La raffinata sensualità dei Suede per un’unica data italiana

Il gruppo inglese, che nei primi anni ’90 ha riportato le luci dei riflettori sul brit rock, torna in Italia al Fabrique di Milano con le sue melodie raffinate e sexy,  grazie a Indipendente Concerti e Live Nation. 

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_di Filippo Santin

Sono ormai passati più di vent’anni da quando la stampa musicale annunciava l’irrompere di un nuovo fenomeno: quello del britpop. Veniva subito dopo l’affievolirsi della scena grunge, dovuto alla scomparsa di Cobain, e se in America cominciava a farsi largo il pop punk, nel Regno Unito si riprendevano il loro spazio decine di band cresciute con i T.Rex, i Beatles, gli Smiths e gli Stone Roses. Come già successo per il grunge, anche l’etichetta di britpop andava stretta a quelli che venivano considerati i suoi rappresentanti, soprattutto perché questi gruppi non condividevano proprio le stesse sonorità. Gli Oasis erano diversi dai Blur, i Pulp dai Supergrass, e così via. Per quanto riguarda i Suede, una delle band più importanti dell’epoca, le influenze principali erano sicuramente David Bowie e il mondo glam dei ’70.

 

Guidati da Brett Anderson, leader androgino e sensuale, ottengono fin dall’inizio degli anni Novanta numerosi consensi, ancor prima di pubblicare il loro album d’esordio. Quando nell’aprile del ’93 esce finalmente “Suede”, singoli come “Animal Nitrate” e “So Young” trascinano il gruppo direttamente ai vertici delle classifiche, facendo crescere di nuovo l’interesse per il rock inglese. Il canto dolente e teatrale di Anderson si amalgama benissimo alle chitarre di Bernard Butler, ma l’intesa fra i due comincia man mano a scricchiolare, tant’è che quest’ultimo abbandona la band subito dopo l’uscita di “Dog Man Star” nel ’94. Gli screzi condizionano un po’ l’accoglienza del disco, ma già due anni dopo i Suede tornano alla ribalta con “Coming Up”, piccolo gioiello che diventa campione di vendite e che si inserisce alla perfezione nella scena britpop, in quel periodo all’apice del suo successo. Negli anni a venire, complice il progressivo cambio di gusti del pubblico, la stella degli Suede si offusca fino allo scioglimento nel 2003.

Circa un lustro dopo Anderson intraprende una carriera solista, che viene però messa in pausa quando i Suede decidono di riformarsi. È così che nel 2013 esce “Bloodsports”, album che a distanza di più di dieci anni dall’ultimo “A New Morning” riporta prepotentemente – e giustamente – la band nel panorama rock britannico. Dotati di nuova verve, i Suede non perdono tempo e tre anni dopo danno alle stampe anche “Night Toughts”, opera che viene ben accolta come la precedente. Ora, nel 2018, sarà il turno di “The Blue Hour”, la cui pubblicazione è prevista per settembre. I Suede partiranno quindi per un tour europeo che inizierà il primo ottobre da Amsterdam, e giungerà nel nostro paese tre giorni dopo per una data al Fabrique di Milano, grazie a Indipendente Concerti e Live Nation. Interessante anche l’esibizione prevista in apertura: calcherà il palco Gwenno, ex-componente del gruppo indie pop The Pipettes, la quale presenterà il suo ultimo lavoro solista molto ben giudicato dalla critica. Insomma, si preannuncia un concerto davvero interessante. E in questo caso, più che le etichette, conterà soprattutto la buona musica.