Vinci il live degli Zu a sPAZIO211

Carboniferous, l’iconico album degli Zu, compie 10 anni: per l’occasione, la formazione originale composta da Luca T. Mai, Jacopo Battaglia e Massimo Pupillo si riunisce sui palchi europei per spegnere le candeline insieme ai propri fan. OUTsiders webzine, in collaborazione con la crew di Bonsai e con sPAZIO211, mette in palio 2 biglietti per il live degli Zu, giovedì 9 maggio nella location torinese di Barriera di Milano. 

-Come vincere?

1) Mettere “Mi Piace” alla pagina facebook di OUTsiders webzine (trovi link qui)

2) Mettere “parteciperò” all’evento Facebook

3) Commentare questo link sulla nostra pagina Facebook (proprio tra i commenti Fb) con l’hashtag #BONSAIZUOUTSIDERS

Come fai a ritrovare il nostro post originale per commentarlo? Ti basta andare sulla nostra pagina Facebook:

– Sulla colonnina di sinistra troverai la voce “post”: cliccaci su.
– A questo punto sulla colonnina di destra troverai la dicitura “Cerca post in questa pagina” e ti basterà digitare “CONTEST BE FOREST” per ritrovare il post giusto da commentare”.
– È più facile a farsi che a dirsi: promettiamo!

NOTA BENE:
Verranno messi in palio due biglietti, uno per persona. I vincitori dei biglietti verranno estratti a sorte e contattati via Facebook (controllate la casella spam). Il contest chiuderà giovedì 9 maggio.

 sPAZIO211 in collaborazione con TUM / TOLK Distribution e Swamp Booking presentano:

Zu – Carboniferous 10th Anniversary
Formazione originale con Massimo, Luca e Jacopo.

GIOVEDI 9 MAGGIO 2019
🚩 sPAZIO211 | Via Cigna 211, Torino
Apertura porte 21:29

Ingresso €10 + ddp

Acquista qui:
>> prevendita:
>> biglietti disponibili in cassa 

Recensione del disco di Sentireascoltare del 2009:
Zu non sbaglia un colpo. Non ci pensa neanche la band romana ad indietreggiare e non pare per niente propensa a fare passi falsi. Dieci anni di dischi, critiche positive e tour in tutto il mondo, non sono riusciti ad appagare il trio romano, che si tiene distante dalla tentazione di accomodarsi sui famigerati allori. Dieci anni durante i quali Luca T. Mai, Jacopo Battaglia e Massimo Pupillo le hanno provate davvero tutte, trovando il coraggio, di volta in volta, di ricominciare da capo, facendo si che ogni esperimento potesse godere di vita propria.

La formula del 3+1 (con il trio a costituire la struttura di svariate collaborazioni) ha concretizzato questo spirito progressivo, creando incroci “pericolosi” che di volta in volta hanno parlato un linguaggio diverso. Thurston Moore, Steve Mackay degli Stooges, i jazzisti Ken Vandermark, Han Bennink e Mats-olof Gustafsson, Nobukazu Takemura, il violoncellista Fred Lonberg-Holm, la band hip hop dälek, sono solo alcuni dei nomi che hanno vestito i panni del “quarto Zu”, influendo radicalmente sulle idee del trio ostiense.

Carboniferous è un disco importante, un ennesimo punto di svolta. E per vari motivi. Intanto perché, come prima si è accennato, piazza la decima candelina sulla torta di una carriera discografica di tutto rispetto. Poi perché segna l’inizio della collaborazione di Zu per la Ipecac Recordings di Mike Patton, coronamento di un incontro musicale già rodato dal vivo durante il tour con la doppia band Melvins Fantomas. Terzo, perché per la prima volta non c’è un “quarto”, almeno in organico. Già perché di ospiti illustri ce ne sono comunque. A parte lo stesso Patton, che presta la sua voce trasformista e un pizzico di Mr. Bungle alla causa (come definire altrimenti le atmosfere schizofreniche di Soulympicse Beata Viscera?), si aggiunge al gruppo anche la chitarra di King Buzzo (Buzz Osborne) dei Melvins.

Le soluzioni di questa bizzarra equazione sorprenderebbero anche il più scettico. La durezza metal e i tempi quasi doom, caratteristici del sound del trio, che trovano espressione nelle atmosfere dark di Chthonian e Carbon, lasciano spesso e volentieri il posto a velocissime cavalcate math-noise (Ostia), a follie hardcore alla Naked City (Erinys), arrivando a spingersi fino all’ambient delirante di Orc.

Un pot-pourri coerente, nel quale neanche per un attimo si perde la bussola dello stile che ormai i Nostri hanno scolpito nella roccia di un sound granitico, spigoloso e ormai assolutamente inconfondibile.