Consigli letterari di gennaio

Novità, riscoperte, rarità. La breve selezione letteraria – fatta pensando proprio al concetto di “outsiders” – privilegia le realtà maggiormente propense a stuzzicare l’interesse di un lettore onnivoro e curioso, magari desideroso di avventurarsi in qualche azzardo letterario… A cura di Alessio Moitre. 

Buoni propositi. Ad ogni giorno di gennaio recede un intento. Altroché aspettare il dodicesimo mese, già al primo ci si addentra nelle complicanze del proprio carattere, si rimane scottati dal passato. Immobile. Severo. Contraddittorio se servisse. Dotarsi di spalle forti, l’anno è ancora in burrasca. Il libro ci foraggia di buone sostanze per calpestare i sentieri irti delle settimane. Cinque consigli. Ma più che altro svariate ragnature di comprensione. Come noi. Come sempre. 

Marc Augè, “Piccole felicità”, Castelvecchi editore

Vecchia conoscenza che con la classe giuntaci dal 1934 ha avuto tempo di adattare le focali alle visioni appannate dei nostri giorni. Meno di cinquanta pagine per un libro che in sintesi riprende i rapporti, l’alterità, lo spazio, come elementi d’analisi e li tempra punzonando lievemente la carne dell’uomo contemporaneo, stressato e inarcato nello sforzo di comprendere. Una lezione di osservazione, mediata dalle intemperanze dell’essere umano. 

 

Graziano Graziani, “Atlante delle micronazioni”, Quodlibet edizioni

Uno stato tutto nostro, e finalmente! Perché gli altri ci danno a noia e ci scottano. Ma non è solo per l’autonomia ma anche per un desiderio di appartenenza, di storia, di esigenze o di interessi. Il mondo è composto da piccole eccezioni. Alcune volte davvero misconosciute. Graziani ci aiuta ad andare a zonzo per le micronazioni del mondo ed è un piacere veleggiare verso sogni e suggestioni. Ma anche granitiche certezze, si pensi al Vaticano. 

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Sam Shepard, “Spiare la prima persona”, La nave di Teseo

Sam se ne è andato quattro anni fa. L’ultimo suo lavoro è questo. Una vita da scrittore, una vita che viene narrata nel libro. Non serve altro. Da leggere. Per concludere. 

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Gian Luigi Beccaria, “I “mestieri” di Primo Levi”, Sellerio editore

Primo Levi non lo si lascia mai scappar via.C’è un efferato bisogno di analisi. Gian Luigi Beccaria ci mette del suo e non si sottrae anche al divertimento. Il terzo mestiere (chimico e scrittore l’accoppiata principale) vede il linguista come approdo verso una filologia amata e frequentata. Sorprendente e piacevole questa lettura. Consigliato per amanti ed appassionati.

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Richard Wright, “Otto uomini”, Racconti edizioni

Di recente ho scovato, ben pressato in una libreria dal profumo mucido, un suo scritto. Portava impresso l’anno del primo dopoguerra, nella traduzione di Fernanda Pivano. Wright scrittore afroamericano, adottato da Parigi in un secondo momento, è un nome che da decenni passeggia per l’Europa ma che in Italia non ha mai avuto il giusto riconoscimento. Ben venga questa nuova edizione. Soprattutto in tempi di razzismo “buonista” con finta noncuranza.

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