In occasione di Novissimi+, la prima edizione del bando TO.BE dedicato alla crescita professionale di artistə emergenti, provenienti da un percorso di formazione presso l’Accademia Albertina di Torino, le associazioni Ghёddo e Recontemporary presentano Floràlia, mostra personale di Fortuna De Nardo e Lorenzo Peluffo.
La proposta espositiva, curata dall’associazione Ghёddo e ospitata nello spazio di Recontemporary si inserisce in un programma più ampio di mostre che prevede la collaborazione tra artistə e spazi d’arte contemporanea del territorio torinese. L’intero progetto è realizzato con il supporto e il patrocinio dell’Accademia Albertina di Torino e con il sostegno di Fondazione Venesio.
Nel rigoglioso germogliar vernale, quando la sposa di Zefiro diffonde nettari e aromi nel mite alito del suo amato, la natura si schiude palpitante di vita. È lo sposalizio del sole tiepido con la feconda terra. È la gemma arborea genitrice delle messi che si desta stupefatta. È Flora che accoglie la vita in un abbraccio di eterna dolcezza.
Nella Roma pagana i Floràlia, o Ludi Florales, erano “giochi floreali” celebrati in onore della dea Flora. Ricorrevano ogni anno a cavallo tra aprile e maggio, quando la primavera, esuberante e silenziosa, allentava ogni pudore.
Durante i giorni di festa con il favore della dea ci si abbandonava ad ogni genere di licenziosità, con eccessi di scherzi, effluvi di vino, euforie sensuali e impeti lussuriosi. Legittimati dalla celebrazione pagana i partecipanti si spingevano entro una dimensione di panica ebbrezza, dove ogni impulso e comportamento altrimenti osceno era concesso. Alla chiusura delle feste ogni cosa tornava al suo posto, nell’ordine e nella forma che l’avevano preceduta. Il rito si era consumato.
Sono queste feste pagane a ispirare il titolo del progetto ideato da Fortuna De Nardo e Lorenzo Peluffo per lo spazio di Recontemporary.
Concepito a corollario di un’indagine estetica ed etnografica sul tema dell’edicola votiva, Floràlia diviene punto di partenza di una riflessione sulla ritualità religiosa, nelle sue espressioni più estetizzanti e bizzarre.
Nella pratica di De Nardo e Peluffo il potere dell’icona e il senso del sacro vengono astratti ed elevati fino ad abbandonare ogni carattere confessionale, approdando a significati di aspirazione universale. Allo stesso modo, anche lo strumento e l’immagine digitali, privati del loro carattere iconico e descrittivo, sono trasmodati al punto di massima essenza materiale – luce e componenti hardware – fino a raggiungere una dimensione di lirica purezza.
La liturgia, scomposta nella sua grammatica simbolica e rituale, viene qui sintetizzata in elementi primari e riprodotta in una mise-en-scène del carattere multimediale. Fuoco, icona ed ex voto sono astratti e riformulati sotto forma di luce e immagine digitale. Ad essi si aggiunge, in una polifonia di voci, il suono.
I riferimenti di De Nardo e Peluffo sono vari e attraversano la filosofia, la teologia e le scienze sociali. Il tema del giardino è sviscerato nelle sue molteplici interpretazioni, secondo letture orientali e occidentali. Il richiamo va alla tradizione biblica del Paradiso terrestre, luogo di delizie e originario stato di purezza e di felicità, e, con essa, a tutte le discipline occidentali che individuano nel giardino l’ambiente di congiunzione tra dimensione terrena e celeste, reale e onirica; fino alle filosofie orientali in cui esso incarna in forma microscopica il Cosmo, con i suoi leggeri equilibri e disordinate armonie.
L’immagine del divino è evocata da una luce celeste, colore denso di valore simbolico per ogni cultura e spesso associato alla divinità per cromatica analogia con la volta del cielo.
Ad ultimum, il suono completa l’installazione racchiudendo lo spettatore in un’atmosfera intima e rarefatta, luogo di intensa connessione interiore.
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È autore di un format radiofonico in onda su Fango Radio, piattaforma web che opera come centro di ricerca, produzione e didattica musicale.