Austra: sei pezzi per arrivare a Future Politics

Manca ormai poco all’arrivo degli Austra sul palco del BIKO Milano. Il trio synth-pop canadese infatti suonerà mercoledì 15 marzo al Biko di Milano.

di Sean Cronin – Gli Austra provengono da Toronto, Ontario, la stessa regione di gruppi come Junior Boys e Jessy Lanza, che hanno già fatto tappa a Milano meno di un anno fa.

Ecco una mini playlist con sei tracce (due selezionate da ciascuno dei tre dischi) da conoscere assolutamente prima di andare a sentirli live al Biko, unica data italiana organizzata da Comcerto e Via Audio. Appuntamento mercoledì 15 marzo.

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“Beat and the Pulse” e “Lose it” da “Feel it break”, disco del 2011

Il trio canadese ha presentato al mondo il suo mood con questo album: “Beat and the Pulse” è il primo esempio che vi proponiamo per comprendere le sonorità synth pop degli Austra. E’ un pezzo estremamente avvolgente grazie al suo beat funky. Sembra addirittura di correre lungo un labirinto dove nulla è un errore.  E tutto va bene, si può anche ballare.

 

Ascoltando la tracklist dell’album non c’è bisogno di attendere a lungo per poter ascoltare la voce di Katie Stelmanis al suo apice. Questo brano, “Lose it”, scandito da un tassativo “don’t wanna lose you” ci fa scoprire i suoni new wave prediletti dal gruppo e accompagna le nostre lacrime e sfoghi accarezzandole con un morbido pianoforte.

“Home” e “Painful Like” da “Olympia” (2013)

Un album nel quale al carattere già precedentemente synth-pop si aggiunge quello dance. Qui per voi “Home”, dove una linea di basso si arrampica nel costruirsi e decostruirsi di batteria e percussioni elettriche. Suoni da foresta appaiono tra una strofa e l’altra finché non si inseriscono tutti assieme per spingere la ripetuta domanda You know that it hurts me when you stay away all night. What is it that keeps you there?”.

I beat dei brani presenti all’interno di Olympia hanno uno spessore diverso. Si sente in “Painful like” ad esempio, canzone scritta per le persone gay cresciute in piccole città, le quali riescono a trovare pace solo tra le braccia dei propri compagni/e. Una canzone che ribalta tutto e invita tutti alla pista da ballo.

 

“We Were Alive” e  “I Love You More Than You Love Yourself” da “Future Politics” (2017)

Di chiara influenza Massive Attack, “We Were Alive” è la canzone che apre il disco. Se tralasciamo il bridge, sono solo due gli accordi in questa canzone che Katie Stelmanis definisce more like a conversation or a story than a pop song. Il tema politico, aspetto che già si era intravisto in “Olympia”, è diventato ancora più importante in questo ultimo disco. Il divario temporale che divide l’uscita di un album dall’altro lo può certamente dimostrare.

 

Il mood più personale e intimistico si mischia con quello politico: è il leit motiv espresso lungo tutto il disco. Altro esempio in tal senso è “I Love You More Than You Love Yourself”, canzone che racconta dello scandalo Lisa Nowak e di come vengano concepiti e trattati argomenti  come la depressione e le malattie mentali. La canzone è un dolce tentativo di connessione, tra suoni di batterie e synth, con quella che è l’altra faccia della realtà. Spesso e volentieri dimenticata.