Ritratti poveri venduti a un euro attraverso una divertentissima pagina Facebook: ecco l’idea di quattro ragazzi italiani che vivono a Malta. Vi presentiamo Poortraits, un progetto provocatorio e ironico di quattro giovani esperti di marketing online.
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_di Roberta D’Orazio
Less is more. Una frase iconica, che a partire dal mondo dell’architettura e dalle labbra di Ludwig Mies van der Rohe che utilizzò questo principio per la prima volta nei suoi progetti, ha restituito un senso nuovo a un universo artistico variegato. Penso al ritorno al lo-fi, alle registrazioni dei dischi senza cura apparente che conferiscono un senso (più o meno gradevole o condivisibile) di immediatezza. Penso ai proiettili letterari della narrativa contemporanea che spoglia la parola di ogni possibile orpello. Penso al nouveau cirque, al millenario minimalismo giapponese, penso al motto della città di Berlino, “povera ma sexy”, ai palazzi nudi ma vibranti di vita. Ma questa storia non nasce in terra teutonica, bensì a Malta, dove quattro impiegati di una web agency italiana carichi di sogni hanno dato vita ad un progetto appassionante, chiamato Poortraits: creare ritratti dalle linee essenziali a partire da una foto, alla modica cifra di un solo euro, e venderli su Internet attraverso la loro spassosissima pagina Facebook, che ridefinisce totalmente il concetto di arte povera.
Ogni mio tentativo di intavolare con loro una conversazione seriosa è miseramente naufragato in un mare di geniali e cervellotiche allucinazioni. Alle risposte, brillante come il sole in agosto, Jacopo Serotti, a cui riuscirò a estorcere una presentazione più o meno credibile dopo circa due ore e mezza di intervista.
“Siamo ragazzi semplici, cresciuti a pane e Maccio Capatonda. Amiamo il non-sense e l’abbiamo reso l’arma quotidiana contro la noia. Crediamo nell’ironia costruttiva e abbiamo dei sogni in cassetti Ikea poco robusti. Poortraits è il nostro progetto personale, critica di una realtà fondata sulle apparenze, sulle storie di Instagram e sulla dose di adrenalina che arriva a seguito dei likes.
Abbiamo alzato una barriera e siamo contenti di appartenere ad una nicchia.”
Com’è nata l’idea di Poortraits? Vi eravate drogati?
Mi sono consultato con il mio team e la risposta alla prima domanda è: “Sì.” Facendo leva sul fatto che essendo poveri, diamo risposte povere.
Se vuoi ti faccio domande a cui potete rispondere si o no. Il tuo team è formato da più di due persone?
Sì.
Chi siete? Cosa fate? Dove andate?
Siamo parte di un team INTERNAZIONALE di CREATIVI e ci eravamo stancati di essere troppo creativi e internazionali. Facciamo ritratti brutti, e andiamo in palestra alle 18.30 tranne Antonio che va alle 19.
In palestra che fate? Quali sono le esperienze professionali che vi hanno portato alla stanchezza? La palestra ha avuto un ruolo in tutto questo? Non è meglio il pilates?
Ci siamo stancati della ricerca del bello, dei politici, della pioggia ad aprile e degli Actimel.
La palestra è il luogo in cui tutti possono “allenarsi” ed impegnarsi a raggiungere il miglior benessere psicologico possibile, imparando a comunicare con se stessi e con gli altri, migliorando la qualità della vita e dei rapporti sia in ambito familiare che lavorativo, risolvendo, attraverso percorsi mirati individuali, di coppia, familiari e di gruppo, le tensioni che ci impediscono di VIVERE IN ARMONIA. Il pilates è solo una moda, come zumba o il crossfit.
Che lavoro facevate prima di iscrivervi in palestra e lanciare Poortraits?
Jacopo era un cavallo da aratro, Matteo un collezionista di ossa che poi è diventato vegano ed ha aperto con Jacopo un ristorante vegano. Antonio era un aspirante onnivoro con un’intolleranza al lattosio che ha stroncato i suoi sogni, mentre Christian era un fruttariano di mare e allevava cozze nel Mar Atlantico, che poi una volta andò in coma e si svegliò falegname, ma la storia sul coma è troppo lunga per essere raccontata in questa sede.
«Ci rivolgiamo a persone che preferiscono i tratti astratti della libertà che lasciano spazio all’immaginazione anziché preferire i freddi confini canonici dell’iperrealismo tipico della nostra epoca»
Sono certa che i nostri lettori la troverebbero avvincente ma rispetto molto la tua discrezione su un tema tanto delicato, soprattutto in una società come la nostra in cui questioni strappalacrime e strappalike sono altamente spettacolarizzate (vedi Barbara D’Urso). Come suddividete il lavoro?
8:00 Rapporto della pesca a cura del nostro CTO Matteo
8:42 Caffè
8:45 Caffè
9:21 Commettitura dei trefoli realizzata da Jacopo: è l’operazione della torsione, eseguita a mano o a macchina, mediante la quale da un certo numero di trefoli o fili, dipendente dalla formazione che si vuole ottenere, si ricava il legnolo.
9:54 Caffè
12:01 Christian fa un Poortrait
12:02 Pubblichiamo il poortrait e tagghiamo gente a cazzo
18.00 Lo slancio di prora è in pericolo e Antonio si muove a babordo per smurare
18:30 Andiamo in palestra tutti tranne Antonio
19:00 Antonio va in palestra
E dove vi siete conosciuti? In palestra?
Questa ci mettiamo un po’ perchè vogliamo farla in terzine dantesche. In ogni caso la risposta di prima è frutto di uno studio accurato su Miti del mare – sezione Termini marinareschi.
Ma in endecasillabi? Mandatemi la metrica anche altrimenti è difficile leggere bene.
Nel gymnasium sodalizio non vi fu
quod est unico loco de exercitazione mentis et corpus
poscia non fu.
Vossignoria saper potrà donde la canoscenza avvenne
in manera perentina e oserei perenne
radice fu di eterno sodalizio.
Virtù volle il qual incontro frutto fosse del gran fato,
in via Gluck vi fu l’avvento, post-astrum ‘lineato
quando auscultai una vox dicer ‘vieni meco’.
Siete pazzi. In che luogo è situata la start up e cosa deve fare la gente per mettersi in contatto con voi? Ma soprattutto, quanto conta Osvaldo Paniccia come figura di riferimento artistico?
Per questa volevamo usare il codice morse, ma sarebbe stato un gesto estremo.
Non abbiamo né sede né confine, siamo un solo popolo, cittadini del creato. Siamo liberi da ogni pregiudizio e pronti a ricevere il vostro amore e le vostre richieste nel nostro grande cuore e nella nostra casella messaggi sulla pagina Facebook.
Dal maestro Osvaldo riprendiamo il concetto che “ci sono un sacco di imbroglioni oggi nell’arte”. Non siamo noi che dobbiamo spiegare i Poortraits, i Poortraits si spiegano da soli. Sattoh.”
Parole sante. Ma qualche soldo l’avete raccimolato? O aspettate l’arrivo del grande Diprè per raggiungere la fama nazionale?
Dunque, per ora ci stiamo pagando gli stipendi. Abbiamo dovuto effettuare tagli al personale perché non potevamo permetterci sprechi di danaro. In totale, abbiamo guadagnato 29.044,05 lire del vecchio conio. Stiamo tuttavia aspettando bonifici di 3 bastardi che non hanno ancora pagato. Errata corrige, abbiamo guadagnato 206,4 scellini.
Un florido commercio. Non vi sembra un paradosso fare i big money con un’attività povera? A che tipo di target puntate e come definireste i vostri fruitori?
Un coccodrillo aveva afferrato un bambino che stava giocando sulle rive del Nilo.
La madre implorò il coccodrillo di restituirglielo.
“Certo” – disse il coccodrillo – “se sai dirmi in anticipo esattamente ciò che farò, ti restituirò il piccolo; però, se non indovinerai, lo mangerò per pranzo.”
“Oh” – disse la madre piangendo disperata – “tu divorerai il mio bambino”.
L’astuto coccodrillo ribatté: “Non posso ridarti il bambino perché, se te lo rendo, farò sì che tu abbia detto il falso, e ti avevo garantito che su tu avessi detto il falso, lo avrei divorato”.
“Le cose stanno esattamente al contrario” – rispose astuta la madre – “Non puoi mangiare il mio bambino perché, se lo divori, farai sì che io abbia detto la verità e tu avevi promesso che, se io avessi detto la verità, avresti restituito il bambino.”
Chi è il vincitore di questa discussione da un punto di vista logico?
Secondo la logica che cosa accadrà?
(tratto da Nicholas Falletta, Il libro dei paradossi, Tea, 2001)
Questo è un paradosso, non Poortraits.
Ci rivolgiamo a persone che preferiscono i tratti astratti della libertà che lasciano spazio all’immaginazione anziché preferire i freddi confini canonici dell’iperrealismo tipico della nostra epoca.
Come definiremmo i nostri fruitori? Poveri ma integerrimi.
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La crew di Poortraits è composta da:
Christian Calabrò – Napoli, Art Director
Jacopo Serotti -Fiorentina – Pescara, Digital Advertising Specialist
Antonio Perfetto – Napoli, Motion Graphic Designer
Matteo Giorgi – Atalanta, Social Media Manager