FUTURA 1993 X OUTsiders | [INTERVISTA] Andrea Nardinocchi si è lasciato le ombre alle spalle

A volte ritornano: dopo quasi quattro anni di silenzio discografico torna il cantautore e produttore bolognese Andrea Nardinocchi che si rimette in gioco con il nuovo album La Stessa Emozione. Futura 1993 l’ha intervistato per noi alla scoperta del percorso che ha portato al nuovo Andrea Nardinocchi.


_di Mariarita Colicchio

Se qualche anno fa avessimo chiesto a un qualsiasi critico musicale chi fossero per lui le promesse della musica emergente, con ogni probabilità questo ci avrebbe risposto Andrea Nardinocchi, nome che intorno al 2012 era sulla bocca di tutti e i suoi lavori attesi con l’ansia che si ha quando ci si aspetta qualcosa di grande.

Di Nardinocchi, tuttavia, si smette di sentir parlare verso il 2016, anno successivo alla pubblicazione per Universal di Supereroe, suo secondo album, e tre anni dopo la partecipazione a Sanremo nella categoria delle nuove proposte, esperienza di fondamentale ispirazione per Sanremo, amore scusa.

E così, quello che sembrava destinato ad essere una stella, diventa una meteora.

Bisogna aspettare il 2020 per il ritorno sulle scene del cantautore e produttore bolognese, che torna in grande stile nel caldo maggio di quest’anno con La Stessa Emozione, album prodotto dai Mamakass, che ha avuto una lunga gestazione e una travagliata storia. L’album, che mischia pop, funk ed elettronica ci ripropone un artista profondo e cresciuto, pronto, finalmente, a riprendersi ciò che era suo di diritto. Per capirne meglio la genesi e approfondire questo ultimo periodo della sua carriera abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui: ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Andrea, il tuo non è affatto un nome nuovo, qualche anno fa per la critica musicale eri la promessa da mantenere. Cosa è successo in questi anni? 

Ho perso e ritrovato la passione per la musica, non ho mantenuto la promessa, mi sono riavvicinato a mio padre, ho imparato tante cose, perso e ritrovato amici, capito come devo fare per stare bene, messo a posto la casa, imparato a non stare male mentre lavo i piatti, eccetera. Poi è arrivata l’apocalisse e adesso è tutto in un limbo, nel quale tutto sommato potrebbe andare molto peggio di come sta andando.

Ti va di raccontarci il tuo percorso artistico, dalle influenze principali e il background fino ad oggi? Magari sottolineando 4 punti chiave…

Loopstation, teoria musicale, cantare per strada, imparare un pò il piano, comprare un Mac coi primi soldi fatti con le serate da cantante in una cover band. Imparare ad usarlo, imparare a fare una canzone da solo. Le influenze sono state quelle della musica dei miei, Battisti, Queen, Mina, REM e poi rap e hip hop tutta l’adolescenza. Il jazz, Jeff Buckley, Ray Charles li ho scoperti quando ho iniziato a cantare e studiare musica nel 2004

Torniamo al presente: qualche giorno fa è uscito il tuo terzo album, La stessa Emozione, che ha il sapore di un ritorno più sereno. È così? Possiamo parlare di un momento di catarsi? 

La catarsi di solito la vivo appena capisco cosa sto cercando di dire in un pezzo che sto scrivendo, ma ancor di più quando quel pezzo è finito e me lo posso ascoltare senza odiarlo troppo perché l’ho sentito troppe volte, durante l’uscita di un disco invece vivo una specie di distacco violento quasi da tutti i ricordi e le immagini collegate al disco in questione. Sicuramente a questo giro ero più sereno che nei due precedenti, poi però è arrivata l’apocalisse e quindi non è facile avere un’idea chiara di come mi sono sentito veramente e anche di come mi sento adesso

In La stessa Emozione c’è anche Sanremo, amore scusa, brano che anticipava l’album già nel 2018 e che racconta la tua esperienza al festival nella sezione giovani del 2013. Ti va di raccontarci come nasce e il perché della pubblicazione 5 anni dopo? 

Sanremo Amore Scusa è un ottimo esempio per riassumere il motivo per il quale scrivo. Io scrivo per raccontare e capire me stesso e quello che mi succede liberandomi delle cose poco chiare dentro di me, le parole di cui mi vergogno che mi fluttuano nei pensieri e non mi lasciano in pace. Molte volte, anzi praticamente sempre, è necessario che passi del tempo per metabolizzare un’esperienza, più è stata forte e d’impatto più tempo è necessario per digerirla.

In questo tuo album c’è un brano più sentito degli altri? Uno a cui ti sentì più vicino o che ti emoziona di più?

Sì e no. Sì perché ci sono ovviamente sempre le mie preferite, no perché cambiano in base ai periodi e ai momenti. Tutti i pezzi che ho scritto sono stati almeno una volta il mio pezzo preferito di sempre.

Ti va di parlarci della collaborazione dal lato della produzione, con i Mamakass? Come è stato lavorare con loro? Quale è stata l’atmosfera in studio?

Fabio e Carlo per me sono due persone speciali che ho incontrato nel molto complicato mondo della musica. Il nostro modo di lavorare a questo disco è stato molto Zen. Io non volevo più sporcarmi le mani con la produzione e volevo farmi stupire da loro lasciandogli carta bianca e così abbiamo fatto. Non sempre è stata trovata l’idea giusta al primo colpo su ogni pezzo ed in questo ho dovuto capire anche io che cosa stavo cercando e che direzione dovesse avere il disco. Ci abbiamo messo circa un anno a produrre il tutto e devo dire che ne è valsa la pena.

Nella tua carriera artistica hai collaborato con alcuni nomi di spicco, ad oggi c’è qualcuno con cui ti sentì più affine o la tua musica deve svilupparsi in solitudine?

Non ne ho la più pallida idea, forse sì però, forse preferisco la solitudine, anche se resto sempre aperto a tutto!

Tempi permettendo, state già pensando ai live? Sei curioso di sperimentare questa nuova dimensione, quasi assente nel tuo percorso precedente? 

Prima o poi arriverà un giorno in cui sarò di nuovo sopra un palco. Affianco a me ci sono dei miei amici e sto suonando davanti a della gente che aveva voglia di sentirmi! Però non so quando succederà, lo vedo nei miei pensieri e basta.

Cosa ti aspetti da te stesso, a livello di musica, da ora in poi?

Non mi piace avere aspettative, come le definizioni, cerco in tutti i modi di evitare di averne. Quindi non me lo aspetto, ma so che sarò sempre più bravo a fare esattamente quello che mi piace a livello di musica.

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