Anche grazie alla rassegna Africa Now – realizzata in tandem da OGR e Musicalista – Torino si conferma una città in sintonia con le grandi capitali culturali come Parigi e Berlino che hanno saputo creare un virtuoso dialogo tra culture diverse. Il merito va, quasi sempre, a coraggiosi operatori culturali portatori di nuove visioni. Abbiamo incontrato Magali Berardo, responsabile dell’agenzia di booking Musicalista, che ha curato la rassegna torinese al via domani con la combo Tony Allen e jeff Mills.
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_di Luciano Morciano
Come nasce Africa Now?
Ho pensato a una sorta di ricongiungimento quando ho iniziato a ragionare sulla geometria di Africa Now: la consapevolezza dell’esistenza di una realtà fertile e vivace come quella della musica africana, che si rinnova continuamente e l’assenza di questo tipo di proposte sul territorio torinese.
Nonostante in questo momento tutto ciò che arriva dall’Africa sia visto in Italia con sospetto, mentre in paesi come la Francia o l’Inghilterra è molto cool – si parli di moda, di musica, di cinema, o di serie Tv – approdare a un contesto stupendo come quello delle OGR è stato un modo di collocare nel luogo giusto un certo tipo di proposta, conferendogli il prestigio dovuto.
Che rapporto ha la Torino musicale con il continente africano?
Direi un rapporto profondo e antico. La nostra città è sempre stata l’avamposto per la musica africana in Italia, sin dagli Anni Ottanta, complici la vicinanza con la Francia, la presenza di personaggi illuminati come Giampiero Gallina ed esperienze ruspanti come l’African Club di San Salvario. Sfortunatamente da qualche anno a questa parte quella filiera si è inaridita sotto il profilo degli eventi, anche per la perdita di contenitori importanti, ma nel sottosuolo l’influenza del continente ha fatto il suo lavoro nell’immaginario di tanti gruppi, dj e produttori piemontesi.
Dai nomi, Africa Now sembra distaccarsi da una visione stereotipata della musica africana. Si può parlare, quindi, di una scena contemporanea del continente?
Decisamente. Non solo per quanto riguarda la musica, pensa alla moda, pensa a Virgil Abloh, il nuovo direttore creativo di Luis Vuitton, figlio di immigrati del Ghana…

Veniamo a te e al tuo lavoro: quali sono, oggi, per un donna giovane come te, le difficoltà che si incontrano quando ci si occupa di booking di alto livello?
Non credo sia una questione di livelli. Io mi considero un’artigiana, sicuramente chi lavora per le grandi multinazionali del booking incontrerà meno difficoltà rispetto a quelle che incontro io. La discriminante nel mio caso è stata più l’età. Se sei giovane è molto difficile scalfire certi stereotipi. Io ho iniziato a 25 anni, per cui riuscire ad avere credibilità e un certo tipo di interlocutore, che magari fa questo mestiere da trent’anni, è stato l’ostacolo più grande. Ovviamente l’esercizio del potere da parte di uomini più adulti spesso ci pone in una posizione di debolezza, lasciando spazio alla maleducazione più becera.
Ci consigli alcuni nomi da non perdere di vista per questo nuovo autunno/inverno?
Ovviamente consiglio di ascoltare l’ep di Tony Allen & Jeff Mills, Tomorrow Comes The Harvest, e poi il primo album solista di Riccardo Onori, Sonoristan, entrambi in uscita il 28 settembre.
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Tony Allen + Jeff Mills | 22 settembre
Amadou & Mariam | 06 ottobre
Bombino | 18 ottobre
Ticket disponibili online e in biglietteria OGR, senza diritti di prevendita.
La rassegna è prodotta da OGR Torino e curata da Musicalista.
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