Un selezione di libri pedagogici che sarebbe bene venissero letti e capiti dai più “grandi”…
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_di Lorenza Carannante
I libri illustrati per bambini sono notoriamente progettati al fine di un apprendimento alternativo. Dal rapporto visivo arriviamo fino al contatto tattile o ai libri interattivi. Solitamente quando si parla di questa tipologia di pubblicazione, si pensa solo all’infanzia, alla pedagogia. Noi di OUTsiders abbiamo deciso di presentare una piccolissima lista di quelli che secondo noi sono libri illustrati che non dovrebbero essere destinati solo ai bambini, ma anche e soprattutto ai “grandi”.
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Il richiamo della palude
Davide Calì è un autore molto conosciuto e apprezzato all’interno del mondo dei libri illustrati per bambini. È stato autore di alcuni tra i titoli più belli e suggestivi degli ultimi tempi, come l’albo intitolato Il richiamo della palude, pubblicato lo scorso settembre da Kite Edizioni e illustrato da Marco Somà. La trama è molto semplice: Boris è un bambino che ha tutte le sembianze di uno “Axolotl” e non a caso viene trovato da quelli che saranno poi i suoi genitori adottivi nei pressi di una palude. Non potendo avere figli, la coppia decide di crescere quel bambino ignorandone branchie, squame e aculei, senza badare quindi ad un aspetto che lo distingueva dagli altri bambini. Poi un giorno prova una sensazione mai provata prima: nostalgia verso un luogo mai realmente vissuto, ovvero la palude da dove veniva.
Come sarebbe stato crescere in quella che era casa sua a tutti gli effetti? Qual è la sua vera famiglia? Ma soprattutto, quanto affetto e bene c’è nel volersi bene senza somigliarsi? Con la testa piena di queste domande Boris si immerge nella palude sentendosi a suo agio. Nonostante questo, però, i suoi genitori adottivi non lo odieranno, piuttosto lo incoraggeranno a fare tutto ciò che può renderlo felice, sempre. Una tematica assolutamente attuale che dovrebbe essere letta soprattutto da quegli adulti che si fermano alle apparenze, lasciando che i pregiudizi vadano ad intaccare qualsiasi rapporto.
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Un grande giorno di niente
Potenza grafica senza eguali quella di Beatrice Alemagna, autrice, tra gli altri, dell’albo Un grande giorno di niente, pubblicato da Topipittori. Lei è un’illustratrice italiana trapiantata da ormai parecchi anni in Francia. Esperta e perfetta interprete di libri illustrati per bambini, è stata pluripremiata in tutta Europa per i suoi colori intensi e il tratto incerto che ricorda quello dell’infanzia, ma nonostante questo dalle trame imprescindibili, sia per i più piccoli che per i più grandi. L’albo in questione ne è esempio lampante: annoiandosi a casa, mentre fuori piove, il piccolo protagonista decide di uscire perché in casa non può usare un videogame che infastidisce il lavoro di sua madre. Così facendo il piccolo svela un mondo che non aveva mai avuto il piacere di vedere, odorare, toccare, riconoscendo il fatto che i videogiochi non sono tutto, e che la noia a volte può portare a scoperte bellissime. Un progetto abilmente disegnato per proporre al lettore (di tutte le età) una visione effettiva della realtà che ci circonda.
Ormai i bambini sono dei nativi digitali, come sostiene la stessa autrice, pertanto spesso non hanno la minima idea di cosa ci sia al di là degli strumenti tecnologici, estensioni del loro corpo. Concludendo con le parole di Beatrice Alemagna sul suo albo: “La noia è in effetti un tempo privilegiato per osservare, riflettere, immaginare, creare. Il tempo vuoto, senza obblighi né faccende da sbrigare o attività prestabilite, è quello spazio elastico che permette al bambino di trovare se stesso all’interno delle sue risorse personali. Entrare in sé e fabbricarsi vite diverse. Questo mi sono ricordata, pensando alla mia perduta noia infantile”. La noia è una cosa preziosa, poiché rende liberi di scoprire più di qualsiasi altro elemento. E forse anche qualche adulto dovrebbe impararlo. Anzi ricordarlo.
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Come un albero
Le perle rare si riconoscono immediatamente. Un occhio attento ne riconoscerebbe l’entità preziosa già a partire dalla copertina o anche solo dall’attenzione nel verso dell’impaginazione per presentare al meglio il proprio lavoro. È il caso di Come un albero, albo illustrato da Rossana Bossù e pubblicato da Camelozampa, casa editrice padovana. Il lettore è fin da subito invitato ad una maggiore attenzione dal “mutismo” dell’intera raccolta, fatta eccezione per poche parole sparse qua e là all’interno di una melodia perfettamente equilibrata di colori caldi e freddi, e di un tratto sfumato assolutamente delizioso. Al di là dello stile, però, è particolarmente interessante ciò che viene presentato.
Ciascuna tavola è numerata e presenta una visione del mondo dalla prospettiva della natura, invitando il lettore ad osservare la stessa considerandola al suo pari: vivi. Il discorso si sviluppa per coppie di pagine, all’interno delle quali ad un verbo “umano” vengono affiancate immagini e descrizioni di piante, animali e dettagli legati a quella determinata azione. Una sorta di abbecedario di botanica ed entomologia senza particolari pretese, se non quello di allargare il nostro sguardo anche alla natura, che ci circonda da sempre, e alla quale dobbiamo tanto. Un lavoro di ricerca e al contempo di sintesi dalla delicatezza impareggiabile.