“Dogs playing poker” (in italiano “I cani che giocano a poker”) è una serie di ben 18 quadri dell’artista americano Cassius Marcellus Coolidge. I più credono, erroneamente, che si tratti di un’unica e sola opera d’arte, poiché è una tela in particolare a essere diventata incredibilmente famosa, ma in realtà essa ha, appunto, 17 sorelle. L’autore di questi dipinti è stato ironicamente definito “il più celebre artista americano di cui non si è mai sentito parlare”: ecco come si può descrivere Coolidge.
La storia della serie di dipinti
Era il 1894 quando l’artista dipinse la versione originale, alla quale nel 1903 fecero seguito altre 16 tele a olio commissionate da Brown & Bigelow. E, come se 17 non fossero già abbastanza, nel 1910 venne realizzato un ultimo dipinto sulla medesima scia. L’obiettivo dell’agenzia pubblicitaria statunitense era far conoscere al pubblico un brand di sigari sponsorizzandolo su stampe, poste e calendari. Proprio questi ultimi prodotti riscossero un successo stratosferico: vennero comprati da milioni di americani e appesi in altrettanti soggiorni.
Come dice chiaramente il nome della serie, i dipinti raffigurano dei cani che giocano a poker: gli animali sanno davvero quante e quali carte vengono impiegate a poker? Certamente no, ma sono stati umanizzati al punto che il cliché del gambler viene traslato nell’universo canino: gli amici a 4 zampe fumano seduti al tavolo verde e, addirittura, in 11 opere sfoderano perfette poker face.
“A friend in need”
“A friend in need” è il dipinto più famoso della serie di Coolidge, ed è il protagonista di una vicenda piuttosto tragicomica. Nel corso della prima metà del XX secolo, nessun critico ritenne questo dipinto degno di essere chiamato arte. E molti altri critici furono d’accordo anche con il passare degli anni, fino al 2002, anno in cui il direttore del Chrysler Museum of Art in Virginia tenne un discorso. Era, precisamente, il 1° aprile e William Hennessey rilasciò un comunicato stampa nel quale si dichiarò profondamente interessato ad acquistare le 18 opere d’arte di Coolidge per esporle nel suo museo. Che onore – si potrebbe pensare. Si trattò, invece, di un atto denigratorio a tutti gli effetti, poiché l’intenzione di acquisizione fu resa nota proprio nel giorno del Pesce d’Aprile, quando tutti gli scherzi sono concessi: il direttore del Chrysler non voleva in alcun modo appendere quei quadri alle pareti del suo museo.
Benché non si possa dire che la storia dell’arte sia piena di scherzi del genere, è sicuramente ricca di fatti curiosi, e ancor di più di capolavori dal valore (oggi) inestimabile ma non apprezzati al momento della loro realizzazione. E, infatti, anche i cani che giocano a poker di Coolidge sono diventati incredibilmente iconici solo dopo diverso tempo: basti pensare che vengono anche citati in un episodio sia dei Simpson, sia di diverse serie TV e altri show televisivi. Non manca, poi, il merchandising a tema: dalle tazze, alle magliette, a qualsiasi accessorio. Ma il successo pop non è l’unica gratificazione ricevuta, anche se con grande ritardo, dall’artista: il suo primo dipinto venne venduto 6 anni fa a New York, per un totale di $658.000 – si tratta di “Poker Game”.
Come anticipato, il dipinto più famoso della serie “Dogs playing poker” è “A friend in need”: questa tela racconta una storia ben precisa, che chi osserva può scorgere in maniera chiara. Il protagonista è il bulldog che sta passando un asso al compagno – ma gli avversari se ne sono accorti! E, infatti, lo guardano, per l’appunto, in cagnesco. Ciò che rende il quadro particolarmente divertente, poi, è il pensiero che quello che sta barando dovrebbe essere l’amico più fedele e leale dell’essere umano.
Non si sa di preciso da cosa abbia tratto ispirazione Coolidge per dipingere dei simpatici cagnolini che si divertono al tavolo verde, ma quello che si sa con certezza è che l’arte era già molto popolata di soggetti (umani, però!) intenti a giocare a carte. Da Cézanne a Michelangelo, sono tanti gli artisti che hanno portato mazzi di carte sulle proprie tele: la grande novità di Coolidge è stato mettere, per la prima volta, quei mazzi in mano a dei cani (o meglio: nelle loro zampe).
Così come le carte, anche i cani erano già stati ritratti e dipinti (anche in atteggiamenti piuttosto umani), ma, anche in questo caso, Coolidge è il primo a raffigurarli al tavolo verde. C’erano già stati cani lettori e cani pensierosi, ma mani cani pokeristi. Una novità simpatica e, oggi, di grande valore monetario.