Ok, di meme sulla classe politica italiana e mondiale ce n’è a centinaia nel mare magnum del web ma noi vi consigliamo di fare un giro sul sito Carlo Hebdo.it di Andrea Cecchin, per capire al volo quanto siano brillanti le immagini che crea. Ultimo exploit in ordine cronologico? Il successo virale della pagina “Chiara Appendino proibisce cose”, dopo i fattacci di Torino…
–
_di Andy McFly
Intanto, abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Andrea a proposito del suo processo creativo, della reazione che le sue immagini suscitano nei vari fruitori e delle scelte estetiche.
Cosa ti ha spinto a creare il sito Carlo Hebdo e perché hai scelto di chiamare il tuo sito così?
Il motivo di fondo dell’esistenza di carlohebdo.it è quello di raggruppare i miei lavori di satira in un unico contenitore: prima i miei progetti su Renzi, la Merkel e Al-Baghdadi erano sparsi su tumblr a diversi indirizzi, mentre ora sono facilmente consultabili in un unico luogo virtuale. Il sito è stato creato poche settimane dopo l’attacco terroristico alla sede del settimanale satirico francese: un po’ come omaggio, un po’ come critica e sfida nei confronti di una satira (quella d’oltralpe) che spesso non capiamo e ci ferisce.
Vi sono state reazioni “particolari” ai tuoi fotomontaggi?
Parli delle minacce di morte? Beh dipende: di solito ci sono temi con i quali è facile strappare un sorriso, mentre altri sono un tabù. Il limite di goliardia che una persona può tollerare credo sia inversamente proporzionale a quanto si prende sul serio: la gente reagisce bene ma l’assurdo è che se gli tocchi David Bowie ti lincia…
Pensi che questi tuoi lavori di satira possano coinvolgere di più le nuove generazioni ad interessarsi in modo indiretto alla politica, per poi magari, approfondire?
Come ti dicevo prima, la satira è tale se c’è un pubblico ben disposto e capace di capirla: una battuta può essere mortale in un gruppo di amici ma se si esce da quella cerchia il significato ironico si perde. Dico questo in relazione a Charlie Hebdo ed alla sua satira spesso tagliente: noi italiani ridiamo in maniera diversa e con l’avvento dei social siamo diventati anche animali da tastiera. Il goal di Carlo Hebdo è dare dignità al fotomontaggio e portarlo al livello della vignetta satirica sui giornali stampati. I migliori complimenti sono quelli del tipo: “Cioè zio, mi hai fatto pensare!!1!1”. Capita invece che qualcuno mi dica di venire a conoscenza di notizie di attualità a partire dai miei fotomontaggi: ecco svelato l’arcano dietro le fake news.
Vedo sempre più disaffezione dei giovani nei confronti della politica e questa è una cosa terribile: da trentenne senza tessere di partito dico “andate a votare” e “informatevi” perché il Paese siamo noi. Informatevi e poi fatevi un’opinione. Se poi qualcuno approfondisce a partire dalla mia satira ne sono onorato.
Come nasce l’idea di un fotomontaggio? E qual è il tuo personaggio preferito, quello su cui puoi sbizzarrirti di più?
L’ispirazione viene un po’ a caso: un titolo di un telegiornale, la prima pagina di un quotidiano o semplicemente un’epifania. Leggo il giornale tutti i giorni e per me la TV è Rainews24. Poi ci sono quei casi disperati, tipo Renzi, Di Maio e Salvini: con loro si potrebbero esaurire giga di hard disk con fotomontaggi in jpg.
–
Clicca qui per la pagina Facebook di Federico Cecchin
e qui per quella di Chiara Appendino che proibisce cose
La tua è sicuramente una fervida immaginazione, accompagnata da senso critico, cultura e abilità nel collegare più fatti assieme. Oltre ai fatti di cronaca, a cosa ti ispiri? Film, libri, citazioni o clichè sono fonti di aiuto?
Ahahahaha anche la mia maestra delle elementari lo diceva sempre: “Sa fare degli ottimi collegamenti”. Il cinema è sicuramente una delle fonti di ispirazione che uso di più: frames celebri e citazioni famose sono una delle chiavi per toccare la nostra coscienza collettiva. Se poi ci si aggiunge anche qualche luogo comune ed abilità ninja con Photoshop, il gioco è fatto.
Oltre ad essere satira brillante, si definisce anche un’idea estetica legata all’immagine in sé. Mi ricordo benissimo l’immagine di Renzi in bicicletta su quello che può essere uno sfondo del desktop in stile Microsoft! Dedichi molta attenzione alla cura e alla scelta delle foto da utilizzare e dell’immagine finale?
Con il tempo ho imparato che un’immagine è come l’equalizzazione di una canzone in studio di registrazione: devi usare dei buoni monitor per ascoltarla e possibilmente testarla su più impianti. Allo stesso modo a volte utilizzo due monitor ed i cellulare per visualizzare in anteprima una foto. Ciò non toglie che il lavoro di scelta della immagini sia basilare: il punto di vista è fondamentale per unire due immagini e dare l’illusione che siano una sola.
Capitolo triste e controverso delle “botte in Santa Giulia”: cosa ha attirato la tua attenzione tanto da dedicare una pagina di satira alla vicenda?
Non sono contro a Chiara Appendino, ma quando si cercano soluzioni a problemi complessi come quello del rumore notturno nei centri abitati piuttosto che quello del dilagare del consumo di alcool tra i giovani, non si può essere semplicistici o superficiali. L’ordinanza contro la vendita di alcolici d’asporto oltre le 20 è una strategia che fa ridere di per sé: ci vuole poco per ampliare e replicare l’effetto ironico. Se poi la sindaca ha intenzione di farci fare l’aperitivo con le forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa, che almeno li lasci sedere: in piedi ci mettono un po’ di ansia.