Combinare gli strumenti basilari della quotidianità per arrivare a creare qualcosa di complesso, caotico e stupefacente: questa è la filosofia del movimento e della trasformazione tipica del Futurismo italiano. La stessa filosofia è stata ripresa dai ragazzi di Dolci su Tela per dare vita alla mostra dedicata al movimento culturale del primo novecento.
di Carla Paolo – Il 29 dicembre 2016 si è tenuta la mostra artistico-culinaria a tema Futurismo presso Città del Gusto – Gambero Rosso di Lecce. Qui i ragazzi di Dolci su Tela hanno fuso insieme l’arte futurista e la pasticceria mettendo in relazione un intenso legame tra arte e cucina. Si tratta della seconda mostra di questo tipo organizzata da Gambero Rosso in collaborazione con il gruppo Dolci su Tela. L’ambiente e la presentazione sono stati progettati appositamente per richiamare alla mente il caos futurista: fil di ferro attorcigliato sui piatti e lettere lignee in rilievo hanno creato un impatto visivo tanto semplice negli elementi quanto complesso nella combinazione.
I piatti nati dalla creatività dello Chef pasticcere Francesco Pellegrino si ispirano a tre opere portavoce del Futurismo italiano:
1. Parole in libertà (1912-1913): l’innovativo stile letterario ideato da Marinetti, capostipite del movimento, non si piega alle rigide regole della scrittura, ma si scompone creando un groviglio disordinato di caratteri e parole, la maggior parte delle volte ad uso esclusivamente onomatopeico. Lo stesso sentimento di caos suscita il piatto dello Chef Pellegrino: elementi di cioccolato temperato al 72% e salse di lampone, pistacchio e cioccolato sono posizionate sul piatto in modo apparentemente casuale, disordinato, scomposto. Ogni elemento è staccato dagli altri, non amalgamato, ma presentato in modo individuale, ognuno con la propria forma e forza espressiva.
2. Ritratto di Marinetti poeta nel Golfo della Spezia (1933-1934), è un ritratto nato dalla mano di Prampolini nel quale è raffigurato un futuristico Marinetti. Prampolini è uno dei maggiori pittori futuristi, largamente influenzato dal cubismo. Il ritratto infatti rientra perfettamente nei canoni del movimento e della scomposizione: Marinetti risulta essere una figura ben delineata nei tratti ma non nella forma, senza inizio né fine, fusa con l’ambiente divenendo un tutt’uno con esso. Questo ritratto è stato ricreato in forma gastronomica grazie alla tecnica del pastigliaggio: le linee nette e decise del ritratto ed in particolare del volto sono state riprodotte in pasta di zucchero e sono quasi l’unico elemento della composizione, accompagnato solo da delle polveri rosse e oro che rimandano ai colori della tela.
3. Marinetti temporale patriottico (1924), ad opera del pittore Depero. Questo quadro è forse il più rappresentativo del patriottismo futurista. Lo scrittore viene rappresentato mentre declama l’inno italiano e la sua declamazione assume forme violente, irregolari e scomposte, che irrompono dalla bocca e invadono l’intera tela con i colori della bandiera italiana. Per ricreare lo stesso effetto prorompente lo Chef punta sui colori e sulle linee spezzate: un Pan di Spagna al pistacchio arricchito con creme di vaniglia e lampone viene posto sul piatto in modo caotico, occupando l’intero spazio a sua disposizione.
L’atmosfera futurista non si riduce ad una semplice esposizione di tele e piatti, ma tenta di inglobare i visitatori nel vero spirito di quell’epoca carica di creatività ed innovazione: buffet e bar allestiti nella sala dell’esposizione offrono assaggi e bevande che tentano di riportare gli ospiti alla tipicità del futurismo mentre dell’ottima musica e due proiezioni video sul futurismo amalgamano l’ambiente.
Il buffet, curato dallo Chef Pellegrino e da gustare esclusivamente con le mani, senza l’utilizzo di posate, prevede diversi piatti che ripropongono le sperimentazioni culinarie del periodo futurista rivisitati in chiave contemporanea: Carneplastico, Arancine riso e zafferano, Equatore + Polo Nord, Cachi maturi, melagrane e arance al quale si abbinano una Monoporzione al cioccolato e Pan di Spagna al pistacchio con vaniglia e lampone.
Il bar, curato dallo staff del Quanto Basta di Lecce – eletto miglior cocktail bar d’Italia nel 2015 – e a sua volta restando in tema futurista, offre tre tipi differenti di polibibite: Avanvera, Slancio, Fulminea. Da sottolineare che tutte le bevande, coerentemente con quanto professa il forte patriottismo del movimento, sono composte esclusivamente da alcolici italiani.
Il progetto di Dolci su Tela Dolci su Tela, come anticipa già il nome, vuole mettere in evidenza il legame tra la pasticceria e il mondo dell’arte. Si tratta di un progetto innovativo e originale che tenta di cucire insieme molteplici tipi di arte solo all’apparenza lontani.
1. Come definire il gruppo Dolci su Tela: Chi siete.
“Si tratta di un collettivo di cinque ragazzi con competenze ed interessi diversi e legati da una profonda amicizia. Il cuore pulsante del gruppo è Francesco Pellegrino, giovane chef di esperienza internazionale che mette a disposizione del progetto le sue conoscenze culinarie; Mattia Pezzuto studente di scenografia al secondo anno dell’Accademia di belle arti di Lecce, si occupa in toto degli aspetti artistici del progetto; Marco Monti, laureando in ingegneria dell’informazione, ha il compito di gestire il sito da cui è nato il progetto di Dolci su Tela; Piersandro Carlucci, tecnico informatico e “tuttofare”, affiancherà Marco Monti nella progettazione del sito; Andrea Miglietta, laureando in lettere moderne, supporto al gruppo per ciò che riguarda la sfera della comunicazione e la creazione di contenuti.”
2. Come ed in che momento è nato il progetto, di cosa si tratta.
“Il progetto è molto recente, è nato circa quattro mesi fa da un’idea di Mattia Pezzuto: cercare di portare l’alta pasticceria in Puglia grazie allo chef Pellegrino, pronto a mettere la sua esperienza al servizio dell’utenza culinaria salentina, che attualmente risulta essere di basso profilo. In Salento non ci sono pasticceri di fama internazionale, tutto ruota attorno alla pasticceria tradizionale che, se rivisitata in un certo modo, può raggiungere livelli molto più alti. L’idea di avvicinare la pasticceria al mondo dell’arte nasce pensando al fatto che essa non si pone solo come alimento fine a sé stesso, ma anche come esperienza.
Lo scopo del progetto, quindi, può essere raggiunto solo coniugando le due cose e valorizzando la figura dello chef sia come pasticciere che come artista. Il progetto iniziale era quello di creare un sito di cucina: un’ interfaccia in cui qualsiasi utente può avvicinarsi al mondo dell’alta pasticceria. Le ricette, tutte di alto livello, si offrono sia ai professionisti che agli amatoriali. Sarà possibile trovare anche le ricette delle mostre, che per il momento servono ad avere un’entrata economica e ad accumulare visibilità. Rendendo la pasticceria un’esperienza creativa e divertente, gli utenti di qualsiasi tipo e livello potranno utilizzare le ricette create dallo Chef per mettersi alla prova con se stessi. Il sito funzionerà per registrazioni ed abbonamenti mensili degli utenti, i quali potranno anche comprare la singola ricetta. Ci vorrà almeno un altro anno di lavoro per creare ed aprire il sito in via definitiva.”
3. Quali sono stati i primi passi che avete dovuto affrontare per arrivare sin qui.
“Innanzitutto capire cosa siamo e cosa vogliamo fare. É stata necessaria un’intera settimana di progettazione solo per scegliere il nome adeguato. Il secondo passo impegnativo è stato l’affrontare il lato economico del progetto a causa del budget di partenza molto limitato.”
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4. Cosa pensate dell’ultima mostra che avete organizzato.
“È andata meglio delle aspettative. L’affluenza è stata ottima e sia i responsabili di Città del Gusto, sia gli ospiti, sono stati entusiasti e soddisfatti. Queste mostre hanno aperto una porta importante, quella delle collaborazioni con Città del Gusto, regalando al gruppo visibilità ed opportunità per il futuro.”
5. Quali sono i progetti per il futuro.
“Continuare a collaborare con Città del Gusto e piano piano emancipare Dolci su Tela nella creazione di eventi. Questi potrebbero variare dalla mostra, a cene o pranzi a tema artistico o storico o musicale, ricreando in toto l’ambiente di riferimento per dare vita ad un’esperienza totalizzante. Ovviamente molto tempo sarà dedicato anche alla costruzione del sito che nel futuro diventerà la colonna portante del progetto e dell’organizzazione degli eventi.”