Guida a Torinodanza 2017

Intreccio di passi, stili, musiche ed emozioni. Una perla chiamata Torinodanza Festival: l’abito autunnale che fa di Torino una vera prima ballerina. 

_di Valentina De Carlo

Altro che in punta di piedi! La danza è entrata ormai prepotentemente nel panorama torinese con un festival che da nove anni a questa parte, ha saputo mettere radici e crescere fino ad essere ad oggi, al primo posto tra i festival specifici nazionali dedicati alla categoria e al secondo posto per quanto riguarda i contributi statali. Dai suoi esordi nel 2009, Torinodanza ha trovato attorno a sé un territorio fertile, predisposto ad accogliere le perle nascenti di arte e cultura, e persone che hanno saputo coltivarlo con passione e competenze, in primis Gigi Cristoforetti, direttore artistico di tutte queste nove edizioni.

L’edizione 2017, presentata il 20 aprile in conferenza stampa al Teatro Carignano di Torino, si dipanerà tra il 12 settembre e il 1° dicembre prossimi, ed avrà un sapore speciale. Dolceamaro, poiché sarà anche l’ultima curata da Cristoforetti, che si dirigerà verso nuove esperienze artistiche con la direzione dell’Aterballetto, e che porterà con sé mille ricordi e insegnamenti torinesi. La custodia di questa perla passerà ad Anna Cremonini, che avrà il compito di continuare ad intrecciare i tanti fili di cui questo festival si compone, in una città ed in una regione che hanno imparato ad apprezzare sempre di più la danza in tutte le sue forme.

Le peculiarità che rendono questo festival così apprezzato e ormai noto a livello internazionale, sono infatti l’aver saputo mescolare i diversi stili di danza, dalla classica alla contemporanea, a discipline affini e ibride come il circo, la giocoleria, il teatro-danza, coinvolgendo al contempo i più alti nomi del panorama del balletto, famose compagnie di tutto il mondo e talenti emergenti.

Sostenuto tra gli altri dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, il Festival è diventato un nucleo attrattivo capace di attirare e di coinvolgere molti teatri torinesi, dal centralissimo Teatro Regio alle periferica Lavanderia a Vapore di Collegno, dal Teatro Gobetti alle Fonderie Limone di Moncalieri e da quest’anno anche il rinnovato Teatro Juvarra di Torino. Diventa così un vero mosaico scintillante di mattoncini sparsi sul territorio e anche oltralpe, con la partecipazione della cugina Francia, in uno scambio consolidato con la Ville de Chambéry, che quest’anno ospiterà la tradizionale parade il giorno dopo rispetto a Torino, e in collaborazione con La Francia in Scena, (stagione artistica dell’Institut Français Italia) e la rassegna teatrale Concetrica.

Con non poca emozione, ma anche con l’orgoglio e la passione di chi ama il proprio mestiere, Gigi Cristoforetti presenta il suo ultimo programma di Torinodanza, che vestirà la Torino autunnale con un abito dalle più variegate gradazioni, seducente e pulsante, come solo la danza può essere nel suo intreccio di movimento, suono, emozioni.

Si inizia da un’inaugurazione in grande stile al Teatro Regio con il Roméo et Juliette del Ballet Preljocaj del 1996, un ritorno al passato per far rivivere il dramma che non muore mai, in uno scenario di guerra, conflitti sociali e degrado urbano, che vivifica ancora di più la purezza dell’amore. Il festival prosegue in un’alternanza ipnotica di grandi classici, iconici, senza tempo, eterni e nuove creazioni, visionarie, esplosive, provocatrici. Debutterà in prima italiana Kalakuta Republik del coreografo Serge Aimé Coulibaly, che porta in scena i ritmi, omaggiando Fela Kuti, musicista libertario del Benin, e la tradizione africana, in cui danza e teatro sono indivisibili e affrontano i temi dirompenti della libertà e della coscienza politica.

«Dall’esplicita dichiarazione d’amore per l’universo maschile, esplorando il lato virile della danza in Uprising di Hofesh Shechter alla perfetta risposta che sfata i luoghi comuni della danza femminile con le sette ballerine-amazzoni del successo d’esordio di Sharon Eyal e Gai Behar, Killer Pig»

Troviamo poi alcuni balletti di repertorio, che rispolverati per l’occasione, si offrono come gemme preziose della storia della danza alle nuove generazioni, come il solo Bach della spagnola María Muñoz, direttrice della compagnia Mal Pelo, tra le più note del panorama iberico, qui interpretato dall’italiana Federica Porello, che trasforma in movimento le note geniali dei brani da Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach.

Dall’incontro di giocoleria e danza nasce Humanoptère di Clément Dazin, che con ingredienti estremamente diversi che vanno dalla danza hip hop al circo, dal teatro alle acrobazie, crea un spettacolo che si propone come punto di partenza per andare verso nuovi inesplorati mondi. Passando attraverso coreografie di nomi che si sono conquistati un posto d’onore nel firmamento della danza, Angelin Preljocaj, Hans van Manen, Trisha Brown, Emio Greco e altri, il Festival Torinodanza, chiuderà al Teatro Regio il 1° dicembre con un prezioso tris della Gauthier Dance – Dance Company Theaterhaus Stuttgart, che celebra la danza contemporanea nella sua forma più dinamica con le coreografie di quattro artisti israeliani che rompono gli schemi con le loro creazioni.

Dall’esplicita dichiarazione d’amore per l’universo maschile, esplorando il lato virile della danza in Uprising di Hofesh Shechter alla perfetta risposta che sfata i luoghi comuni della danza femminile con le sette ballerine-amazzoni del successo d’esordio di Sharon Eyal e Gai Behar, Killer Pig. Finale caleidoscopico con Minus 16 di Ohad Naharin, che sulle note dello Stabat Mater di Vivaldi, mescola passi e stati d’animo. Un arrivederci rigoglioso, che racchiude in un unico programma nuove gemme e bellezze sempreverdi, capaci di affascinare e incantare gli habitués del Festival e di incuriosire il nuovo pubblico e, perché no, i numerosi turisti. Fili che si intrecciano tra novità e classico, tra presente e futuro, come i nastri delle punte delle ballerine.

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