5 canzoni per entrare nel mondo del gruppo emiliano, fatto di chitarroni branditi come motoseghe e ballate pirotecniche. I Pinguini stanno portando in giro il nuovo album “Nebbia”.
Il primo febbraio è uscito il nuovo singolo dei Pinguini, intitolato “Febbre“. Noi ci prepariamo alle temperature roventi dei club che ospiteranno la band, pronti a sudare nel parterre. Ecco i cinque pezzi da cantare tutto in coro come se non ci fosse un domani. In aggiunta, date un ascolto alla bonus track tutta torinese firmata dagli Sdeghede, che apriranno il concerto torinese dei Gazebo.
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Senza di te
Per tantissimi i Gazebo Penguins sono quell’attacco deciso di Senza di te, quelle urla in un ritornello per cui l’aggettivo monolitico è il più calzante che si possa trovare. C’è lo zampino/feat di Lietti dei Fine Before you Came, e si sente: è il pezzo più forte, in tutti sensi, di “Legna”, il secondo album del trio. Secondo se si conta un esordio poco noto, “The name is not the named”, cantato in inglese e giustamente più pazzerello e sguaiato (per i curiosi: vale la pena l’ascolto, lo trovate su bandcamp: http://bc.
Il tram delle 6
Sia chiaro, “Legna” era tutto molto bello. Il sottotitolo dell’album – curatissimo in una cornice comunicativa ricca di poster e teaser e, soprattutto, in un glorioso free-download – recitava “Ne serve di più. Ne serve molta di più”. Verissimo, perché nel 2011 non c’era mica tanta roba in giro come questa. Doveroso il rimando ai già citati FBYC, ma Capra, Sollo e Piter, senza mollare il piede dall’acceleratore, guidavano verso lidi più pop. Urla e distorsioni, sì, ma con svisate chitarristiche meno cupe e riff che non avrebbero sfigurato in un disco dei Japandroids. Come Il tram delle 6.
Trasloco
E infatti con “Raudo” (2013, To Lose la Track come il precedente) i tre regaz di Correggio affinano la formula in un disco che è pieno di canzoni orecchiabili, canticchiabili, accessibili. Sempre cazzuti, ma con più garbo. Per non perdere la botta, si presentano sui palchi di tutta Italia con una chitarra in più. La fanbase ormai è solidissima, i concerti solidissimi anche loro. Trasloco è il secondo singolo di un album a ben vedere molto personale e allo stesso tempo generazionale. Basti ascoltare Correggio e Mio nonno, altre due chicche.
Gigantic (Pixies)
Momento curiosità: dopo i fasti di “Raudo”, escono un sacco di cosette piccole e interessanti, ma nessun terzo disco all’orizzonte; a un certo punto spunta fuori una cover di Gigantic dei Pixies, all’interno della compilation/cassette illustrate TINALS. Surprise: il pezzo è al 97% elettronico. Un po’ come se Bon Iver si desse al power metal. I fan sussultano, qualcuno storce il naso, qualcuno dice “non sanno più che cazzo fare”, qualcuno “esperimento interessante”. Chissà?
Soffrire non è utile
I Pinguini del 2017 tornano alle aperture singalong di sempre con “Nebbia”. L’approccio è comunque cambiato, e “Nebbia” è un disco complessivamente più scuro, ancora più radio-friendly nei suoni (il tappeto sonoro del primo singolo Febbre), ma che non contiene il singolo paraculo dell’estate. Pro e contro convergenti: “Nebbia” è il lavoro meno immediato della band. Maturo, ma forse di passaggio verso qualcosa di nuovo che ancora non c’è. Quello che non manca, però, è l’autoironia; guardate il video di Soffrire non è utile: con quel “Hai sentito l’ultima dei Gazebo Penguins? – questa svolta synthwave fa proprio cagare” gli si perdonerebbe qualunque cosa.
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Ti piacciono queste sonorità? Senti che botta gli Sdeghede da Torino. Opening act del concerto dei Penguins allo sPAZIO211, venerdì 21 aprile. Stilema è il secondo singolo della band in questo 2017 e anticipa l’album lungo in uscita a settembre.
SDEGHEDE – Stilema