Vi raccontiamo le prime due giornate del festival a Bra con un poker di cantautori contemporanei tra i più interessanti in circolazione, in attesa delle serate di luglio dedicate alla stand up comedy insieme a Daniele Tinti e Yoko Yamada.
Report di Alessandro Giura
L’edizione 2023 di Artico Festival non poteva partire meglio. Il fatto che fosse la prima data del nuovo tour di Venerus, con cui ha presentato dal vivo il suo ultimo disco “Il Segreto”, ha portato davvero tanta magia sulla cima della collina bradese in perfetta sincronia con l’iconografia dell’artista milanese. Ma andiamo con ordine.
Il clima è perfetto al Parco della Zizzola, l’atmosfera spensierata con tanto pubblico di tutte le età intente a godersi il primo venerdì estivo dell’anno sorseggiando vino o birra, o riposandosi sul prato aspettando l’inizio degli spettacoli. Il palco posizionato davanti al Palazzo della Zizzola è molto suggestivo, abbracciato dagli alberi circostanti. Ad aprire finalmente le danze con ancora la luce del sole presente, dopo il discorso del sindaco sul palco, è stato Rareș (in copertina). Il giovane cantautore rumeno ha scaldato l’atmosfera per l’ospite principale del festival molto bene con il suo indie elettronico. Un sound fatto di synth, suoni acustici e cassa dritta, dove ha giocato tanto con l’effettistica della voce, frasi tagliate e falsetti.
Chiude il suo spettacolo proprio quando cala il buio e sale l’attesa per Venerus. La scenografia sono degli specchi tondi che riflettono le camaleontiche luci appiccicati su un telone nero, incorniciati dall’arancione che illumina il palazzo ottagonale simbolo della città di Bra. Sul palco console elettronica, pianoforte, basso, batteria, chitarra e basso.
Venerus si presenta con un outfit sgargiante, accolto calorosamente dal pubblico. Parte con il primo singolo del nuovo disco “Istruzioni”, una dedica d’amore accompagnata dal solo pianoforte che riesce a emanare immediatamente il sentimento dietro al testo e alle note. E poi si sale in crescendo, senza evitare interludi musicali tra assoli di pianoforte e di chitarra.
I musicisti sono affiatati, trasudano passione e si concendono intervalli divertenti tra di loro. L’esibizione è dedicata per la maggior parte ai brani freschi di “Il Segreto”. Lo spettacolo prosegue spedito senza disdegnare alcuni dei suoi brani precedenti che tengono il mood del concerto intatto, come l’incantevole “Sei acqua” e “Canzone per un amico”. E non può mancare “Love Anthem, No 1”: “Questa è nuova, non la conoscete di sicuro”, dice prima che parta il giro di chitarra iconico che accende il pubblico. E si riparte con le nuovi canzoni, nuovi suoni, caldi e accesi, un’atmosfera creata alla perfezione.
È incredibile pensare che sia solo il suo secondo album vista la qualità e passione che Venerus mette nell’arricchire la sua voce con suoni ricercati e trasmettere un’idea magica e romantica di musica. Quello che più emerge è la schiettezza della sua musica. Sparge un messaggio chiaro e preciso, non ci sono meccanismi per ottenere più streaming sulle piattaforme di ascolto. Andrea è un unicum nel panorama italiano grazie ad un suono dove mescola tante cose, dal soul all’ R&B. ”Il Segreto”” è un disco inusuale per essere una seconda opera, mantiene la stessa ricerca e spensieratezza del primo “Magica Musica”. Venerus è rimasto se stesso, sia in studio che dal vivo. Viene da dire “e meno male”. Permette al suo pubblico, rimasto di nicchia e interessato al suo percorso, di goderselo appieno, senza storcere il naso temendo che il successo ne comprometta lo sviluppo. Per questo Artico Festival non poteva iniziare meglio. Un artista unico, con un album fresco fresco, alla prima data del tour. Uno spettacolo godibile per intero tra luci e suoni in grado, perché no, di far innamorare, come lo è Venerus della sua musica e di chi la suona con lui.
La seconda giornata, sabato 24, comincia con lo stesso ritmo della prima nella stessa bellissima cornice. Apre la giovanissima e splendente Assurditè con il suo sound acceso e suadente come lei. Una navigata tra onde di indie, pop, qualche goccia di R&B e dance. Dopo di lei è toccato a Drast, metà degli PSICOLOGI che ha portato da vivo il suo primo album da solista “Indaco”.
Drast, all’anagrafe Marco De Cesaris, ha cominciato nell’ultimo un percorso personale, indubbiamente maturo, sia sul piano della scrittura che della qualità musicale. Un chiaro occhiolino all’Itpop che aveva fatto esplodere la bolla della musica italiana, ma non per questo meno autentico e divertente, come dimostrano brani quali “Fantastico” e “Lontanissima”. Uno show notevole di un’artista ancora di nicchia e da tenere d’occhio. Dopo c’è il tempo di ballare con i dj set della festa indie, per poi far calare il sipario sul Parco della Zizzola e la prima parte del festival. Una realtà interessantissima che può ancora crescere tanto nelle prossime edizioni visto il livello degli ospiti musicali portati a Bra.
Il festival continua cambiando location e arte. Dal Parco della Zizzola si passerà ai Giardini della Rocca. Dalla musica si passerà alla stand-up comedy, ma non scenderà il livello degli ospiti, con Daniele Tinti e Yoko Yamada pronti a far piegare dalle risate il pubblico di Artico, rispettivamente il 2 e l’8 luglio.