato in un luogo di culto moderno e progressista, incarnando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.
Il processo di conversione dell’edificio ha segnato una svolta significativa nella sua storia.
Acquistato inizialmente nel luglio 2015 con l’intenzione di trasformarlo in appartamenti, il destino dell’edificio ha preso una direzione diversa grazie agli sforzi di Steve Berke, co-fondatore della chiesa, e del suo team. Attraverso un approccio collaborativo e visionario, hanno trasformato la chiesa luterana in uno spazio che oggi rappresenta non solo un luogo di culto, ma anche un punto di riferimento culturale e spirituale per la comunità
La ristrutturazione, iniziata nel luglio 2016, è stata supportata da una campagna di crowdfunding su Indiegogo che ha raccolto $40,000. Questo finanziamento collettivo non solo ha aiutato a restaurare l’edificio, ma ha anche dimostrato il sostegno e l’interesse della comunità per il progetto. Il risultato è uno spazio che combina elementi storici con un design moderno, creando un ambiente unico dove tradizione e modernità convivono armoniosamente.
All’interno, la chiesa sfoggia un aspetto vivace e artistico, caratterizzato da dipinti e vetrate colorate che creano un’atmosfera psichedelica e contemplativa. Questi elementi artistici non sono solo esteticamente piacevoli, ma anche simbolici, riflettendo la missione della chiesa di favorire l’esplorazione spirituale e l’autoconsapevolezza attraverso l’uso sacramentale della cannabis. L’arte, in questo contesto, diventa uno strumento di meditazione e riflessione, stimolando i visitatori a connettersi con il loro io interiore in modi nuovi e creativi.
In conclusione
La Chiesa Internazionale della Cannabis rappresenta un capitolo intrigante e provocatorio nella narrazione della spiritualità contemporanea. Sfida i confini tradizionali della religione, integrando la cannabis come un elemento centrale del suo rituale e filosofia.
Questo approccio unico non solo ha generato interesse e curiosità in tutto il mondo, ma ha anche aperto nuove discussioni riguardanti la libertà di credo, l’espressione personale e il posto della cannabis nella società moderna.