Per una porta che si chiude, un’altra se ne apre? Dopo il Torino Jazz Festival arriva Narrazioni Jazz, nuovo format del programma dedicato alla “musica dei popoli” nella città sabauda, tutto all’insegna della sinergia tra le arti.
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_di Giorgia Bollati
Scriveva Maxence Fermine: “Non dimenticartelo mai: suonare il jazz, è come raccontare una storia. Una volta svanita la musica e finito il pezzo, deve restare solo felicità… Altrimenti, non serve a niente. Veramente a niente!”. Il Comune di Torino, quest’anno, decide di raccogliere la sfida e solleticare alla felicità l’aria della città unendo musica, letteratura e ogni altro tipo di arte con la prima edizione di Narrazioni Jazz: il capoluogo sabaudo brillerà di una stessa luce e ballerà su note in armonia dal 17 al 21 di maggio.
La parola del mese sarà, dunque, sinergia: il nuovo progetto punta alla mescolanza dei linguaggi e alla collaborazione tra organizzazioni diverse, fondandosi sulla creatività giovanile e andando a creare una rete tra luoghi non usuali. Con uno svolgimento parallelo e intrecciato a quello del Salone Internazionale del Libro, collaboratore principale, Narrazioni Jazz racconterà tante storie, come ben mostra la macchina da scrivere con spartito scelta come simbolo del festival, per cucire a filo doppio il legame tra musica e letteratura.
Nicola Lagioia cita, in tal senso, Walter Pater quando questi diceva che “ogni arte aspira costantemente alla condizione della musica”, e, se fino all’inizio del XX secolo si pensava a Wagner, dalle guerre mondiali ad oggi ci si riferisce al jazz: i letterati rimangono affascinati dalla capacità di improvvisazione di un musicista del genere e tracce assimilabili ai caratteri della musica dei popoli si rintracciano in Joyce, Kerouac, Céline o ancora in Cortázar.
Narrazioni Jazz si svolgerà in modo parallelo e intrecciato al Salone del libro, da mercoledì 17 a domenica 21 maggio
Grandi festeggiamenti, quindi, come racconta Stefano Zenni, in onore di un importante compleanno: nel 2017, infatti, ricorrono i 100 anni della registrazione del primo disco 78 giri di musica jazz, inciso da Nick La Rocca, abitante di New Orleans di origine siciliana. Per onorare la sua importante influenza sulla musica jazz, il 17 maggio, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, si terrà l’inaugurazione del festival con lo spettacolo “Jass. Ovvero quanto il jazz parlava siciliano”, scritto da Claudia Uzzo e Franco Maresco e diretto da quest’ultimo insieme allo stesso Zenni.
Con il sostegno di Intesa San Paolo, Iren e Poste Italiane, il Comune di Torino cercherà di far dialogare le arti con quella che è la lingua della comunicazione per eccellenza: un jazz che nasce dalla diversità etnica, dalle minoranze nere, dagli schiavi portati in America che utilizzavano la musica per creare una comunità, e dagli immigrati europei, tutti riuniti nella città di New Orleans che accoglieva chiunque si trovasse a passare per le sue strade colorate.
E per le strade di Torino, città di lunga tradizione musicale, si riverserà la stessa atmosfera, anche grazie al programma “Jazz per la città 2017 – attività musicali diffuse”, che coinvolgerà gli enti del tessuto artistico locale con l’elaborazione di 10 progetti studiati con alcuni dei 45 candidati che hanno risposto alla call aperta dalla città e dalla Fondazione per la Cultura. Un tale dispiego di forze, con un coinvolgimento di enti a 360 gradi, ha permesso di strutturare un programma che non ha eguali in Italia (e non solo): non esiste, infatti, alcun festival che distribuisca una parte di materiali, pare a un terzo del programma, ad aziende private della città.
La sindaca Chiara Appendino sottolinea come fosse tra le volontà degli organizzatori quella di costruire un festival il più inclusivo possibile, nell’ottica di una sempre maggiore crescita di Torino. Nei luoghi più “istituzionali” ci saranno, quindi, tra gli altri, il contrabbasso di William Parker e la voce di Napoleon Maddox (Piccolo Regio Giacomo Puccini, 18 maggio alle 17:30 e quest’ultimo anche al Piccolo Regio Giacomo Puccini, 20 maggio alle 17:30), la voce di Dee Dee Bridgewater (Auditorium Giovanni Agnelli, 18 maggio alle 21), o, ancora, le abili mani del pianista Enrico Rava e della pianista Geri Allen insieme alla voce di Anna Bonaiuto che tesseranno le storie del jazz (Auditorium Giovanni Agnelli, 19 maggio alle 21).
Ma, parallelamente, ci saranno tutti gli appuntamenti nei luoghi non usuali come la commemorazione a John Coltrane (Circolo dei lettori, 20 maggio alle 16), le proiezioni dedicate a Boris Vian (Cinema Massimo), Peter Brötzmann e Heather Leigh (Cimitero di San Pietro in Vincoli, 19 maggio alle 21, nell’orbita di Jazz Is Dead), e ancora i ragazzi riuniti da CLGEnsemble per rivisitare le creature ideate da Jorge Luis Borges (Biblioteca Civica Don Lorenzo Milani), con gli eventi ospitati dai locali in zona Vanchiglia.
Culmine del festival sarà la notte bianca Torino Jazz Night che si terrà sabato 20 maggio con ospiti internazionali per più di trenta concerti e tre percorsi ispirati, rispettivamente, a Il Grande Gatsby, Il giro del mondo in 80 giorni e Fahrenheit 451. Per collegare tutte le iniziative della notte, ci sarà lo Smartrams, un tram gratuito con a bordo musica dal vivo e dj set.
Per una porta che si chiude, un’altra se ne apre, insomma. Non ci resta che varcarla per intraprendere questo nuovo cammino tra musica e arte.
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In copertina la cantante Dee Dee Bridgewater