La playlist del Teatro Stabile

Numeri, temi e sogni della nuova stagione del Teatro Stabile e TorinoDanza 2017/2018.

Playlist come lista in riproduzione. Ma anche movimento, voci, immagini: spettacoli, in una parola, e possono essere stati aggiunti da poco, conosciuti a mente o quelle che canteresti e balleresti sfrenatamente col migliore amico. La stagione 2017/2018 del Teatro Stabile e la nuova rassegna di TOdanza propongono la loro originalissima rassegna di brani , e scommettiamo che non dovranno convincervi troppo a isolarvi e cliccare il tasto “Play”.
 

Il teatro di tutti, per tutti

 
Illuminare nuovi scenari, comporre e variare repertori già noti, rispondere a una precisa vocazione internazionale senza perdere l’interesse per gli artisti del territorio: il cartellone 2017/2018 dello Stabile è contesto e sviluppo, produzione e creazione, danza prosa e poesia. Tra 29 spettacoli ospiti, 24 di TorinoDanza e 16 produzioni (di cui 5 nuove esecutive, 6 coproduzioni e 5 riprese), la rassegna non è composita per erudizione ma per esigenza. Sì, perché a teatro ci deve poter andare davvero chiunque, legittimando così il finanziamento pubblico e l’”eccezione culturale” rivendicata dall’istituzione stessa; e anche (e soprattutto) perché il teatro è appartenenza e riconoscimento culturale, è arte della coesione e della dialettica. Ecco allora che con il sostegno di Fondazione CRT lo Stabile promuove l’iniziativa Un Posto per tutti, grazie alla quale si offrono 1.000 abbonamenti alle fasce più deboli: dalla famiglia meno abbiente, all’extracomunitario fino allo studente squattrinato. Vero che ciò è concomitante all’aumento del 7% dei biglietti, ma le riduzioni per gli studenti non variano e, ad ogni modo, le entrate ci devono pur essere…
 
Least but not last: l’impegno civile. Grazie alla Compagnia San Paolo verrà presentato il progetto triennale dell’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, idea pilota a livello nazionale che darà vita a laboratori, seminari, performance e ambienti dedicati alla cittadinanza e all’integrazione.
 
Confermandosi al secondo posto tra i Teatri Nazionali tra i soli sette in Italia su riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Teatro Stabile di Torino dà prova di meritare questi numeri, e invita soprattutto i giovani a collaborare con loro all’edificazione di questo sogno fatto scena. Animato dall’urgenza di ricadute concrete, il Teatro rivolge una cura strutturale alle nuove generazioni: denominatore comune è voglia di fare, competenza, passione. Una freschezza mista a serietà che trasuda anche dallo sguardo di Beatrice Vecchioni, studentessa della Scuola dello Stabile e volto della Stagione.
Mario Martone

Incontri e passaggi

 
In dissolvenza incrociata, un ringraziamento caloroso è rivolto a Mario Martone, che firma con questa rassegna la sua ultima opera da direttore artistico, e un benvenuto a Valerio Binasco, il quale è principalmente un artista, promotore di un teatro “coraggioso e innamorato degli attori […] e oggi mi colpisce ricordare come lo osservavo nel buio a prepararsi per la sua entrata in scena nell’Edipo a Colono, come ho pianto di commozione quando l’ho visto abbracciare, nei panni di Pietro Giordani, il giovane Leopardi sul set” afferma Martone, il quale ha diretto Binasco fin dalla prima stagione. La direzione artistica dello Stabile sotto il suo nome continuerà certamente ad aprire sulla scena mondi interiori e a interrogare la realtà col teatro.
 

Il teatro ai tempi del G-Zero

 
Culto della memoria e scorci visionari non sono gli unici ingredienti che definiscono l’equilibrio tra passato e presente: bisogna imparare la meditazione, che è pur sempre arte. Dalla dimensione micorscopica delle nostre esistenze all’imponenza della Storia, la riflessione deve saper cullare la visione e il pensiero, soprattutto in questa società destinata, come alcuni analisti presagiscono, ad acquisire una dimensione sempre più G-Zero. Perdita dei padri, feroci individualismi, deterioramento delle relazioni sociali, scontri culturali, mondi virtuali consolatori si alternano sul proscenio, così incredibilmente vicino a noi. Il più grande palcoscenico di tutti è la realtà, la compagine attoriale più ricca e complessa proprio noi, sebbene si resti in platea.
 
Deflagherà il salotto borghese di Ayad Akhtar diretto da Martin Kušej in Disgraced, si consumeranno inevitabilmente i contrasti familiari ne Le Baruffe Chiozzotte goldoniane (qui per la regia di Jurij Ferrini), e ne L’Arialda di Giovanni Testori, già ammirato per la regia di Valter Malosti durante la scorsa rassegna; si riconfermeranno immortali i tragici greci (Andrea De Rosa proporrà le sue Baccanti euripidee; Raffaele Di Florio la sua originale rilettura della storia di Antigone in Emone. La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato, vincitore della Prima edizione del Premio P.L.A.TEA per la Drammaturgia), Anton Čechov (con l’autorevole coproduzione con L’Odéon di Parigi lo Stabile accoglie la versione di Simon Stone de Le tre sorelle), Eduardo (Martone replicherà con Il sindaco del Rione Sanità) e Molière con il Don Giovanni di Binasco; si riporteranno alla ribalta grandi come Corneille (Fabrizio Falco, giovane promessa del teatro e del cinema, ci condurrà alla scoperta del composito e brillante L’illusion Comique), si omaggeranno Fo con il Mistero Buffo per la regia di Eugenio Allegri (il quale sceglie di rimanere fedele all’interpretazione del nostro Giullare), Eco con Il nome della Rosa (grazie alla magistrale direzione di Leo Muscato di un cast d’eccezione) e l’appena scomparso Gianmaria Testa con l’adattamento teatrale di Giorgio Gallione di Da questa parte del mare, viaggio struggente, per storie e canzoni, di migrazioni e ricerca di radici.
 

La Danza e la Città

 
TorinoDanza, infine, manterrà il suo respiro geografico aperto e sofisticato: tra Hans van Manen, Lucinda Childs, Ohad Naharin, ma anche Philippe Decouflé e Clément Dazin, l’ibridismo incontrerà la visionarietà e si tramuterà in giocoleria, danza, circo e qualsiasi altra forma espressiva atta a creare uno spettacolo davvero inedito. Senza dimenticare la danza d’autore e soffi di classicismo, a disegnare una mappatura che comprenda gusti e passioni anche molto distanti.
 

Con la direzione artistica di Gigi Cristoforetti, ToDanza si aprirà al Teatro Regio con Roméo et Juliette di Angelin Preljocaj, il 12 settembre 2017.

Foto tratta da: http://www.lastampa.it/2017/03/17/cronaca/mario-martone-lascia-il-teatro-stabile-di-torino-EYcAxLyzPlwV7kKqSL7c8H/pagina.html