Uno scontro all’ultimo sangue è stato combattuto nella Cantina di EATaly Lingotto: due superpotenze del vino si sono sfidate mettendo in campo i loro migliori rappresentanti.
di Giorgia Bollati – Siamo stati a degustare le proposte delle aziende presenti e abbiamo percorso il cammino tra le vigne studiato per la serata, passando dal verde del Monferrato alle colline della Maremma.
Un calice vuoto che brama di essere riempito, un tagliere con tartine e focacce, una fila di bottiglie pronte per essere stappate: questi gli elementi essenziali che, mixati con equilibrio, costituiscono lo spartito della serata dedicata al vino “Lo scudetto del vino”. Facendo il verso all’inno inglese per il suo animo istituzionale e ai Sex pistols per il germe sbarazzino, God save the wine propone, insieme a EATaly Lingotto una sfida tutta italiana, tra i due luoghi dell’eccellenza enoica nel panorama mondiale: Piemonte e Toscana. Le due potenze enogastronomiche sfoderano le loro armi migliori da Sangiovese a Nebbiolo, da Chianti classico a Barbera, e presentano ricchissime sorprese. Per stemperare il match e lo spirito competitivo che aleggia nell’aria della cantina in via Nizza, scendono in campo anche aziende provenienti dal resto dell’Italia e dalla Champagne, che si inseriscono nel percorso degustativo e, con qualche sorriso e parecchie bollicine, attirano l’attenzione degli ospiti.
Per salvaguardare fegato e dignità, la cucina propone un ricco banchetto di stuzzichini, tra Crostoni di pane rustic con cavolo nero o con un saporito ma delicatissimo paté di fegatini toscani, focaccia farcita con salsiccia di vitello de “La Granda” e robiola di Roccaverano, una stupenda e profumata polenta concia, e, per concludere e accompagnare i vini più dolci, Cantucci toscani e Paste di meliga della tradizione piemontese.
22 le cantine ospiti: si va dalle fuori gara, oltre allo special guest ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO (Trento), CHAMPAGNE A.BERGERE (Fèrebrianges, Epernay) per lo Champagne e BERLUCCHI (Cortefranca, BS) per il Franciacorta, alle aziende toscane GAGLIOLE (Castellina in Chianti, SI), TERRE DI PERSETO (San Casciano Val di Pesa, FI), BADIA A COLTIBUONO (Gaiole in Chianti, SI), BANFI (Montalcino, SI e Strevi, AL), FAMIGLIA CECCHI (Castellina in Chianti, SI), CANNETO III (San Piero A Sieve Mugello, FI), TENUTA DI ARTIMINO (Carmignano, PO), RUFFINO (Pontassieve, FI), MARCHESI ANTINORI (San Casciano, FI), PRINCIPE CORSINI, CASTELLI DEL GREVEPESA (San Casciano in Val di Pesa (Fi), per terminare con le cantine piemontesi FONTANAFREDDA (Serralunga d’Alba, CN), 499 (Camo, CN), FILARI E RADICI – RENATO BUGANZA (Piobesi d’Alba, CN), CARUSSIN (S. Marzano Oliveto, AT), ROCCO DI CARPENETO (Carpeneto, AL), L’ASTEMIA PENTITA (Barolo, CN), PARUSSO (Monforte d’Alba, CN), PRUNOTTO (Alba, CN), CLAVESANA Siamo Dolcetto. Tappa dopo tappa, il percorso è stato studiato come un passaggio da un tavolo espositivo all’altro, muovendosi tra gli scaffali dell’enoteca di Eataly, per poter tornare, per una pausa, nella zona dedicata agli stuzzichini, consumabili seduti in tranquillità in una sala più isolata. Delicatissimo al palato risulta l’amabile La lus Albarossa Piemonte, un innesto in vigna di Barbera e Nebbiolo, offerto da Banfi insieme al suo fresco Sangiovese Stil Novo, un vino profumato prodotto secondo una tecnica toscana del 400 che prevede due vendemmie e una lunga lavorazione per un risultato elegante e ricercato.
Notevole la Barbera prodotta da Prunotto (detto anche da una non-estimatrice del vitigno) che risulta acida ma perfettamente bilanciata dalla corposità tipica delle uve della zona di Agliano, mentre, della stessa azienda, è stupendo il Nebbiolo, fruttato e setoso. Sempre rimanendo in ambito piemontese, la Cantina Clavesana costituisce il più grande produttore di Dolcetto e propone, in questa particolare occasione, una degustazione di Barolo, affinato per 18 mesi in botti di Rovere, insieme ad un Pinot nero e ai suoi stupendi bianchi; in una scuola in disuso, per il weekend dal 25 al 27 di novembre, la cantina ha organizzato i Bagna Caoda Days, per celebrare la cucina del piemonte secondo la tradizione astigiana e per mostrare le bellezze dal paesaggio borgognóne del Terroir Clavesana, poco conosciute anche dagli stessi piemontesi.
Dal sapore decisamente più forte è lo Champagne prodotto da Bergère e distribuito in Italia dalla piccola azienda laziale CantinAmena, che presenta il Brut Nature dai toni più acidi, il più cremoso e avvolgente Sélection, costituito per un 50% di Chardonnay e un 50% di Pinot, lo Chardonnay 100% del Blanc de Blancs e infine il leggero ma profumatissimo Rosé Brut, che accarezza morbidamente la gola. Tornando ancora in Toscana, colpisce per l’energia del suo sapore il Chianti Classico proposto da Terre di Perseto, un vino quasi completamente Sangiovese che in bocca risulta forte e deciso (forse un po’ troppo), e il Chianti classico Riserva al 90% Sangiovese e al 10% Cabernet che al palato è molto più delicato. Rimanendo sul Chianti Classico, altrettanto corposo ma decisamente meno forte è il Clemente VII di Castelli del Grevepesa, che, a partire dalla solennità dell’etichetta, dimostra tutta la potenza del vitigno dei poderi rilevati dai Medici all’epoca del Papa da cui è stato preso in prestito il nome; mentre, della stessa cantina ma di portata decisamente inferiore è Lamole, più impegnativo, di più elevata gradazione e dal sapore più legnoso.
Muovendoci nuovamente verso casa, incontriamo, nelle Langhe, l’Azienda Agricola 499 che presenta la sua stupenda e profumatissima Freisa e un moscato dolce ma non stucchevole, estremamente aromatico e con un sentore quasi di miele, insieme a Enigma, un bianco con 100% di uve di moscato reinterpretato come un prosecco per un risultato più intenso. Un percorso attraverso il quale risvegliare tutti i sensi, lasciandosi guidare dai profumi e dai sapori, osservando la bellezza di etichette raffinate ed eleganti mostrate dai sempre cordiali rappresentanti delle Cantine.