Preoccupations
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Qualche anno fa si facevano chiamare Viet Cong e avevano, a loro modo, conquistato un vasto pubblico con il loro misto di post-punk e noise. L’omonimo disco di esordio fu una delle più gradevoli sorprese del 2015 e sin da subito il quartetto canadese ha trovato ottimi riscontri in buona parte del mondo. Il cambio di nome, però, non delinea un cambio di personalità. Il secondo disco, uscito l’anno scorso sempre per Jagjaguwar, delinea ancora di più un sound al limite del claustrofobico, massiccio, oppressivo e ossessivo, che esplode definitivamente nell’esibizione live. Chi li ha già visti sa di cosa stiamo parlando e avrà sicuramente voglia di fare il bis. Chi ancora non li conosce o non ha avuto la fortuna di ammirarli si ritroverà catapultato nella frenesia pura di una delle migliori band live degli ultimi anni, fidatevi.
Bry
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Mai dare punti di riferimento: ecco che allora troveremo sul palco anche uno stranissimo Bry. Scelta di line up che sembra rompere l’equilibrio finora trovato a suon di gomitate tra il pubblico, ma che invece può risultare una mossa vincente per dare varietà a una giornata sicuramente “heavy” a livello sonoro. Il cantautore Irlandese si esibirà in un misto di folk e pop. La quiete dopo la tempesta, prima dell’uragano.
Ride
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Probabilmente poco da dover dire su una delle band più famose degli anni 90′. Tra i precursori dello shoegazing, il quartetto di Oxfordshire è tornato alla ribalta insieme a tantissimi colleghi negli scorsi anni. Per non essere da meno è da poco uscito il loro nuovo disco “Wheater Diaries”, un lavoro che prosegue nello stile e nel songwriting il resto delle pubblicazioni della band inglese, probabilmente virando più verso un dream pop particolarmente sognante che alla tempesta shoegaze per cui sono diventati famosi. I marchi di fabbrica restano comunque quelli: grande dinamicità e chitarre aguzze alternati a brani dolci e delicati, il tutto con un chiaro stampo britpop. Ypsigrock punta in grande, se vuoi fare la storia devi far suonare la storia.
12 AGOSTO
Christaux
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Ad aprire la seconda giornata di Ypsig, dedicata come sempre alla musica elettronica, è Christaux, già noto per aver suonato negli Iori’s Eyes. Parliamo di un progetto pop sofisticato. Atmosfere vibranti, voce delicata, ma potente e un ottimo gusto compositivo. Un dolce pianoforte alternato ad elementi di elettronica pop, tra batterie campionate e synth elaborati. Si punta forte anche sugli artisti italiani e di questo non possiamo che essere felici.
Amnesia Scanner
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Dal pop di classe all’elettronica sperimentale il passo è breve. Amensia Scanner è un progetto scuro, criptico, quasi disturbante. Campionamenti serrati e dinamici che invadono le orecchie e immobilizzano il corpo. Il duo finlandese crea atmosfere stranianti e coinvolgenti, alternando tratti di pura sperimentazione a momenti trance/dance davvero notevoli. Quando la scuola tedesca si fa sentire.
Beak>
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E’ il nome del progetto parallelo di Geoff Barrow dei Portishead. Difficile inquadrare musicalmente questa band, ma c’è la dinamica, c’è l’impatto, c’è, senza dubbio, qualità immensa da parte di uno degli artisti più importanti e rivoluzionari degli ultimi vent’anni. A Ypsig solo nomi forti.
Rejjie Snow
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Irlandese di nascita, emigra negli Stati Uniti per diversi anni per poi tornare in patria e dar vita al suo progetto musicale. La forza del beat elettronico al servizio dell’hip hop. Un MC con stile, che da largo spazio all’accompagnamento del suo rap, creando ritmi che saltellano con classe, lasciando emergere fortissime influenze jazz. Qui bisogna chiudere gli occhi, entrare nel mood e lasciarsi trasportare lontano.
Digitalism
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Non hanno bisogno di presentazioni. Distaccandosi fortemente dal sound dell’elettronica tedesca, il duo composto da Jence e Isi si è più ritrovato nello stile francese, seguendo la via tracciata da artisti storici come Justice e Daft Punk. La loro discografia parla per loro e se sono headliner a Ypsigrock un motivo ci sarà. La parola d’ordine è una sola: ballare tutta la notte.
13 AGOSTO
Klangstof
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Artefici di uno dei dischi più belli del 2016 i Klangstof riescono abilmente a creare un atmosfera sognante e notturna. Ispirati da band del calibro di Radiohead e Sigur Ros, danno vita a lunghe composizioni che lasciano senza fiato. Vicini anche ai Coldplay di “X&Y”, fanno sapiente uso di synth ed elementi elettronici, mentre le chitarre giocano in modo dolce sulle basi ritmiche. I brani dei Klangstof sono effimeri, dei fantasmi che danzano nella notte.
Aldous Harding
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Cantautrice sopraffina, voce intensa, melodie che cullano dolcemente. Viene definito “gothic folk”, ma ha l’aria di essere più un dolce abbraccio confortevole. Capace di mutare stile vocali ad ogni brano, non si può non rimanere stregati dalle abilità della cantante cresciuta in Nuova Zelanda.
Car Seat Headrest
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Will Toledo è, con ogni probabilità, l’eroe dell’indie moderno. Prolifico come pochi, vanta una discografia di tutto rispetto che gli ha conferito il titolo di re del lo-fi. Con il definitivo passaggio da progetto solista a band a tutti gli effetti, l’anno scorso ha dato alla luce il suo ultimo lavoro “Teens of Denial”. Un disco maturo, elaborato, diverso dai precedenti album, che conserva tuttavia quella freschezza e semplicità che da sempre definisce l’artista. Canzoni che sono diventate inni generazionali. Ci aspettiamo il coro emozionato di tutti i presenti, nonché una performance divertente e originale come solo pochi riescono a proporre.
Cigarettes After Sex
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La storia dei Cigarettes After Sex fa sorridere. Un primo ep uscito nel 2012, un secondo nel 2015, poi la fama internazionale. Un pop che forse non aveva trovato spazio o non è stato ben capito anni fa diventa adesso uno dei progetti che hanno più spopolato di recente. Pop ambientale vicino alle dinamiche dello slowcore, un eterno colpo al cuore. Forse non sono nulla di speciale o forse lo sono troppo, difficile saperlo davvero. Brani malinconici e dolci, musica per cuori sensibili, sarà davvero difficile trattenere le lacrime.
Beach House
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Come chiudere un festival alla grande? Con un duo che sta facendo la storia del dream pop moderno. Disco dopo disco il duo americano si è imposto sempre di più come uno dei progetti più ambiziosi dell’ultimo decennio. Saper modulare il suono e creare tappeti di sintetizzatori in cui annegare dolcemente, mentre le voci eteree di Alex Scally e Victoria Legrand ammaliano come due sirene.
A fine concerto ci chiederemo se sia stato vero o solo un bellissimo sogno, come probabilmente faremo una volta tornati a casa dopo un festival dalla line up eccezionale come poche volte si era visto in Italia.