Ė partito dall’Astoria di Torino quello che sarà l’ultimo tour in assoluto dei Drink To Me. Un addio ai palchi ma non alla musica, per ballare insieme ancora una volta e aprire un nuovo capitolo nella storia della band.
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_di Iacopo Bertolini
Una manciata di date per salutare definitivamente quindici anni di carriera. Non c’è però rammarico nell’addio che i Drink To Me hanno deciso di dare a quattro album, tre EP e soprattutto ai tanti, tantissimi palchi che hanno calcato durante la loro attività. Il primo di questi cinque concerti di commiato ha infatti il sapore di una festa in casa, di quelle organizzate in fretta e furia per prendersi l’ultima sbronza con un amico che sta per cambiare città, il quale però, assicura, si farà vivo per Pasquetta e Capodanno.
Anche per questo forse il Basement dell’Astoria è il luogo ideale per una serata del genere. Poco importa dell’acustica non impeccabile: l’aria che si respira è quella umida e vagamente stantìa che si potrebbe trovare nella taverna di un casolare appena fuori Ivrea, con le casse di birra nel sottoscala e l’impianto sempre prossimo alla fusione.
Chi conosce i Drink To Me sa infatti che, nonostante l’impronta decisamente internazionale di cui vivono le loro canzoni, l’anima della band di Marco Bianchi è sempre lì, radicata in una provincia vissuta e per niente astratta, che il gruppo porta stampata in faccia con orgoglio. Il legame col territorio in questo caso è ribadito anche dal fatto che il concerto si svolge in occasione della serata di chiusura del rodato Xanax Party, un appuntamento fisso per le notti torinesi ormai dal 2005, con il quale gli stessi Drink To Me collaborano da anni.
«La musica dei Drink To Me è infatti un ottimo esempio di come sia possibile rifiutare il compromesso senza doversi per forza rifugiare nella nicchia»
Il set è relativamente breve, ma segnato da quell’attitudine eclettica che ha fatto della band una sorta di UFO nel panorama italiano. Sebbene lo stesso Bianchi ironizzi sul fatto che “questa roba andava bene nel 2012”, la freschezza di brani come Place o Bright rimane inalterata e porta a chiedersi quanto abbia veramente da offrire un certo pop che negli ultimi anni si muove molto furbescamente tra indie e mainstream. La musica dei Drink To Me è infatti un ottimo esempio di come sia possibile rifiutare il compromesso senza doversi per forza rifugiare nella nicchia, vivendo così la propria voglia di divertirsi senza alcun tipo di malizia. Fedeli a queste istanze (che Bianchi porta con se anche nella sua attività come Cosmo), i tre sanno coinvolgere e coinvolgersi tra loro, consapevoli della preziosità di questi momenti e decisi a non sprecarli.
Quella che si percepisce è infatti una certa intimità, una dimensione privata che non è data solo dalla vena sognante tipica dei brani della band, ma che risalta ancora di più per il sapore da happy ending che assume inevitabilmente la serata. Ė questa malinconia sottesa che probabilmente impedisce agli avventori del Basement di farsi trascinare appieno dal ritmo pulsante del concerto, che comunque riesce ad esplodere con l’immancabile Future Days. Dopo tutto, ricordiamocelo, è una festa questa, e gli ospiti d’onore sono gli stessi Drink To Me. Sebbene infatti sul palco oltre a Bianchi siano presenti solo Pierre Chindemi e Roberto Sategna, prima del finale vengono invitati a salire anche Francesco Serasso e Carlo Casalegno, gli altri due membri fondatori del gruppo, amici partiti ma mai persi. Come se qualcuno avesse invitato il festeggiato a salire su una sedia per declmare l’immancabile “dis-cor-so!”, il frontman prepara alla chiusura dei festeggiamenti ringraziando i presenti e spiegando quale sarà il futuro dei Drink To Me: nessuna brusca rottura, solo la consapevolezza che la vita ha portato cinque amici su strade diverse.
La band continuerà a vivere attraverso Bianchi, Chindemi e Sategna, dedicandosi a produzioni episodiche e per lo più strumentali, senza però i vincoli imposti dalla pubblicazione di album e tournée (un percorso che inizia idealmente con 2night, film di Ivan Silvestrini in questi giorni in sala, di cui il gruppo a curato la colonna sonora). Non servono troppe parole per salutare chi si conosce da una vita. Bianchi si limita a concludere così: “Non ci saranno bis. Vi lasciamo però con questo pezzo, che è fatto praticamente da dieci minuti di cassa dritta. Grazie davvero a tutti”. E cassa dritta fu.
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Non perdetevi le ultime date dei Drink To Me, che questa sera sono al MIAMI di Milano:
SAB 27/05 ROMA – Spring Attitude
DOM 28/05 BOLOGNA – Locomotiv
LUN 29/05 PADOVA – Je T’aime Festival
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