L’elettronica come materia viva e organica a Nextones 2023

Gli sciamani torinesi della Gang of Ducks, la mina vagante della Warp Lorenzo Senni, un maestro sempre in grado di stupire come Richie Hawtin. Tutto nell’ormai iconica cava di pietra di Nextones. Report a cura di Marco Spampinato. 

Tra le pietre del Teatro Natura l’immersione è immediata e totalizzante con il collettivo torinese Gang of Ducks, che sfodera due dj set ci hanno accompagnato verso la notte creando il giusto clima per proseguire la serata: è 22 luglio si è tenuta la terza giornata di Nextones, giunto quest’anno alla decima edizione. Il buio inizia ad avvolgere la cava, dalle pareti risaltano le proiezioni che Lorem genera tramite l’ausilio di reti neurali e intelligenza artificiale, il tutto in dialogo con le suggestioni sonore di Katatonic Silentio. Un’esperienza che fonde suoni e immagini generando un abbraccio ipnotico che ci ha accompagnato durante l’intera performance. Durante il cambio palco, ad un certa risalta uno striscione che riporta la scritta “Minimalism on steroid” e un piccolo logo della Warp Records.
Questo elemento basta per capire che a breve si esibirà Lorenzo Senni, talento italiano classe ’83 dallo stile inconfondibile, che dal 2016 è andato ad aggiungersi alla scuderia della storica etichetta inglese.
Melodia, ritmo e destrutturazione in un live che, anche grazie alla forte presenza scenica dell’artista, ha trasmesso una scarica di energia tale da poter essere materia di studio per la creazione di un potenziale superconduttore.

Neanche qualche piccolo problema tecnico sul finale che in qualche frangente ha portato all’interruzione della musica è riuscito ad abbassare l’intensità del clima che è andato a crearsi, e che anzi, si è mantenuto poi con VTSS. L’artista polacca ha spaziato tra vari generi, portando un dj set potente ma soprattutto eclettico, riuscendo a fondere bene techno, elettronica, fino a toccare corde nostalgiche inserendo iconici brani pop come Weekend di Michael Gray. Miscelare il tutto valorizzando i brani selezionati, riproponendoli in un dialogo interessante e originale senza mai scadere nel kitsch non è facile, ma lei è riuscita nella difficile impresa.

Si percepisce già l’aura dell’ultimo nome, un gigante che per la sua importanza nella musica techno potrebbe oscurare come minimo lo splendido paesaggio della val d’Ossola: è l’ora di Richard Michael Hawtin. Un live pensato al minimo dettaglio, un flusso ritmico continuo e ipnotico. Richie Hawtin come uno sciamano ha portato in trance un intero pubblico, condizione resa possibile anche grazie al lavoro di Ali M. Demirel: flussi di acqua, fango che sembra trasformarsi in materia organica e viva, particelle di luce che possono richiamare al tempo stesso del pulviscolo o una volta celeste, o ancora varie proiezioni riconducibili alla sfera elementale sono stati l’ultimo tassello necessario per immergere tutti in un etere fatto di ritmo, luce e buio.

Anche quest’anno il Nextones si riconferma un festival maturo, che vanta non solo una location unica ma anche (e soprattutto) una ricerca artistica finemente ragionata e mai banale, un mix perfetto che lo rende uno dei festival italiani da non perdere.