Il menù a tema per la Festa della Patata è un omaggio ad una delle regine indiscusse della tavola e diventa un viaggio intorno al mondo attraverso culture gastronomiche molto lontane tra loro.
di Lorenzo Giannetti — In America Latina viene coltivata sin dai tempi della civiltà Azteca e Inca. Nella Vecchia Europa bisogna aspettare il ‘500 per veder comparire la patata nei mercati orto-frutticoli. Non fu tuttavia la spedizione di Cristoforo Colombo a importare oltreoceano il tubero più famoso del mondo. La patata infatti deve il suo battesimo sulle tavole europee agli spagnoli di Pizzarro, che la stanarono sulla Cordigliera Andina solo a metà del Cinquecento. Da quel momento, ha sicuramente vissuto una vita intensa e poliglotta. Semplice ma versatile, povera quanto sostanziosa, simpatica nel suo essere in qualche modo “sgraziata“: la patata si è ritagliata un posto d’onore nell’Olimpo della cucina e nel cuore di molti commensali.
Eataly ha dedicato alle infinite possibilità della patata un weekend a tema, nel quale – al collaudato menù di stagione – si sono aggiunte una serie di ricette realizzate da 4 chef provenienti da background e culture diverse, in rappresentanza di ristoranti con sede in Piemonte ma radici lontane. Infatti, se si esclude il ristorante “La Cascata”, storica roccaforte della cucina sabauda in provincia di Cuneo, ci si sposta fin da subito oltreconfine.
>
>
Donde partire se non dall’America Latina, vera incubatrice storica della patata? Eccoci allora al Ristorantino della Carne, dove si è sistemato lo staff del ristorante/gastronomia “La Straniera”, vero e proprio angolo peruviano in via Germanasca 29 (una traversa di Via Monginevro), presso il quale potrete fare la scorta di prodotti tipici come il maiz cusco o l’aji limo, ovvero il tipico peperoncino peruviano. Una signora dal sorriso contagioso ci prepara una Papa Rellena. “Papa” è l’antico nome con la quale venivano chiamate le patate e per l’occasione di traduce in una sorta di arancino ripieno di carne, olive e uova, accompagnato da deliziose salsine piccanti e da una rinfrescante insalatina di cipolle.
>
Pronti via, ci si trasferisce nella steppa: il Ristorantino del Pesce ospita una “delegazione” sovietica. La pietanza che assaggiamo viene direttamente dal menù del ristorante “Sibiriaki”, che fa rivivere la tradizione della cucina russo-siberiana in un suggestivo anfratto del Quadrilatero Romano, in Via Bellezia 8. Il piatto della casa è la Zuppa Sibir, ricetta ardita dal sapore ricercato, anche nella presentazione e nel servizio: una colata di vellutata di patate viene adagiata – al tavolo, sul momento – su una tartare di aringhe, per un connubio tra il sapore pungente dei cubetti di pesce baltico e le note delicate della crema. A suggellare il tutto la punta acidula dell’olio di aneto e le briciole croccanti di pane di segale Borodonsky – tradizionale impasto sovietico dal retrogusto leggermente dolciastro.
>
I venti gelidi del Grande Est ci sospingono verso casa per l’ultima tappa del tour della Festa della Patata. Nell’avamposto del ristorante spagnolo “Chicamon” (a Torino, in Via Andra Doria 12, a due passi da Piazzale Valdo Fusi) che va sul sicuro offrendoci la rivisitazione di un cult, al Ristorantino dei Salumi e Formaggi: tortilla di patate con cipolle e prosciutto crudo. I triangoli iberici sono forse il piatto meno “d’impatto” della serata ma fanno comunque venir voglia di approfondire il menù alla carta del ristorantino iberico nel Centro Storico della città.
>
Passando da una specialità tradizionale all’altra, da uno stand all’altro nell’affollato mercato di Eataly – in un trionfo delle tonalità autunnali del giallo, dell’arancione e del marroncino – sembra quasi di essere nel gate di un aeroporto: pronti decollare verso una nuova destinazione ed un’altra ricetta, chissà dove.