Carmen Consoli al Flowers Festival: atipica rockstar tra Beethoven e Fugazi

Carmen Consoli racconta le sue nuove esaltanti vittorie da rockstar al Flower Festival ammaliando, disarmando e infine colpendo al cuore il pubblico di Collegno con le ormai inconfondibili ironia e sensualità.

_di Francesco La Greca

Il Flower Festival è ormai arrivato alla settima edizione e si riconferma una delle realtà musicali più
amate dell’estate torinese. Come da tradizione ad ospitare il festival è lo scenario seicentesco del ex
monastero della Certosa di Collegno: un luogo pregno di storia che per tutto il Novecento ospiterà un
manicomio di notorietà nazionale grazie anche al film di Totò “lo Smemorato di Collegno”. La direzione
artistica come sempre è a cura di Hiroshima Mon Amour e anche quest’anno non mancano nomi di
spessore quali Manuel Agnelli, gli Skunk Anansie e il sabaudo Willy Peyote. Il 5 luglio ad esibirsi sul
palco del Flowers è il turno di Carmen Consoli.

Carmen è un vino buono da stappare nelle occasioni speciali, un’artista unica che negli anni non è mai
scesa a facilonerie sviando il compromesso con la sua voce inconfondibile.

A inizio spettacolo Carmen sale sul palco sprovvista della sua fedele chitarra acustica e intona “L’uomo Nero”, tratta dal suo ultimo lavoro “Volevo Fare La Rockstar”, col l’incedere sicuro di chi sa di non aver bisogno di pose da diva per poter ammaliare.

Per l’occasione la Cantantessa si avvale oltre che della sua band (Antonio Marra alla
batteria, Marco Siniscalco al basso, Massimo Roccaforte alle chitarre), di un piccolo ensemble
orchestrale, tra cui spicca il primo violino del teatro Massimo Bellini di Catania (Completano l’insieme:
Emilia Belfiore al violino e alla viola, Concetta Sapienza al clarinetto ed Elena Guerriero al pianoforte).
Si continua attingendo dall’ultimo disco con “Mago Magone”, Carmen imbraccia ora la chitarra e
impreziosisce la performance con i raffinati arrangiamenti che da sempre la contraddistinguono.

I grandi classici non tardano ad arrivare, primo fra tutti la hit “Fiori d’arancio” qui rivisitata con gli archi a fare le
veci degli ottoni, il pubblico canta assieme a Carmen che ricorda il suo rocambolesco giorno di
matrimonio. Seguono altri grandi successi come “Pioggia d’aprile”, “Sintonia Imperfetta” e “Autunno
Dolciastro”.

Carmen Consoli è donna raffinata e sagace e così lo è la sua ironia della quale non perde occasione di
fare sfoggio quando Massimo Bellini, abbandonato per un attimo il violino, imbraccia la chitarra e viene
apostrofato dalla cantantessa: “Ora ti devi concentrare perché dalla sinfonia di Beethoven devi passare
al rock, devi suonare come i Fugazi, come i Jesus Lizard”, segue la pungente “AAA cercasi”. Sentire
Carmen citare i Jesus Lizard con quella sua marcata “r” catanese lascia spazio a diversi voli pindarici e
per un attimo sono certo che in passato mi sia imbattuto un’immagine di lei seduta a tavola tra Battiato e
David Yow, o forse quest’ultimo era Manlio Sgalambro? Ma non c’è tempo per raschiare il fondo della
propria memoria, è la volta del momento più intimo del concerto.

Accompagnata dalla sua sola chitarra Carmen canta “Blunotte”, il pubblico è rapito e se pur la canzone
parli di un amore finito decisamente male, molte sono le coppie abbracciate tra il pubblico quasi a voler
scongiurare il triste epilogo: “non ho fatto altro che sentirmi sbagliata ed ho capito soltanto adesso che
avevi paura”.

La scaletta è un vero piacere per i fan di vecchia data e tra “Parole di Burro”, “Amore di Plastica” ed
“Orfeo” si giunge al tradizionale bis. La Cantantessa omaggia Franco Battiato con “Tutto l’universo
obbedisce all’amore” che originariamente era un duetto tra i due e che ora vede Carmen cantare anche
le parti dell’amico, uno dei momenti più toccanti per chi (e tra il pubblico pare essercene tanti) ha sofferto
particolarmente la scomparsa del Maestro. Il Concerto si chiude con un forte impeto di campanilismo da
parte di Carmen con “A finestra”, rigorosamente in dialetto catanese.
Carmen Consoli si dimostra per l’ennesima volta una certezza nel panorama musicale nostrano tra impeccabile tecnica e trascinante emotività.

I numeri e gli applausi finali del Flowers Festival Festival

Sabato 16 luglio, con il concerto di Ariete sul palco del Cortile della Lavanderia a Vapore nel Parco della Certosa di Collegno (To), si è conclusa la settima edizione di Flowers Festival, la rassegna estiva punto di riferimento cittadino e tra i più importanti Festival a livello nazionale, organizzata e promossa dall’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour e Cooperativa Culturale Biancaneve in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo, con il patrocino del Ministero per la Cultura, con il sostegno di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e Città di Collegno con il contributo di Iren Sustainability Partner e Fondazione CRT.

«L’edizione 2022 di Flowers resterà nel mio cuore come quella dei 50000. Cinquantamila ragazzi che dall’alba si sono messi in coda alla biglietteria, attrezzatissimi, ordinati tranquilli, come fosse la prima vacanza delle loro vite. – ha commentato il direttore artistico Fabrizio Gargarone – Questo clima da gita scolastica inaugurato con il concerto di Guè e chiuso con Ariete, ha contagiato tutto il Festival, artisti, tecnici, personale e pubblico creando qualcosa che va oltre il successo di questa edizione. In tre Parole: Un Festival Emozionante.»

Un programma che ha segnato finalmente il ritorno di Flowers Festival e alla musica dal vivo che, per diciotto giornate, ha riportato il pubblico alla dimensione precedente al 2020 nello spazio del Cortile della Lavanderia a Vapore, al Parco della Certosa di Collegno, in quello che fu il più celebre manicomio italiano, definito nei suoi perimetri da edifici di grande valore architettonico come la Lavanderia stessa, trasformata in Casa Europea della Danza e oggi unico centro di residenza in Piemonte, l’ex Stireria attualmente in via di recupero e il Padiglione 14, detto dei “furiosi”, lo spazio più simbolico di quel luogo così come ha ricordato Matteo Cavallone, Assessore alla Cultura della Città di Collegno La nostra città, grazie al Polo regionale della danza che ha nella Lavanderia a Vapore la massima espressione, e a iniziative fortunate organizzate nel corso degli anni, su tutte il Pellerossa Festival e, dal 2015 Flowers Festival, vive un presente di prestigio, propulsivo per un futuro ispirato da grande creativa progettualità artistica”.

Le casse che vibrano. Le mani che applaudono. Le canzoni urlate al cielo. Le emozioni, i baci, i sorrisi, il cuore che torna a pulsare di energia e di grandi emozioni. È ritornato il tempo di concerti dal vivo, all’aperto, d’estate e con il pubblico in piedi. È tempo di tornare a vivere la musica, insieme.

Flowers 2022 è tornato alla sua dimensione naturale e ha restituito finalmente ai giovani e alla collettività tutta, il piacere di stare insieme, ascoltando il proprio artista preferito, per una ritrovata socialità in un’area attrezzata in quegli spazi che ha sempre utilizzato per valorizzare la cultura e renderla strumento di aggregazione sociale. Un’arena in grado di ospitare normalmente fino a 5000 spettatori, attrezzata per rendere i concerti un’esperienza unica così come sottolinea Francesco Casciano Sindaco della Città di Collegno: Le grandi opportunità offerte da Flowers Festival 2022 sono l’occasione per scoprire Collegno e il suo parco dove arte, cultura, animazione, musica si fondono in un’unica grande offerta ludico-aggregativa. Aspettiamo tutti al Flowers Festival, uno degli appuntamenti culturali più importanti a Collegno, nella Città Metropolitana e nella nostra Regione”.