A cura di Umberto Scaramozzino
Un titolo così anglofilo, di questi tempi, è sovversivo. Risulta però adatto a un comedian (aridaje) che riesce a differenziarsi. Come ci riesce Daniele Tinti? Con la sua mossa crossover, la cosiddetta “finta spezza-caviglie”, che dà anche il titolo allo show attualmente in tour. Nel basket, il crossover è quel movimento in fase d’attacco che consiste nel fingere di muoversi in una direzione, spingendo il difensore a seguire, per poi cambiare improvvisamente mano e dirigersi dalla parte opposta. L’arte dell’inganno in movimento. E le caviglie fanno crack.
Il comico romano, da anni uno dei nomi di punta del roster di Comedy Central, in un doppio sold out orchestrato dal collettivo Torino Comedy Lounge al Cubo Teatro di Off Topic, fa proprio questo. Spiazza la platea, che pur ridendo dall’inizio alla fine dello show, si ritrova ad ascoltare pensieri sulla morte, sulle convenzioni sociali e tanti altri temi tutt’altro che leggeri.
Li affronta con una disinvoltura e una sagacia irresistibili, che lo pongono senza dubbio ai vertici dell’attuale scena comica italiana. Scena che – va detto – è in continua evoluzione. Da un lato abbiamo dei comici, come Francesco De Carlo, che negli ultimi spettacoli hanno cercato di fare un balzo in avanti nella sperimentazione del proprio storytelling. Dall’altro, abbiamo una schiera di artisti che cerca di affinare sempre di più il proprio repertorio, sganciandosi da tormentoni e da alcuni cliché che ormai sono talmente noti agli spettatori da rischiare di mandare all’aria uno show nel giro di una (mancata) risata.
A tal proposito, non solo Tinti riesce a distinguersi per freschezza e originalità. ma riesce persino nell’audace proposito di inserire ancora una volta – magari l’ultima? – la tematica della pandemia senza risultare esasperante o ripetitivo. Anzi qui, qualche caviglia dev’essersi spezzata.
Come da tradizione improvvisa anche, coinvolgendo un po’ il pubblico e cavalcando un’esagerata reazione arrivata in risposta al nome “Stefano Rapone”, amico e collega con il quale porta avanti uno dei podcast più amati d’Italia: Tintoria. “Torino, questo applauso era totalmente fuori luogo”, dice il comico in un momento di estrema ilarità generale. Da lì in avanti “sono Stefano Rapone” diventa un finto inside joke tra Daniele Tinti e il pubblico di Off Topic, sempre pronto a restituire al palco il giusto riscontro.
Giostrandosi tra il tragico e il comico, rievocando traumi e fornendo qualche spietato promemoria tra l’ineluttabilità della morte e quella dell’estinzione della nostra specie, sembra di assistere all’orgogliosa esibizione finale dei musicisti del Titanic, che mentre la nave affonda non rinunciano a ciò che li definisce, ciò che sanno fare meglio. Nel caso di Daniele Tinti: far ridere.