Il progetto Giulia sotto la metro mette insieme scrittura, illustrazione, grafica e web marketing per creare dei contenuti 2.0 con lo scopo di raccontare la città attraverso lo snodarsi della sua linea metropolitana.
di Raffaella Ceres – L’ultima virale creatura di Giulia sotto la metro è una mappa dei Teatri di Roma. Andiamo a scoprirne genesi e sviluppi.
Come è nato questo progetto?
“In origine, il progetto multipiattaforma Giulia sotto la metro nasce da un semplice passatempo. Era esattamente un anno fa, quando Giulia Soi si sfogava su Facebook delle disavventure in cui, suo malgrado, si imbatteva quotidianamente prendendo la metro per andare a lavorare. All’inizio, si trattava di racconti brevi, che poi si sono fatti sempre più articolati, quasi sceneggiati, ma sempre e rigorosamente comico-umoristici e alimentati dai meravigliosi personaggi che la romanità verace offre a chi la sa osservare. Poi, complice una cena, quattro chiacchiere e un’intesa immediata, Maria Beatrice Alonzi decide di trasformare quei pensieri sparsi in un progetto vero e proprio, con un sito, una pagina web, dei contenuti illustrati oltre che diversificati e soprattutto con una strategia a lungo termine. Grazie alla determinazione, alla lungimiranza e alle capacità produttive e strategiche di Maria Beatrice, i racconti di Giulia Soi diventano la voce di “Giulia sotto la metro” (nome in codice: GSM; data di nascita ufficiale: 23 gennaio 2016). Così, in breve, GSM diventa il simbolo di tutti coloro che ogni mattina sfidano i disagi del trasporto pubblico romano per andare a lavorare, ma che non ci stanno a inveire e a lamentarsi. Chi legge – come chi scrive – preferisce sdrammatizzare ogni imprevisto con una battuta caustica e una bella risata, piuttosto che rincarare la dose di malcontento in circolazione.”
Sono cinque le aree che dialogano fra loro permettendo il perfezionamento di questo progetto: la scrittura, l’illustrazione, la grafica, l’editing e il web marketing. Cosa significa praticamente metterle in comunicazione?
“Per realizzare il progetto nella maniera in cui è stato immaginato sin dall’inizio, Maria Beatrice e Giulia hanno predisposto una struttura ramificata, con compiti suddivisi, una programmazione studiata e delle strategie di marketing ben definite. Sin dall’inizio, infatti, c’è stata la consapevolezza che veicolare su Facebook racconti che hanno un tempo di lettura di circa 5 minuti sarebbe stata una sfida complessa e che ci sarebbe stato bisogno di confezionare anche contenuti più adatti alla piattaforma scelta per il progetto. Da subito, Maria Beatrice si è occupata dell’area strategica, produttiva e di analisi, mentre Giulia ha preso in cura l’area contenutistica, autoriale e creativa; ben presto, però, la squadra è aumentata: Cristina “Kanzeon” Schiavoni si occupa delle illustrazioni, Veronica Giuffrè dell’editing e dell’impaginazione dei testi, Giuliano Pace dell’assetto grafico.
È nata così una squadra fatta di persone che si conoscono e si stimano e che, non lavorando nello stesso posto, in tempi rapidi riescono a comunicare grazie alla tecnologia. C’è una coordinazione serrata e continua, fatta di mail, di condivisione e di scambio capillare di idee e opinioni: la carta vincente della squadra sta proprio nella convinzione condivisa che tempestività, divisione dei compiti e comunione di intenti e visioni siano alla base di un progetto longevo e vincente.”
«In breve, GSM diventa il simbolo di tutti coloro che ogni mattina sfidano i disagi del trasporto pubblico romano per andare a lavorare… ma preferiscono sdrammatizzare»
Raccontare episodi Underground di una metropoli come quella romana è più intrigante del fitto alveare di mezzi di trasporto pubblico “di terra” ?
“Giulia sotto la metro, come dice il nome stesso, è una creatura del sottosuolo che vive tra Furio Camillo e Ottaviano. La maggior parte delle sue vicissitudini nascono dunque lungo i binari della metro A, con qualche sporadica incursione lungo la linea B. Quando la metro è fuori uso per sciopero e la città nel delirio, però, GSM prende anche l’autobus. Ciò fa sì, per assurdo, che le scene più memorabili che GSM abbia vissuto siano proprio quelle 4 o 5 nate a bordo del trasporto di terra. Allo stesso temo, spesso sono ambientate sugli autobus le storie che ci raccontano i nostri lettori e che vengono pubblicate sulla rubrica periodica #siamotuttigiulia. In conclusione, sopra o sotto il livello del mare, a intrigare non è tanto il mezzo quanto la disavventura, assieme alla capacità di sdrammatizzarla con la risata dissacrante tipica della romanità, immersa nel suo habitat.”
L’ultima ed incredibilmente virale creatura di Giulia sotto la metro è la Mappa Metropolitana dei teatri di Roma. Questa ultima idea come si è sviluppata?
“GSM considera la metropolitana come un’estensione di casa sua: è il luogo dove trascorre diverse ore del giorno, il mezzo che usa per muoversi attraverso la città e per raggiungere le sue mete. Nella sua vita, in sostanza, non esistono macchina o motorino e, se questo da un lato la mette spesso in condizioni di disagio, dall’altra le risparmia le difficoltà tipiche degli automobilisti come la mancanza di parcheggio, il costo della benzina, il traffico le multe, gli incidenti. E questo è un compromesso niente male.
Così, per invitare i suoi lettori a prendere in considerazione questo stile di vita, lo staff ha pensato a una mappa per mostrare quante realtà interessanti, esercizi commerciali e luoghi di svago si snodino lungo le fermate della metro, quante mete possano essere raggiunte senza un viaggio in macchina. La scelta ci ha dato ragione perché sin dalla prima mappa (quella dei ristoranti) il successo è stato netto ed evidente; abbiamo poi pensato alle gelaterie, alle palestre, persino a un esercizio di stile in tema “Game of Thrones”. Ma è grazie alla mappa dei teatri in collaborazione con La Siti – Scuola Internazionale di Teatro all’Improvviso (www.lasiti.it) di Giorgia Mazzucato e della stessa Maria Beatrice che abbiamo raggiunto la viralità più evidente. Ci piace pensare che, al di là di quello che si dice e legge, questo sia accaduto perché il teatro è un mondo più vivo e amato che mai.”
I teatri di Roma rappresentano un patrimonio artistico del quale molto c’è ancora da scoprire. Sarebbe bello “ sbagliare fermata” e scoprire un teatro che non ti aspetti.
“Siamo d’accordissimo e lo siamo ancora di più dopo questo grande successo. Noi per primi ci siamo resi conto di quanto sia vivace l’attività teatrale in città e di quanto sia difficile scegliere tra le varie realtà che ogni zona offre. Per orizzontarci, come abbiamo sempre fatto finora, ci siamo attenuti al criterio della distanza dalla fermata della metro e dalla penetrazione dei singoli teatri sul web. Ma più di volta nella fase di ricerca abbiamo avuto la tentazione di “sbagliare fermata”… al punto da vagheggiare l’idea di una seconda mappa!”
(S)drammatizzare gli episodi catturati da Giulia sotto la metro direttamente a teatro? Un obiettivo possibile?
“Possibilissimo, lo abbiamo già fatto! Infatti sin dalla primavera scorsa le storie di GSM sono state interpretate proprio da Maria Beatrice, già attrice, all’interno della serata “LIVE!”: in questo appuntamento fisso de “La Mia Compagnia”, compagnia di Improvvisazione teatrale e teatro – www.lamiacompagnia.it – abbiamo proposto alcune letture che hanno incuriosito e divertito tantissimo gli spettatori. Per il futuro, stiamo lavorando ad uno spettacolo tutto… di Giulia.”
Rinforzare la viabilità metropolitana e restituire vivacità alle realtà teatrali di Roma: utopia o scommessa da vincere?
“L’ottimismo, la combattività e la determinazione sono le caratteristiche di GSM che i suoi lettori apprezzano di più. Non saremmo noi, se non credessimo che la metropolitana abbia tutte le carte in regola per diventare un luogo migliore; non avremmo scelto i teatri se non fossimo più che convinti che a Roma questo mondo non ha solo una gloriosa tradizione alle spalle, ma anche un presente invidiabile e un futuro tutto da scoprire davanti a sé. La reazione del web alla nostra mappa è stata talmente globale da diventare la risposta più affermativa possibile a quest’ultimo quesito!”