“Destiny 2: Oltre la Luce” è un’espansione di ghiaccio dal cuore ardente

Negli ultimi giorni ci siamo persi per i meandri di Destiny 2: Oltre la luce, l’espansione del titolo di Bungie che ci ha davvero colpito per due motivi. Si è puntato tanto, tantissimo sulla narrativa (perché la lore di Destiny è, per come la pensiamo noi, una delle cose più intriganti e ancora tutte da sfruttare sul franchise) e su un’idea di game-a-service prolungato e stratificato, ma andiamo con ordine.

Avere a che fare con un gioco come Destiny 2 è materia niente affatto semplice. Già perché il titolo di Bungie, al netto di qualche passo falso di troppo, è stato troppo spesso nell’occhio del ciclone forse perché, e vogliamo proporvi la nostra tesi subito all’inizio del pezzo così che le cose vengano messe in chiaro, è semplicemente uno degli fps più importanti di questa generazione videoludica che, in questa sua nuova espansione per il capitolo secondo, trova nuova linfa vitale e, ne siamo certi, provocherà un’impennata di attenzione nei confronti dei giocatori di tutto il mondo.

Rispetto infatti ad altri contenuti di questo titolo, Oltre la luce, fin dai primi passi (anzi ancora prima, sin dai teaser di lancio) si dichiara in maniera netta come un’espansione non soltanto quantitativa in termini di tempo ma anche e soprattutto narrativamente parlando. Ed è proprio questa la scintilla che ci ha fatto immediatamente innamorare del lavoro dei ragazzi di Bungie. Oltre la luce infatti si segnala per un design e un’estetica clamorosa, con paesaggi, ambientazioni e, perché no, biomi che, pur rimanendo fedeli allo stile di Destiny 2, si distaccano per profondità.  A differenza di tanti, troppi game-a-service che vogliono soltanto dare contenuto in termini di gameplay, di tempo di gioco effettivo, Bungie sceglie una strada se non opposto quanto meno doppia: ovvero hanno abbondato con il contenuto in termini quantitativi ma hanno fatto un lavoro egregio, se non proprio eccezionale, dal punto di vista della maturità di scrittura e, come abbiamo citato prima, nell’estetica.

Una delle cose che nelle nostre abbondanti ore di gioco sull’espansione è l’ambientazione. Europa, una delle lune di Giove infatti ci ha regalato scorci mozzafiato, facendoci sentire “piccoli piccoli” e persi nel grande deserto di ghiaccio di questo corpo celeste. Se infatti, anche a ragione, spesso Destiny è stato criticato per proporre biomi sempre un po’ simili gli uni agli altri, in questo caso andiamo proprio verso un’altra direzione. Ci è parso davvero di avere un feeling da mondo aperto e vario simile a quello che abbiamo avuto con Halo 2: ovvero un mondo non tanto brulicante di vita ma di possibilità di approcci gli uni molto diversi dagli altri.

Tuttavia Oltre la Luce non è solo estetica, anche. Come avete modo di vedere nella gif qui sopra uno degli elementi caratteristici dell’espansione, ovvero le basse temperature e segnatamente il ghiaccio, diventa nelle mani dei ragazzi di Bungie un interessantissimo elemento di gameplay. Ecco allora che uno dei migliori fps in circolazione si rinnova e si evolve ancora una volta, coadiuvato, per così dire, da un level-design che, almeno a nostro avviso, è in assoluto il migliore della serie Destiny apparso fino a qui. Grazie infatti a “livelli” che fanno anche della verticalità un loro tratto caratteristico, la nostra permanenza su Europa è stata una quintessenza di emozioni. Basta poco per farsi shottare con pochi colpi in Destiny 2 Oltre la Luce ma le possibilità che vengono date al giocatore sono tantissime.

Il nostro augurio ora è di averne ancora, di averne di più in considerazione del fatto che Bungie pare davvero avere intrapreso la strada giusta. Se questi sono i prodromi di una nuova stagione non abbandoneremo tanto facilmente Destiny 2 (specie adesso che è gratuitamente scaricabile su ogni tipo di piattaforma). Se non siamo davanti a uno sparatutto generazionale poco ci manca, anzi, ci spingiamo a dire che questo titolo, esattamente come i suoi protagonisti, viaggia tra i mondi e tra le generazioni videoludiche: buona esplorazione, cacciatori.

 

Mattia Nesto