Da Elliot Erwitt a Hito Steyerl, passando per i Macchiaioli: le mostre di ottobre a Torino

Cosa non perdersi della programmazione artistica mensile, tra musei e gallerie, mostre appena inaugurate o in scadenza. L’elenco è in continuo aggiornamento. 

La stagione artistica sabauda decolla definitivamente dopo un settembre di transizione: è il preludio al “gran ballo” del Contemporaneo di inizio novembre.

Fino al 10/02/19 al Museo Ettore Fico: 100%Italia. 

Mostra dedicata agli ultimi cento anni di arte italiana, occasione per evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana che ha saputo segnare profondamente la creatività europea e mondiale. In un momento in cui il valore identitario di una nazione deve essere ripreso, riconfermato e ribadito, non per prevaricare, ma per aiutare la comprensione della storia, 100%Italia vuole fare il punto e riproporre evidenti valori che per un tempo troppo lungo molti critici hanno sottovalutato. Gli artisti considerati come capisaldi della cultura internazionale verranno esposti, ognuno con una o più opere rappresentative del proprio percorso e del periodo storico di appartenenza. Mostra organizzata sugli assi Torino-Biella-Vercelli, offrirà un percorso tematico in ogni sede, affrontando i diversi movimenti che hanno scandito l’ultimo secolo.

Fino al 13/01/19 a CAMERA: CAMERA POP. La fotografia della Pop Art di Warhol, Schifano e co.

La mostra ripercorre la storia della trasformazione del documento fotografico in opera d’arte, giunta al culmine negli anni ’60. Fino al 13 gennaio 2019 saranno visibile oltre 150 opere che illustrano la varietà del fenomeno mondiale della Pop Art (clicca qui per visitare il sito di CAMERA)

Tra i protagonisti presenti in mostra si possono citare gli americani Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Jim Dine, Ken Heyman, Ed Ruscha, Joe Goode, Ray Johnson, Rosalyn Drexler; gli inglesi Richard Hamilton, Peter Blake, Allen Jones, Joe Tilson, David Hockney, Gerald Laing, Derek Boshier; i tedeschi Sigmar Polke, Wolf Vostell; gli italiani Mimmo Rotella, Michelangelo Pistoletto, Franco Angeli, Umberto Bignardi, Gianni Bertini, Claudio Cintoli, Sebastiano Vassalli e tanti altri.

Reggia di Venaria: Easy Rider (fino al 24/02), Ercole e il suo mito (fino al 10/03) e Personae di Elliot Erwitt (fino al 24/02).

Nella Citroniera delle Scuerie Juvarriane, la mostra Easy Rider, inaugurata lo scorso luglio e visibile fino al 24 febbraio 2019, racconta la motocicletta, tra stile, velocità, prestazioni e di come ha alimentato diversi miti (dal viaggio alla conquista della libertà) e la cultura (letteratura, cinema, arti visive, fotografia, moda, design, costume e società).

Nelle Sale delle Arti a partire dal 13 settembre fino al 10 marzo 2019, Ercole e il suo mito, le cui opere testimoniano l’enorme fortuna a livello iconografico e narrativo degli episodi della vita di Ercole e insieme il forte fascino della sua immagine nei secoli. La mostra coincide con i lavori di restauro della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, dominata dalla Statua dell’Hercole Colosso, la cui riproposizione al pubblico rappresenta una delle fasi conclusive del grande restauro della Venaria.

Nelle Sale dei Paggidal 27 settembre al 24 febbraio, la prima retrospettiva di Elliott Erwitt che comprende sia le fotografie in bianco e nero che a colori, per una raccolta di oltre 170 immagini. Il percorso espositivo mette in evidenza l’eleganza compositiva, la profonda umanità, l’ironia e talvolta la comicità del grande fotografo americano: tutte caratteristiche che rendono Erwitt un autore amatissimo e inimitabile, considerato il “fotografo della commedia umana”.

MAO – Museo di Arte Orientale: Goemon (fino al 21/10) e Nomadi dell’Asia (fino al 14/10)

Un’immerisone nel personaggio immaginario di Goemon XIII, creato dal mangaka giapponese Monkey Punch (pseudonimo di Kazuhiko Kato) ispirandosi al leggendario bandito vissuto nella seconda metà del Cinquecento che rubava per dare ai poveri  e che ispirò personaggio manga Goemon XIII della serie Arsenio Lupin III.

Sempre al MAO una raffinata serie di scatti dedicati ai nomadi delle regioni dei Monti Zagros in Iran. Sviluppati seguendo le rotte dell’Asia centrale, lungo le praterie mongole, fino alla Cina e alla Siberia. Le immagini raccontano storie di famiglie e di tribù, di sforzi collettivi e singole esperienze, feste, momenti di lavoro e di riposo, donne che tessono e cucinano, pascolano le mandrie e cullano i bambini, uomini che cacciano con l’aquila, che si scambiano segni di amicizia, o si occupano con tutta la famiglia degli animali e dei lavori più pesanti. Nomadi dell’Asia sarà esposta dall’8 settembre fino al 14 ottobre.

Dal 29 ottobre alla Fondazione Merz: Shkrepëtima di Petrit Halilaj. 

Il suo lavoro si interroga su come si costituisca la memoria collettiva di una comunità e mira ad agire come una scintilla. In lingua albanese il termine Shkrepëtima significa infatti “lampo” e, per estensione, indica un pensiero improvviso e intenso che funziona come attivatore di coscienze, ma richiama anche l’eredità storica dell’omonima rivista culturale multietnica pubblicata a Runik tra gli anni Settanta e Ottanta. La mostra proseguirà fino al 3 febbraio 2019.

Castello di Rivoli: Giorgio de Chirico (fino al 4/11), Nalini Malani (fino al 6/01) e Hito Steyerl. City of Broken Windows dal 31/10

Al Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea prosegue fino al 4 novembre la rassegna su Giorgio de Chirico, iniziatore della pittura metafisica, le cui immagini enigmatiche, attraverso una pittura caratterizzata da ombre nette e colori piatti, rimandano alla sospensione del tempo, all’immobilità, alla fragilità della coscienza, all’inesprimibile e allo smarrimento che sono grammatica dei sogni, cifra stilistica originale che è esito della profonda cultura filosofica, letteraria e figurativa dell’artista.

Contemporaneamente, a partire dal 18 settembre e fino al 6 gennaioNalini Malani: La rivolta dei morti. Retrospettiva 1969 – 2018. Parte II, mostra che copre quasi cinquant’anni di carriera artistica articolata in due parti, ciascuna delle quali comprende una differente selezione di opere. Dopo la prima parte, allestita al Centre Pompidou nell’autunno del 2017, la seconda parte della retrospettiva esordisce al Castello di Rivoli.

Tra gli artisti e teorici più attivi nell’era della globalizzazione digitale, Hito Steyerl interroga il ruolo dei media, della tecnologia e della circolazione delle immagini. Per la mostra al Castello, crea una nuova installazione multimediale The City of Broken Windows (La città delle finestre rotte) (2018), nata dalla ricerca sulle pratiche delle industrie di Intelligenza Artificiale, dalle tecnologie di sorveglianza e dal ruolo dei musei nella società oggi.

Fino al 20/10 alle OGR: “Dancing is what we make of falling”

Dal 13 settembre al 20 ottobre presso il Binario 2 “Dancing is what we make of falling”, una mostra in cui video di artisti di provenienze e generazioni diverse si sommano, in un racconto a più voci, e con più registri. Sei appuntamenti serali scandiscono la mostra, presentando ogni settimana un nuovo lavoro grazie agli interventi di ricercatori, artisti e collaboratori. Ogni evento vuole essere un’occasione di incontro e riflessione condivisa coi partecipanti, trasformando lo spazio di mostra in uno luogo di ritrovo e dibattito critico. La mostra è a ingresso libero con prenotazione obbligatoria al link seguente:  www.ogrtorino.it/events/dancing-is-what-we-make-of-falling

Fino al 19/10 al Mucho Mas: “Anche queste fidate cose ti saranno in eterno ignote” di Achille Filipponi

Presso il Mucho Mas di c.so Brescia la personale di Achille Filipponi, artista torinese classe 1981, “Anche queste fidate cose ti saranno in eterno ignote”, in apertura il 19 settembre alle 18:30. ‘Anche queste fidate cose ti saranno in eterno ignote’ di Achille Filipponi è un’indagine sul solco invalicabile tra il fotografico e il reale. Le immagini marcano una distanza, parlano di una restituzione impossibile che la fotografia tenta di completare ogni volta rispetto all’accaduto, senza poter riuscire. Ciò che vediamo è frutto di un atto fotografico ridotto ai suoi minimi termini, un ‘grande altro’ autonomo che in questo caso, come nel verso di Ernst Meister, non riconcilia ma allontana.

Fino al 27/10 presso il Quartz Studio: The Bubble Boy (Needs a Hug) di Riccardo Previdi

Al Quartz Studio la prima personale di Riccardo Previdi (Milano, 1974) a Torino, The Bubble Boy (Needs a Hug). Il titolo della mostra è dedicato a David Vetter, nato con una grave immunodeficienza genetica che gli impediva di avere contatti con ciò che lo circondava, costringendolo a vivere in una bolla di plastica per essere protetto da eventuali contagi e diventando così una celebrità: fotografi, serie televisive e registi tradussero in immagini la vicenda di David, emblema di un mondo che va sempre più affidandosi alla tecnologia come scudo difensivo e protettivo.

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Fino al 27/10 alla Galleria Raffaella De Chirico: Reliefs (collettiva)

La stagione espositiva della galleria Raffaella De Chirico inizia il 20 settembre alle 18:30 con una collettiva dedicata al rilievo e alla materia in tal senso declinata, che proseguirà fino al 27 ottobreQuindici artisti con ricerche e percorsi differenti in dialogo tra loro, eterogenei seppur legati dalla sperimentazione per i materiali che diventano aggettanti, oltrepassando e superando la superficie. I protagonisti saranno César, Claudio Cintoli, Claudio Costa, Mattia Ferretti, Raffaella Formenti, Lorenzo Guerrini, Maurice Henry, Jiří Kolář, Maurice Lemaitre, Edgardo Mannucci, Louise Nevelson, Pino Pascali, Ralph Rumney, Cristina Swan, Wolf Vostell.

Fino al l’1/12 alla Galleria Moitre – “Andrea Famà – Idronefrosi”

La Galleria Moitre presenta “Idronefrosi”, mostra personale di Andrea Famà curata dall’Associazione Quasi Quadro, dove l’ artista analizza e rivela quella che in questi anni è stata la sua condizione psicofisica. L’Idronefrosi è la dilatazione del bacinetto renale che causa il ristagno dell’urina e ne impedisce il deflusso, provocando la compressione del rene. Tale patologia si manifesta con dolori profondi in rapporto alla distensione della sacca, oppure può restare silente a lungo e rivelarsi solo per un’eventuale complicazione infiammatoria, che si palesa con febbre suppurativa, emissione di pus con le urine, dolori e tumefazione lombare. La cura è essenzialmente chirurgica e può richiedere l’asportazione del rene malato (nefrectomia).
Un sogno premonitore anticipò quel che sarebbe successivamente avvenuto: un tonfo nella notte prese possesso del corpo e dell’anima, prepotente, metallico, malefico; dopo anni di silenzio il grosso incomodo che interrompeva la via si presentò ancor più aggressivo e incessante. Un vortice strozzato si palesa impossessandosi dello spazio, estende le sue membra fino a diventare protagonista minaccioso della scena, destando una sublime inquietudine. L’ artista esorcizza il suo dolore, attinge alla paura e all’ ansia, materializzandola più nera e possente che mai.

Dal 16 ottobre al 31 ottobre 2018 alla Galleria Febo e Dafne: Sandro Gramolelli, Le Ferite dell’Anima

In questa mostra Gramolelli espone le sue ultime ricerche di stile e di contenuto. Ama definirsi “pittore olistico” ed “entronauta” a sottolineare il significato di indagine e di conoscenza che l’arte ha sempre assunto, oltre che per il suo lavoro professionale, anche per il suo percorso umano ed esperienziale. Sia nei soggetti di paesaggio, sia per quelli di ritratto, ciò che emerge dalle sue tele è la rivelazione di una realtà sottesa allo sguardo superficiale delle cose. L’intensità dei suoi colori, gli sguardi dei personaggi femminili, le ambientazioni surreali, ogni elemento utilizzato per la realizzazione delle sue opere diviene strumento per sollevare il velo e scoprire gli universi che dietro ad ogni persona si celano e si rivelano attraverso l’intensità di uno sguardo. Colpiscono, infatti, a prima vista nei suoi ritratti, le intensità degli sguardi, la bellezza raffigurata, che non vuole essere effimera apparenza, ma che con una malinconia sussurrata, rimanda a dimensioni intime.

dal 26 Ottobre 2018 a 24 Marzo 2019 alla GAM:  I MACCHIAIOLI, Arte italiana verso la modernità

L’esperienza dei pittori macchiaioli ha costituito uno dei momenti più alti e significativi della volontà di rinnovamento dei linguaggi figurativi, divenuta prioritaria alla metà dell’Ottocento. Fu a Firenze che i giovani frequentatori del Caffè Michelangiolo misero a punto la ‘macchia’. Questa coraggiosa sperimentazione porterà a un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti. Negli anni della sua proclamazione a capitale del Regno d’Italia, Torino visse una stagione di particolare fermento culturale. È proprio a questo periodo, e precisamente nel 1863, che risale la nascita della collezione civica d’arte moderna – l’attuale GAM – che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea.

Dal 12 ottobre all’11 novembre all’Ex Borsa Valori – World Press Photo Exhibition

Nata nel 1955 e con base ad Amsterdam, la Fondazione World Press Photo si distingue ormai da sei decadi per essere una delle maggiori organizzazioni indipendenti e no-profit impegnata nella tutela la libertà di informazione, inchiesta ed espressione, promuovendo in tutto il mondo il fotogiornalismo di qualità.
Oltre ad offrire un ampio portfolio di attività comunicative, educative e di ricerca, la World Press Photo Foundation vanta il concorso di fotoreportage più prestigioso al mondo con la partecipazione annuale di circa 6.000 fotoreporter, provenienti dalle maggiori testate editoriali mondiali come Reuters, AP, The New York Times, Le Monde, El Paìs per nominarne solo alcuni. In occasione della 61^ Mostra Internazionale di World Press Photo, i paesi partecipanti sono stati 125, con 4.548 fotografi e 73.044 immagini proposte. Una giuria internazionale indipendente ha selezionato, tra queste, un totale di 312 immagini di 42 fotografi provenienti da 22 paesi.
Il concorso di World Press Photo rappresenta e concentra i più alti standard della fotografia d’attualità nella foto vincitrice dell’anno, la “World Press Photo of The Year”, selezionata nell’ambito di diverse categorie (8 in tutto): Natura e Ambiente, Vita Quotidiana, Mutamenti Climatici e Sociali, Ritrattistica, Reportage di Guerra. Alcune delle immagini premiate con questo titolo sono diventate iconiche, altre hanno stabilito dei trend, altre ancora hanno influenzato il fotogiornalismo tanto da mutarne lo stile e dettarne gli standard.

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Fino al 20 Gennaio al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto – La natura delicata di Enrico Reycend

La Fondazione Accorsi-Ometto prosegue nel suo intento di riscoperta dei pittori piemontesi dell’Ottocento, questa volta dedicando una mostra a un artista torinese, Enrico Reycend, troppo a lungo dimenticato dalla critica e dalla storia dell’arte novecentesche. L’esposizione è particolarmente significativa perché presenta una panoramica dell’attività del pittore attraverso una settantina di opere che vanno dagli esordi espositivi agli anni tardi della sua produzione.

Fino al 7/01 presso la Mole Antonelliana – Soundframes

Nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Leonard Bernstein, uno dei massimi compositori e direttori d’orchestra del Novecento, il Museo Nazionale del Cinema organizza una mostra che indaga la complessità del rapporto tra musica e immagini in movimento nel modo più ampio possibile, consapevolmente non esaustivo, attraverso un approccio non solo cronologico, ma fondato sulla costruzione di sezioni tematiche trasversali. L’aspetto più importante dell’esposizione è la multimedialità, pensata per offrire al visitatore una vera e propria visita esperienziale. La mostra, infatti, è composta esclusivamente da proiezioni che si snodano lungo tutta la rampa elicoidale dell’Aula del Tempio, a formare un film ideale in cui si vogliono raccontare i mille modi in cui la musica e  le immagini del cinema si sono incontrati nel corso di oltre un secolo.

Dal 18/10 al 26/01 alla Galleria Giorgio Persano – Michelangelo Pistoletto

A racconto di un rapporto intrapreso quasi 50 anni fa, Michelangelo Pistoletto inaugura alla Galleria Giorgio Persano una mostra che si sviluppa in un doppio percorso: una grande installazione concettuale che occupa completamente lo spazio di via Principessa Clotilde e un’esposizione di numerosi quadri specchianti nell’adiacente ex Opificio Pastiglie Leone.