Se aspettavate il nuovo album di Tom Morello per spaccarvi i timpani a suon di riff sparati in faccia a volumi fuori legge resterete – ovviamente – delusi. Uscito su Mom + Pop Music, l’ultimo disco del guitar hero americano – intitolato “The Atlas Underground” – è sostanzialmente un album EDM con incursioni rap-pop e qualche vena di rock non ancora soppressa (in brani come Battle Sirens, Roadrunner o Vigilante Nocturno).
_
_di Pantaleo Romano
L’intento dichiarato è infatti di “creare un nuovo genere di musica”. Obiettivo tanto ambizioso quanto fallimentare, ovviamente. Il risultato però è un caleidoscopio di influenze tutto sommato ben assortite. E si capisce bene dalle featuring di spessore che vanno in ogni direzione musicale. Da Vic Mensa a Marcus Mumford dai Portugal. The Man a Steve Aoki: ogni brano ha almeno un featuring che ne determina lo stile e s’intreccia alle chitarracce di Tom Morello.
Chitarracce perché di chitarre nell’album ce ne sono tantissime ma dai suoni talmente esasperati da sembrare synth o drum machine, mentre batterie e urla belluine che provano ad evocare il background più “sperimentale” di Morello. L’idea alla base dell’album è la rivolta, quella rabbia mai placata contro il sistema e le ingiustizie che da sempre anima di questi outsider della sei corde. Come lui stesso racconta durante un’intervista, dai toni – va detto – giusto un tantino messianici:
“Mi sono sempre dedicato sia come musicista che come attivista alla lotta contro ogni forma di ingiustizia. In questo clima di imminente rovina, è tempo di riunire le truppe in un ultimo disperato tentativo di salvare il pianeta e le nostre anime artistiche. Sfidando i limiti di ciò che è la musica e di come ha suonato in passato, puoi aprire gli occhi della gente per cambiare lo status quo nella società”.
Tom Morello dimostra per lo meno un certo coraggio: potrebbe “andare sul sicuro” mentre sceglie di sparigliare le carte in tavola, sebbene poi non riesca più a mettere i pezzi in un ordine sensato ed interessante. Il futuro ci dirà se questo è l’inizio di un nuovo ciclo per il chitarrista americano o resterà solo un progetto isolato. Intanto il prossimo appuntamento è nel 2019, quando uscirà l’atteso secondo album dei Prophets of Rage. E, in fondo, è proprio quando lo vediamo infervorato sul palco che capiamo di voler ancora bene al vecchio Tom.