[INTERVISTA] Eugenio in Via di Gioia: nuove prospettive tra musica e teatro

Tra Gaber, cucina, prospettive future e nuovi progetti, una chiacchierata “polifonica” con Eugenio in via di Gioia e la loro vivace canzone di denuncia, in occasione del Fans Out Festival di Nizza Monferrato. 


_di Michela Gallo

La prima volta che vi ho visti esibire è stato in provincia di Bari, nell’estate 2015. Cos’è cambiato da allora?

Ci sono stati continui cambiamenti e progetti che si sono allargati. Costanti variazioni e novità ci coinvolgono sempre. Il 6 e il 7 luglio ad esempio, faremo il nostro primo spettacolo teatrale a Collegno, guidati da un regista. Chissà se scopriremo anche una vena teatrale!

E nel futuro? Come vi vedete tra 15-20 anni?

[Vecchi!]

Speriamo sempre uniti, ancora insieme e ancora musicisti, ma soprattutto intenti a fare cose belle. Inoltre vogliamo migliorare su tutto, fare tante cose bene: ora stiamo facendo video ed è già un passo avanti legato alle immagini.

EMANUELE: A me piacerebbe occuparmi di colonne sonore!

PAOLO: Magari come speaker radiofonici o in tv!

Parlando del presente invece, riguardo al vostro ultimo album.. Quali sono le novità di “Tutti su per terra”?

La novità principale sta in un approccio che valorizza più il suono, mentre prima si valorizzava più il testo e il suo messaggio (la musica era a sostegno di questo).

Ci siamo occupati di aspetti prima lasciati più in disparte.

EUGENIO: Quando si parte è meglio essere “snelli”, non ci si può permettere di portarsi dietro batteria, amplificatori, ecc.. Poi, man mano che si va avanti si possono aggiungere altre cose.

Siete molto legati al tema del cibo. E’ la vostra tematica principale? Quali altri argomenti vi stanno a cuore?

Sì, il tema del cibo è molto presente nei nostri pezzi, ma più in generale ci interessa il consumismo. Nei testi, infatti, sono ricorrenti metafore legate a luoghi in cui si acquista cibo oppure luoghi in cui il cibo è metafora di abbondanza. Il tema forse è proprio il paradosso del mondo occidentale attuale: i poveri sono grassi, i ricchi sono magri.

E voi, cosa vi fate preparare dalla nonna per il pranzo della domenica?!

A noi piace tutto e mangiamo davvero tanto!

EMANUELE: A stomaco pieno ragioniamo meglio, altrimenti non si può proprio!

EUGENIO: Forse solo il Mc non ci piace..

PAOLO: Il mangiare è una cosa che ci accomuna tutti! Anche quando viaggiamo, al bere preferiamo il mangiare e non siamo schizzinosi!

EMANUELE: E’ come con la musica: non c’è una cosa che ci piaccia più di un’altra, ma “assaggiamo” tutto…

Pensando al vostro pezzo “Perfetto uniformato”, qual è la cosa che vi da più fastidio della nostra civiltà?

[Ognuno dica la sua!]

PAOLO: La superficialità che vedo un po’ in tutti i campi. Non si approfondisce più nulla, si leggono notizie di qualunque tipo fermandosi al titolo. Non c’è più l’interesse nel documentarsi e nello scoprire qualcosa, si guarda solo la facciata.

EMANUELE: Lo schierarsi senza avere un pensiero proprio e approfondito in merito a un argomento.

EUGENIO: L’educazione mancata. Il voler incolpare sempre gli altri e non prendersi le proprie responsabilità. Questo lo esprimiamo nella canzone “Emilia”: tutti incolpano gli altri. E’ più comodo dire ciò che non mi piace , mentre sei più attaccabile quando dici ciò che ti piace. Spesso poi, si attacca e basta, senza avere soluzioni alternative. Molti personaggi televisivi hanno un modo di fare comunicazione che genera solo polemica e dibattito, no collaborazione. A mio avviso serve formazione prima che Informazione.

A quale fascia d’età volete arrivare maggiormente?

PAOLO: In questo momento raggiungiamo liceali e soprattutto universitari. Ci piacerebbe arrivare anche a un pubblico più adulto, tra i 35 e i 40 anni.

Avete mai pensato a nuovi elementi nel gruppo? Qualche quota rosa?

A volte, durante le esibizioni, si aggiunge un gruppo di fiati, ma di base rimaniamo noi quattro.

Comunque siamo aperti a tutto! Perché no ragazze, non ci precludiamo possibilità!

A quale band o artista famoso vi sentite più simili e/o ispirati?

EUGENIO: Nei testi mi piacerebbe ci fosse una somiglianza con Gaber. Lui aveva voglia di cambiare le cose, denunciandole, ma proponendo anche soluzioni.

Per la musica invece, non abbiamo attaccamenti particolari. Ci sono sempre nuove cose che ispirano, senza legarci troppo al passato. In generale, ci aggiorniamo sempre.