Artissima 2017: istruzioni per l’uso

Tre giorni intensi durante i quali si stagliano le realtà artistiche più interessanti del panorama internazionale, confermando Artissima come una delle principali fiere artistiche a livello europeo e mondiale; ecco un vademecum per orientarsi tra espositori, selezioni ed eventi.

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_di Miriam Corona

206 gallerie, 32 paesi, 700 artisti presenti e un solo obiettivo: raffrontare ed eventualmente fondere le visioni internazionali sull’arte contemporanea grazie all’affluenza di realtà già affermate ed emergenti, selezionate e presentate all’Oval del Lingotto dal 3 al 5 novembre. E’ la ventiquattresima edizione della fiera d’arte contemporanea, attualmente la più importante d’Italia, che quest’anno si svolge sotto la direzione di Ilaria Bonacossa puntando alla sperimentazione e alla ricerca con un occhio di riguardo per i nuovi talenti. Sono state introdotte infatti delle novità, a partire dalle sezioni ai progetti espositivi, che si articolano nelle numerose sezioni ed eventi che infittiscono il programma di Artissima; Ecco una mappa per orientarsi nei meandri dell’evento artistico più importante dell’anno.


Le sezioni

Oltre alle quattro sezioni regolarmente presenti, ovvero Main Section, dedicata alle gallerie più consolidate della scena internazionale dell’arte contemporanea, Dialogue, dedicata esclusivamente a gallerie emergenti o gallerie con un approccio sperimentale che intendono presentare uno stand monografico o lavori di 2-3 artisti in dialogo, New Entries, dedicata alle gallerie attive da meno di cinque anni per la prima volta a Torino, Art Editions, dedicata alle gallerie specializzate in edizioni e multipli d’artista, se ne aggiungono altre tre: Present Future, dedicata ai talenti emergenti, selezionati da un board di giovani curatori internazionali; Back to the Future analizza gli aspetti pionieristici della scena artistica storica che per quest’edizione si concentra sul decennio degli anni ’80; Disegni ruota intorno alle peculiarità di questa forma espressiva e intende valorizzare una pratica artistica in grado di catturare l’immediatezza processuale e di pensiero del gesto creativo, vivendo in uno spazio sospeso tra idea e opera finita.

Quest’anno sono stati inoltre introdotti due progetti speciali:
PIPER e Deposito d’Arte Italiana

PIPER. Learning at the discotheque è il titolo del programma di talk di Artissima a cura di the classroom, un centro di arte e formazione diretto da Paola Nicolin che reinventa le relazioni tra pratiche educative ed espositive. Il progetto sviluppa i suoi contenuti dalla riflessione sul Piper di Torino, la discoteca progettata da Pietro Derossi con Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, attiva dal 1966 al 1969. Trasformando le temperature popolari della “sala da ballo” in un centro culturale autogestito, il Piper rimane un modello internazionale di spazio non istituzionale per l’arte contemporanea.

Al Piper di Torino molte personalità eclettiche e creative tra cui Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Mario e Marisa Merz, Gianni Piacentino, Carlo Colnaghi, Carlo Quartucci, Patty Pravo, Living Theater, Carmelo Bene, Massimo Pellegrini, Pietro Gallina, si incontravano e lavoravano attraversando discipline, identità, codici, linguaggi e comportamenti. Di questo luogo si ripropone una ricostruzione evocativa, una aula-discoteca realizzata in collaborazione con il collettivo artistico Superbudda e con Gufram che,  per il suo storico legame con Derossi, Ceretti, Rosso e per il ruolo di spicco che negli anni Sessanta e Settanta ha svolto a Torino, ha riprodotto per l’occasione le sedie disegnate da Pietro Derossi per il Piper sulla base dei disegni originali del 1966.

Il programma si apre con un corso tenuto dall’artista Seb Patane e prosegue con lezioni e testimonianze votate alla produzione artistica contemporanea.

Il Deposito d’arte italiana presente propone le opere di 128 artisti italiani realizzate dal 1994 – anno della fondazione di Artissima – a oggi, in un deposito temporaneo. Questo progetto nasce dalla ricognizione della storia di Artissima ripercorsa come un grande archivio per studiare retrospettivamente, attraverso uno sguardo inedito, il sistema dell’arte italiana e il suo mercato. Artissima 2017 è radicata sul territorio e guarda alla storia di Torino e alla sua identità sperimentale recuperando un’esperienza espositiva di grande ricerca: il Deposito d’Arte Presente (1967–68).
Ideato dal giovane gallerista Gian Enzo Sperone e dagli artisti con i quali lavorava, come Piero Gilardi, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, e sostenuto da un gruppo di collezionisti, tra i quali Marcello Levi, il Deposito d’Arte Presente fu un breve ma radicale esperimento che trasformò uno spazio industriale in un luogo di produzione, esposizione e commercializzazione delle opere di molti artisti che sarebbero diventati esponenti di spicco dell’Arte Povera.
A cinquant’anni dalla nascita e teorizzazione dell’Arte Povera, il Deposito d’arte presente si è rivelato un modello per ricordare e celebrare quella data, evidenziando la grande sperimentalità, l’attitudine alla ricerca e all’innovazione e l’aspirazione internazionale della Torino dell’epoca. Il Deposito d’arte italiana presente crea uno spazio vivo ed eccentrico all’interno della fiera, che non intende teorizzare una narrazione, bensì offrire un’istantanea che renda Artissima, fiera internazionale e sperimentale, un osservatorio permanente di ricerca e promozione della scena artistica italiana.

Gli spazi

I salotti: Presentazione di libri, cataloghi e progetti speciali a cura di istituzioni, gallerie e case editrici

Meeting point by La Stampa: Incontri presentazioni e talk di curatori, artisti, giornalisti e ospiti speciali, promossi da musei, istituzioni e realtà dell’arte.

Ypsilon st’art tour by lancia: Percorsi guidati attraverso gli stand a cura di giovani mediatori per offrire approfondimenti e nuove chiavi di lettura al pubblico che si avvicina al mondo dell’arte contemporanea.

Walkie Talkies by Lauretana: Dialoghi informali tra coppie di curatori e collezionisti attraverso gli stand.

#Artissimalive: Redazione “live” composta da riviste online, blogger e siti web di settore che collaborano alla creazione di contenuti prodotti in fiera.

#SocialRoom: Un nuovo spazio in cui il pubblico della fiera potrà ricaricare i propri dispositivi elettronici e non solo, trovando un ambiente ricco di stimoli e suggestioni digitali.

Ilaria Bonacossa, neodirettore di Artissima.
Photo © Silvia Pastore

I 10 eventi su cui puntare

1) TAKE A WALK ON THE WILD SIDE

Venerdì 3 Novembre, 14:00 – 15:00 @Salotti

Presentazione del volume New York City Babe

New York City Babe di Antonio Rovaldi è una passeggiata tra le strade di New York con lo sguardo ad altezza bambino e la musica nelle orecchie. New York City Babe è realizzato attraverso un procedimento di pratica dello spazio, è la documentazione di un attraversamento della città che il montaggio delle immagini trasforma in narrazione.
Accompagnati da uno slide show realizzato dall’artista, Davide Ferri e Silvano Manganaro parleranno di città, di passeggiate, di derive, di immagini e del lavoro di Antonio Rovaldi che per les cerises ha concepito un libro per un pubblico speciale: i bambini. Ciascun titolo della collana ha formato e materiali diversi ed è progettato insieme agli autori, in modo da dare al lettore la possibilità di confrontarsi con segni, colori, immaginari e forme tutti diversi tra di loro.

Con la partecipazione di: Davide Ferri (curatore indipendente) e Silvano Manganaro (Fondazione Volume!)

2) CARLOS GARAICOA & CLAUDIA GIOIA IN CONVERSAZIONE

Venerdì 3 Novembre, 15:30 – 16:30 @Meeting Point

Claudia Gioia, curatrice della mostra Carlos Garaicoa. El Palacio de Las Tres Historias, inaugurata il 30 ottobre 2017 alla Fondazione Merz e aperta fino al 4 febbraio 2018, incontra l’artista Carlos Garaicoa per raccontare il suo inedito progetto espositivo, costituito da grandi installazioni, opere fotografiche e video, dedicato al tema della città quale spazio ideale, luogo di partecipazione e di crescita di storie e prospettive.

3) IL FUTURO DEL CONTEMPORANEO

Sabato 4 Novembre, 16:30 – 17:30 @Meeting Point

Torino e il Piemonte sono considerati un punto di riferimento nodale per l’arte contemporanea, grazie ad un tessuto intrecciato di realtà pubbliche e private (Fondazioni, Musei, Gallerie, Spazi per l’arte) la cui attività, nel campo delle arti visive e delle performing arts,  sfocia in una molteplicità di mostre, eventi, fiere e manifestazioni (con una particolare concentrazione nel mese di novembre) riconosciute a livello nazionale ed internazionale: una capacità creativa riconosciuta come valore identitario del territorio metropolitano. Il ruolo di Torino Città Laboratorio della Creatività, storicamente legato all’arte e al design, emerge anche nei processi di rigenerazione urbana avviati a partire dalla fine degli anni ’90 sull’onda di un riposizionamento post-industriale.

La sperimentazione e l’innovazione nelle diverse forme dell’arte, della tecnologia, della cultura e dei saperi che gli attori del sistema dell’arte contemporanea a Torino e in Piemonte producono e diffondono sul territorio cittadino, offrono una grande opportunità alla Città: non solo come motore indispensabile per la qualità della produzione artistica e per la crescita culturale della comunità cittadina, ma anche come chiavi di volta significative per promuovere sviluppo economico. La realtà torinese oggi si arricchisce di nuovi soggetti e di nuove proposte: una situazione positiva che richiede una governance adeguata e una rinnovata capacità di lavorare come sistema. L’incontro intende proporre un percorso di ascolto e di co-progettazione aperto a tutti gli operatori del settore: per costruire in modo condiviso le migliori condizioni per l’espressione della creatività artistica nella Città.

4) GILBERTO ZORIO IN CONVERSAZIONE CON MARCELLA BECCARIA. LA MOSTRA AL CASTELLO DI RIVOLI

Sabato 4 Novembre, 17:30 – 18:30 @Meeting Point

In concomitanza con la mostra al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la conversazione tra la curatrice Marcella Beccaria e l’artista racconta l’evoluzione del progetto espositivo che copre più di cinquant’anni di carriera artistica, da rare opere storiche gelosamente custodite dall’artista per la propria collezione a nuovi lavori appositamente realizzati per il museo.

5) LE DÉJEUNER SUR L’HERBE

Domenica 5 Novembre, 12:30 – 13:30 @Piper

Tavola rotonda con i protagonisti del Piper intorno al tema del giorno: Discoinferno.

Pietro Derossi (architetto), Graziella Gay, Piero Gilardi (artista), Clino Castelli (designer, artista e teorico dell’arte), Tommaso Trini (storico dell’arte), Luca Cerizza (critico e curatore), Maria Teresa Roberto (professoressa, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino) e Fulvio Ferrari (direttore, Museo Casa Mollino, Torino)

6) L’ARCHIVIO COME DEPOSITO VIVO

Domenica 5 Novembre, 13:30 – 14:30 @Meeting Point

Durante una residenza concepita come parte integrate del lavoro di studio e ricerca condotto negli archivi del progetto Mai Visti, l’artista Giulio Squillacciotti ha lavorato sull’analisi delle fonti primarie rivelandone il potenziale narrativo, attraverso la reinvenzione degli stessi in altri contesti e fondendo insieme elementi fittizi e fatti storici. Mai Visti e Altre Storie (www.maivisti.it) è un progetto nato nel 2015 con l’obiettivo di catalogare e far conoscere le opere di arte outsider presenti nelle collezioni del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino, dell’ex OP di Collegno e dell’archivio Mai Visti della Città di Torino.
Nato da un’idea di Tea Taramino (Città di Torino) è curato da Arteco (Annalisa Pellino e Beatrice Zanelli) in collaborazione con il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, con il patrocinio della Regione Piemonte e grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e della Città di Torino.

7) BACK TO THE FUTURE: PAROLA AGLI  ARTISTI

Domenica 5 Novembre, 14:30 – 15:30 @Meeting Point

Back to the Future è incentrato quest’anno sugli anni Ottanta, un decennio cruciale e controverso sia per i mutamenti economici e sociopolitici internazionali, che per gli sviluppi artistici da essi generati in ogni parte del mondo. Nei paesi occidentali per le arti questo fu un periodo all’insegna dell’edonismo, la bolla del mercato dell’arte fiorì fino al crollo economico del 1989.
Le curatrici di Back to the Future hanno voluto dar voce al versante alternativo di questa scena culturale, incarnato da movimenti diasporici, minoranze e artisti marginalizzati, associati alle lotte delle femministe e dei gay, ai movimenti anticoloniali e antirazzisti, e dalle ricerche autoescluse dal mainstream. Rasheed Araeen, Marion Baruch, Judy Blum Reddy, Anna Valeria Borsari e Vivienne Koorland rifletteranno sulla propria esperienza degli anni Ottanta, legata ai diversi contesti in cui hanno lavorato e ai nuovi scenari che hanno contribuito a creare.

8) I MUSEI ALLA SVOLTA ‘POST-DIGITAL’ 

Domenica 5 Novembre, 16:30 – 17:30 @Meeting Point

I musei alla svolta ‘post-digital’ (3-4 Nov., OGR) è il primo convegno ideato da AMACI nell’ambito di Museo Ventuno, una nuova piattaforma di ricerca. Curato da Lorenzo Giusti e Nicola Ricciardi, comprenderà lecture di Claire Bishop, Cécile B. Evans, Lauren Cornell, Liam Gillick, Boris Groys, Christiane Paul e Domenico. Il convegno includerà anche una sessione scientifica coordinata da Gail Cochrane e Pier Paolo Peruccio (Polito), con esperti da prestigiose Università internazionali.

Gli esperti si confronteranno attorno ad alcuni quesiti fondamentali: cosa ha in serbo il futuro per il museo? Che ruolo può giocare il museo come istituzione nello spazio fisico del web? Quali cambiamenti sono in atto nelle pratiche curatoriali, nelle strategie espositive, nelle politiche di raccolta, collezionismo e conservazione, nelle tecniche di mediazione e nei sistemi di insegnamento? Come è cambiata la relazione con il pubblico e quanto continuerà a cambiare negli anni a venire? Quali risultati – in termini di consenso, incidenza, capacità persuasiva e critica dei progetti museali – è giusto aspettarsi da un sistema di fruizione e ratifica sempre più “esternalizzato”?

9) HERCULE FLORENCE. LE NOUVEAU ROBINSON

Domenica 5 Novembre, 17:00 – 18:00 @Salotti

Esploratore e umanista eclettico, Hercule Florence lasciò la Francia di inizio Ottocento per il Brasile, dove inventò un procedimento fotografico contemporaneo alle ricerche che Nièpce, Daguerre e Fox Talbot stavano portando avanti in Europa. Questa straordinaria figura è stata oggetto di una recente mostra al Nouveau Musée National de Monaco e di un volume che ricostruisce la sua pratica attraverso una serie di saggi, commissionati in occasione di questa ricerca, un ricco corpus iconografico e manoscritti inediti.

10) VIADELLAFUCINA16. A TORINO IL PRIMO MODELLO DI CONDOMINIO-MUSEO

Domenica 5 Novembre, 18:00 – 19:00 @Salotti

Nel cuore di Porta Palazzo a Torino ha preso da pochi mesi il via, per iniziativa dell’artista Brice Coniglio (ConiglioViola) e del suo gruppo KaninchenHaus, il primo esperimento internazionale di condominio-museo: viadellafucina16. Tramite un programma di residenza per artisti, al cui bando hanno partecipato 442 candidati da tutto il mondo, con un processo partecipato con gli abitanti (circa 200 di ogni nazionalità), si dà avvio alla riqualificazione attraverso le arti di un maestoso stabile in stato di abbandono, per migliorare la qualità della vita quotidiana di coloro lo animano. Gli abitanti saranno parte attiva in tutto il percorso, dalla scelta alla progettazione, all’allestimento delle opere contest specific.

Il condominio, per antonomasia luogo dell’esercizio della democrazia come del conflitto, diviene metafora di un mondo in cui le identità e gli interessi particolari devono sempre più trovare sbocchi di mediazione e dialogo, di accoglienza e apertura al diverso, anche attraverso il potere pacificatore dell’arte, della bellezza, del senso della cura. A partire dai primi esiti del progetto, che sta rapidamente generando ispirazione per altre progettualità in Italia, i membri del comitato scientifico affronteranno una discussione sul ruolo e sulla responsabilità dell’artista contemporaneo, in relazione a una nuova committenza composta non più da singoli individui, ma da una collettività in cerca di identità e rappresentazione.