L’atipica graphic novel “Maria pianse sui piedi di Gesù”, edito da BAO Publishing, ci racconta alcuni capitoli della Bibbia che non immaginavamo potessero essere letti così…
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_di Lorenza Carannante
Se non avete mai pensato di poter sfogliare la Bibbia sottoforma di graphic novel è giunto il momento di ricredersi. Dopo il lodevole esempio di Robert Crumb che nel 2009 ha portato alla luce il suo personalissimo Libro della Genesi, Chester Brown, già autore di Non mi sei mai piaciuto e Louis Riel, ci regala un progetto grafico ricco di acume e onestà intellettuale riprendendo determinati episodi dalle Scritture.
Si tratta infatti una raccolta ponderata di alcuni tra i più enigmatici racconti della Bibbia trasposti in chiave fumettistica; ma non solo. Il volume, infatti, oltre a fungere da contenitore di studi specifici sulla religione, ospita al proprio interno anche una ricca post-fazione in cui l’autore spiega gli sviluppi dell’opera, corredata da un’interessante bibliografia.
Due i temi principali: quello della prostituzione (già presente nell’opera di Brown) e quello della disobbedienza, entrambi trattati in riferimento agli episodi scelti. Dalla parabola del figliol prodigo fino all’Annunciazione a Maria, l’autore riesce a coprire, a puntate brevi, vari livelli di conoscenza del testo Sacro, lasciando che il lettore si renda conto delle differenze che intercorrono, ad esempio, tra la concezione della prostituzione all’epoca, maggiormente neutra, e successivamente diventata connotato ed etichetta fortemente negativa. Brown quindi ci propone, con Maria pianse sui piedi di Gesù, un’analisi di tipo sociale, prendendo in esame quei valori che col tempo hanno subito dei cambiamenti radicali nell’immaginario collettivo.
Uno degli aspetti più interessanti dell’intero albo, però, arriva a circa metà del volume, laddove si snoda un vastissimo apparato critico in cui l’autore mette a confronto le svariate interpretazioni e versioni del libro sacro eccezionalmente corale che è la Bibbia. Il fumettista che non si ferma al fumetto, quindi – anzi non parte dal fumetto – lasciando che una vera e propria ricerca filologica lo conduca ad una filosofia d’insieme. La grandissima e molto apprezzata forza di questo volume sta proprio in questo: nella dialettica, incessante e minuziosa, che va a formare più livelli di lettura, restando comunque “accessibile” a tutti.
Chester Brown, riprendendo – come accennato in precedenza – il percorso di Robert Crumb, dà una propria interpretazione della realtà presentata in alcuni passi biblici. E – stilisticamente – lo fa attraverso una linea pulita e mai troppo ricercata, che non stanca lo sguardo nonostante i neri marcati e i contrasti portati agli estremi ma evidentemente necessari ai fini della narrazione.
Anche l’impaginazione non lascia nulla al caso: la scelta di una carta leggermente più spessa e le pagine non troppo larghe lasciano dedurre che l’obiettivo è forse quello di dare al lettore una versione grafica di uno dei libri più letti di sempre senza interferire troppo sulla fisicità dell’insieme, anche attraverso la scelta di un formato cartonato con dorso telato.
Insomma, Maria pianse sui piedi di Gesù è un colpo allo stomaco, agli occhi, e alle nostre convinzioni. Craig Thompson, autore di Blankets e Habibi, ha detto – in merito al lavoro di Brown – che:
“La Bibbia è la santa meretrice di Chester Brown. Ne sonda i misteri mentre lei gli insegna l’amore. Come in tutte le opere di Chester, Maria pianse sui piedi di Gesù confonde e dà assuefazione, mette voglia di rileggerlo immediatamente dopo averlo finito e diviene illuminante nelle sue cento pagine di note. Un libro fatto di passione, ricerca ed elegante chiarezza. Il mio nuovo preferito”
E aggiungerei: il nostro.