The Forbidden Rituals Night, organizzato dalla Nasty Spykes Events, ci dà la possibilità di apprezzare sul palco del Barbara, due delle migliori band metal del panorama nazionale, che sanno abbinare perizia tecnica a una superba scena dal vivo: i Sudden Death di Roma e i Voltumna da Viterbo.
di Giuseppe Picciotto – A fare da apripista, i catanesi Epistheme e i palermitani Terrorage.
I primi, con una formazione in larga parte rinnovata, riscaldano la serata con un set molto intenso, incentrato sui brani del loro ultimo ep “Descending Patterns”, brani potenti e allo stesso tempo elaborati che evidenziano l’impegno profuso nella realizzazione di questo lavoro.
Dopo, il passaggio di testimone ai Terrorage che, per una buona mezz’ora, si esibiscono senza soluzione di continuità dando la giusta adrenalina a un pubblico ben disposto. Chitarre taglienti, drumming preciso e un urlo rabbioso che, combinati, risultano devastanti.
I Sudden Death si presentano sul palco del Barbara in tutta la loro potenza sprigionata da una presenza scenica davvero notevole. Suono super compresso, i loro pezzi sono delle schegge che ti si conficcano senza scampo come spine nel fianco.
Già pienamente carburati, ci pensano i Voltumna a dare gas alla serata. La band sale sul palco, ammantandosi di teatralità, rinforzata dal travestimento da frati. Se le posizioni dei singoli componenti del gruppo rimangono immobili, appena dopo un’intro che crea l’atmosfera, i Voltumna partono sparatissimi ed è un susseguirsi di sanguinolente staffilate black/death metal. Come in precedenza, anche in questo caso, la presenza scenica non lascia spazio a mancanze, dando al live le connotazioni di un rituale infarcito da vertiginosi headbanging. Si è davvero esausti, ma soddisfatti di aver potuto assistere ad un concerto dove qualità e spettacolarità sono andate di pari passo in un equilibrio a bracci uguali.
Il “pochi ma buoni” purtroppo non giustifica invece la mancanza di un pubblico consistente in occasioni del genere. Alla prossima.
Galleria fotografica a cura di Giuseppe Picciotto.