“Q502 – 300 anni dopo il grande esodo”: la distopia di Sylvie Freddi ci parla del presente

Recentemente inserita nell’esperimento di narrazione collettiva targato Wu Ming intitolato “Tifiamo Scaramouche”, l’autrice romana (torinese d’adozione) ci proietta in un futuro post-Apocalittico dai contorni orwelliani. Edito da Stampa Alternativa per la collana Eretica, “Q502 – 300 anni dopo il grande esodo” è un viaggio on the road su Marte, alla ricerca di una ragazza dal passato misterioso ma soprattutto di quella libertà che un mondo dominato da una tecnologia invasiva e onnipresente sembra aver precluso all’umanità. Vi ricorda qualcosa? 

Con gli strascichi dello scandalo di Cambridge Analytica ancora su tutti i giornali, fa ancora più effetto leggere le pagine di “Q502 – 300 anni dopo il grande esodo” nelle quali viene descritto il processo secondo il quale in un futuro distopico ad essere spiati non sarebbero soltanto i dati, ma anche i pensieri degli utenti. A pensarci bene, questa degenerazione del concetto già di per sé estremo di guerilla marketing è già in atto, grazie agli algoritmi che spiando i nostri movimenti sul web ci “consigliano” delle prodotti ad hoc in base ai nostri gusti o quantomeno alle nostre ricerche: una pubblicità che in un certo senso ci legge nel pensiero.

È in questo contesto che sembra l’ambientazione di una puntata di Black Mirror che si inserisce l’ultimo romanzo Silvye Freddi, penna che oscilla tra fantascienza e critica sociale, in un’ottica il più possibile “trans-temporale”.

Come spesso è accaduto ai Maestri di Wu Ming coi quali ha collaborato, infatti, la Freddi ci racconta una vicenda ambientata nel futuro per parlare del presente ma al contempo del passato: insomma di quell’eterno ritorno della Storia che porta l’umanità ad ingabbiarsi in alcuni meccanismi sociali e mentali. Ieri, oggi e domani. Ora e sempre.

Silvye Freddi

La Marte del post-Apocalisse quindi non è troppo lontana dell’Europa post-bellica che ancora si affanna a prendere le misure alla globalizzazione.

Ovviamente il progresso tecnologico non è andato di pari passo con l’evoluzione del pensiero, ma anche questo è uno spoiler di cui non c’è da stupirsi, no? In una società ancora ampiamente ghettizzata e in egual modo anestetizzata, il detective Dylan è incaricato da una casta di scienziati alienoidi dal sapore vagamente nu age di trovare una ragazza scomparsa: le sorti dell’umanità potrebbero dipendere da questa misteriosa bambina, o meglio dall’incontro – quanto frutto del caso? – con il protagonista di questa spy story intergalattica. Riuscirà Dylan a trovare la ragazza? Ma soprattutto, riuscirà l’umanità a ritrovare se stessa?