Zelda – Dietro la leggenda: Salva Fernández ci racconta l’eterno successo della saga

Pubblicato da Multiplayer Edizioni Zelda – Dietro la leggenda di Salva Fernández è uno dei titoli più completi e definitivi sulle avventure di Zelda. 

_
_di Mattia Nesto

 

Come per i libri, gli spettacoli teatrali, le canzoni o i film anche nel mondo dei videogiochi ci sono delle vere e proprie saghe che, nonostante passino gli anni, non perdono di un briciolo il loro fascino e, giustappunto, la loro magia. Ovviamente si può pensare a Super Mario, il portabandiera assoluto di casa Nintendo ma anche titoli come Metal Gear, Crash Bandicoot o, più recentemente, Uncharted, God of War e, naturalmente, Final Fantasy sono sempre sinonimo di uscite speciali. Tuttavia la palma di serie più speciale tra quelle speciali va alla serie dei The Legend of Zelda.

Se forse ci seguite sapete quanto noi di OUTsiders Webzine siamo legati agli Zelda, come si può ben capire da questo pezzo scritto per celebrare i vent’anni dall’uscita di The Legend of Zelda: Ocarina of Time , perché abbiamo, sin da piccoli, trovato una concentrazione di magia, capacità di narrare vicende anche oscure in modo semplice ma non banale e, soprattutto, una creatività mai doma in praticamente tutti i titoli dal 1986 ad oggi. Ecco allora che abbiamo accolto con grande gioia e fortissima curiosità la notizia della pubblicazione, da parte di Multiplayer Edizione (che, ancora una volta, si conferma sempre prontissima a tradurre i volumi più interessanti a tema gaming oggigiorno) di Zelda – Dietro la Leggenda, il libro firmato da Salva Fernández dedicato appunto alla saga di Link.

Zelda – Dietro la Leggenda è un libro che pur se di fatto non lo è ha l’ambizione di essere un’opera enciclopedia e riassuntiva dell’intera epopea degli Zelda, dalla prima uscita del 1986 sino a The Legend of Zelda: Breath of the Wild del 2017 per Nintendo Switch. Mescolando citazioni tratte dai principali siti e riviste del settore con episodi biografici, Fernández scrive un libro agile, che si può leggende saltando, per così dire, ai capitoli dedicati agli episodi più amato del franchise (o a quelli a cui, banalmente, si è più giocato) per poi recuperare gli episodi meno noti. Fernández è abile perché attraverso una scrittura semplice e diretta pone sul tavolo tutti gli elementi che rendono gli Zelda così speciali e che noi potremmo riassumere in tre punti.

• Zelda è il vero e proprio benchmark di casa Nintendo
• Innovare sempre, ripetersi mai
• Senza perdere la tenerezza

Andiamo adesso ad analizzare punto per punto questi tre elementi che concorrono a rendere Zelda tanto amato.

Zelda è il vero e proprio benchmark di casa Nintendo

Partiamo da un dato di fatto piuttosto evidente. Al di là dell’ispirazione artistica e delle finalità di gameplay se c’è stata una cosa che la saga di Zelda ha saputo fare è stato quello di porsi come vero e proprio benchmark per la nuova console di casa Nintendo. Infatti grosso modo sin dai tempi del già citato Ocarina of Time per saggiare, sfruttare e mettere alla prova le specifiche tecniche e le possibilità offerte dal gameplay della console di riferimento Nintendo. In OoT, ad esempio, si è sperimentato come mai prima di allora, se non per il contemporaneo e sublime Super Mario 64, un gioco espressamente pensato per il 3d, la grande novità del Nintendo 64. Ocarina of Time infatti è riuscito non soltanto a sfruttare alla grande la nuova tecnologica in tre dimensioni ma anche di utilizzare la maggiore disponibilità di tasti fornita dal controller del 64. Innovazione tecnologica che è stata anche quella cardine di Twilight Princess, che sfruttava la specificità dei controller di movimento di Nintendo Wii o, per citare un esempio, la rivoluzione operata da Breath of the Wild che pur presentandosi come un open-world ha permesso al giocatore di raggiungere, letteralmente, ogni punto della mappa di gioco. Dove si alzava l’asticella, insomma, c’è uno Zelda.

Innovare sempre, ripetersi mai

Alcune legacy nel mondo dei videogiochi hanno fatto della loro fedeltà alla linea un vero e proprio marchio di fabbrica. Basti pensare, per esempio, ai vari titoli di Pokemon. Tuttavia con gli Zelda le cose stanno proprio agli antipodi. Infatti è praticamente impossibile trovare un titolo Zelda uguale all’altro. Una volta a dominare c’è la visuale isometrica chiaro richiamo alla logiche old-school dei primi titoli, altre volte invece si propone una sorta di puzzle-game travestito da gioco action mentre, un’altra volta, si punta tutta sul combat-system. Insomma non c’è mai uno Zelda uguale all’altro e anche quando c’è un seguito diretto, pensiamo, per esempio a Majora’s Mask, che utilizza lo stesso motore grafico e mondo di gioco di Ocarina of Time, le premesse sono totalmente differenti. Majora’s Mask pone davanti al giocatore una sfida a tempo, un limite di tre giorni, 72 ore di gioco per salvare il mondo altrimenti sarà, ma sul serio, l’Apocalisse. Qualcosa di memorabile no?

Senza perdere la tenerezza



Anche nei capitoli, per altro molto pochi, più sfortunati degli Zelda, e l’autore del volume lo sottolinea sempre, non viene mai a mancare quell’amore e quella cura tipica di casa Nintendo. Infatti ogni titolo di Zelda ha, per lo meno, una trovata che, da sola, potrebbe reggere un’intera serie di giochi, estremizzando il concetto, normali. Questo status di specialità, diciamo così, è comprovato non soltanto dal successo di vendite di ogni nuovo titolo ma anche e soprattutto nella permanenza nell’immaginario collettivo. Gaming vuol dire Super Mario certo ma anche Zelda e, non a caso, se uno va a spulciare tutte le classifiche sui migliori giochi degli ultimi venti o trent’anni vedrà una serie lunga così di Zelda. Come dice Fernández, The Legend of Zelda non è una serie di giochi come tanti, ma è una serie da leggenda, anzi da mito vero e proprio.