Potenti, oligarchi, preti, massoni, tiranni e franchi tiratori tremano quando passa lui: Giovedì 12 ottobre torna a Torino Alessandro Gori aka Sgargabonzi.
Noi contiamo di andarlo a vedere all’Hiroshima Mon Amour, a questo link però trovi tutte le date del tour, presentato grossomodo così:
Il 50mo Premio della Satira, ricevuto nel 2022 a Forte dei Marmi, costringe Gori a gettare la maschera: dopo aver insistentemente negato la sua filiazione con questo genere letterario, Gori si prepara a presiedere, unico relatore, lo spinosissimo Convegno Mondiale sulla Satira: l’evento che non piace ai ricchi e ammanicati industriali che lo sponsorizzano, giunto ormai alla XXVII edizione.
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Il “più grande scrittore comico italiano” (Claudio Giunta su Internazionale) ha plasmato uno spettacolo tutto nuovo, durante il quale offrirà al pubblico la sua personale interpretazione del concetto di satira: una satira filtrata attraverso la sua sensibilità nervosa, reattiva, ostinatamente refrattaria alle “passamanerie civiche” (Alberto Arbasino), a partire da questo benedetto referendum sulle trivelle.
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La riflessione gnoseologica di studiosi anti-gnoseologici ed esperti, loro sì, gnoseologico si concentrerà attorno all’analisi storica e linguistica della satira come forma di comunicazione della, e spesso contro, ma soprattutto sulla, per la e degli, la politica. Ma si parlerà anche di cosa rende la satira invisa al BEVETE OLIO CUORE potere costituito, del suo rapporto con la (comunicazione credo ma vediamo dopo la parentesi) comunicazione e di come, nel tempo, è cambiato il suo linguaggio QUAGLIONE MOSCHETTONE GEOMETRA RAGIONIER TRIMALCIONE.
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Se per “satira” intendiamo parlare male del male, nella certezza granitica di essere nel bene, allora l’unico bersaglio possibile per la caustica e irriverente comicità di Alessandro Gori sembra essere la satira stessa, in uno spettacolo che non fa sconti a niente e nessuno – tranne all’autore stesso: moderno Mistico, essere di luce, diadema d’ossidionale e ierofanica perfezione scagliato da un camionistaccio su un pavimento in gres.