Outlaw King: il re fuorilegge di Netflix

Onore, battaglie e amore: Outlaw King ci regala emozioni di oggi in una cornice medievale di lodevole realismo, arruolando nel suo esercito un eroe di Hollywood, Chris Pine. Presentato in anteprima al Toronto Film Festival, forse non entrerà negli annali del colosso Netflix, ma è una ricostruzione storica accurata, lodevole, godibile. 

_di Sara Carda

Il 9 novembre Netflix ha lanciato uno dei suoi ultimi prodotti, il film originale in onore di una delle figure più importanti della Scozia, il re Robert I: Outlaw KingA impersonare il leggendario sovrano, niente meno che l’ultimo capitano dell’Enterprise, Chris Pine, quasi irriconoscibile dietro barba e capelli brizzolati, non fosse per il sorriso made in Kirk che non viene meno neanche nelle Highlands.

Il film ripercorre parte della biografia del sovrano. Dalla sconfitta contro Edoardo I, il re inglese che si appropriò del trono di Scozia approfittando di un vuoto nel potere, alla ribellione del popolo delle Highlands che incoronò Robert Bruce come guida, per concludersi con la battaglia di Loundoun Hill, evento svolta che avrebbe portato, di lì a una ventina d’anni, all’abbandono delle pretese inglesi sul trono di Scozia. Almeno temporaneamente, ma nella storia, avere un centinaio d’anni di pace è già una conquista degna di ballate eterne.

Il film è storicamente accurato, a differenza del suo predecessore ambientato pochi anni prima, il famoso Braveheart di Mel Gibson, che ci regalò un indimenticabile Mel in tartan con la faccia blu intento a incitare il suo esercito, ma che fu largo di licenze storiche.

Qui abbiamo una concessione sul finale, con un drammatico duello tra i due contendenti alla corona mai avvenuto, ma per il resto il realismo è un punto forza, anche se forse un po’ troppo crudo nelle scene di battaglia. Ma per il pubblico svezzato da Game of Thrones cosa vuoi che sia un po’ di sangue?

Presentato in anteprima al Toronto Film Festival, il film è una piccola perla che va ad aggiungersi alla collezione di Netflix, che si impone sempre più tra i grandi produttori con pellicole originali e audaci, ma dal budget hollywoodiano. Ormai, “il grande cinema a casa tua” non è più solo il motto di Sky, ma una realtà vera e propria che comprende uscite e lanci al pari di quelle cinematografiche.

La presenza di Chris Pine, oltre a confermare come il colosso dello streaming catturi sempre più attori pluriaffermati come falene alla fiamma, dà spessore al film, che regge interamente sulle sue spalle di cotta maglia.

La storia del suo Robert Bruce, pretendente al trono che il popolo stesso pregò di prendere la corona per governarli legittimamente, è una di quelle storie che il passato sembra aver scritto per essere un film. Pine e David Mackenzie, regista britannico classe ’66, ce la raccontano incentrandosi sull’uomo, un marito e padre di famiglia, ma anche un guerriero e un laird, che accettò il peso affidatogli del destino del suo paese con la consapevolezza di dover fare la sua parte. Non un Artù invincibile, ma un uomo con dubbi e rimpianti, che prega Dio per la strada da seguire e abbraccia la moglie per cercare forza. A ricordarci che chi compie azioni straordinarie è chi decide di agire secondo coscienza, anziché stare a guardare.